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Il primo Bond stasera sulla tv in chiaro: LICENZA DI UCCIDERE (merc. 26 marzo 2014)

Creato il 26 marzo 2014 da Luigilocatelli

Agente 007, licenza di uccidere, Rete Capri (canale 20 dt), ore 23,00.
schermata-2012-10-05-a-13-56-47Da guardare con il rispetto e perfino la devozione dovuti al film fondativo di uno dei miti più resistenti al cinema, quello di James Bond agente segrreto al servizio di Sua Maestà. Il 31 di questo mese esce Skyfall, avventura numero 23 della saga cominciata nel 1962 con questo Licenza di uccidere, in origine Dr. No, dal nome del villain. Questo a dimostrazione di come, più che sul protagonista Bond, si puntasse sul suo avversario. Nesssuno, nemmeno i produttori (il geniale Albert Broccoli in società con Harry Saltzman), evidentemente si aspettava quel che poi sarebbe successo, incassi stellari e l’atto di nascita di una leggenda. James Bond è tra le palme e le spiagge della Giamaica a caccia del dottor No, capo della potente quanto segreta e pericolosa associazione dal pauroso acronimo di SPECTRE. Molti cocktail, molte belle e bellissime donne e un Sean Connery sornione e ironico, ma pronto a dare le giuste botte all’occorrenza, che si appropria del personaggio e lo riplasma a sua immagine e somiglianza diventando di colpo una superstar. Armi che sconfinano spesso nel gadget fantasioso e improbabile, in scenari assai pop (art), decori e arredi ipercolorati, sgargianti, plasticosi e sintetici come esigeva il culto della modernità e del progresso (anche industriale, anche scientifico) di quegli anni, di quei primi anni Sessanta che videro la massima goduria in Occidente, prima che arrivassero a fine decade le varie rivoluzioni a spegnerne l’allegria e l’escapismo. Il regista Terence Young e il team dei collaboratori vari (e i produttori) mettono già a punto il codice del cinema bondiano, dalla sequenza iniziale sui titoli di testa molto curati con 007 a pistola puntata verso lo spettatore, fino alla colonna sonora. Poi, c’è la mitica, ma per davvero, Ursula Andress che sorge in bikini bianco dalle acque giamaicana, ed è un’apparizione folgorante che farà storia, la prima di tutte le Bond Girl e, fino alla Eva Green del recente Casino Royale, la migliore (però io amo molto anche la Daniela Bianchi di Dalla Russia con amore). Leggendo Casino Royale, il primo libro di Ian Fleming con James Bond rieditato recentemente da Adelphi, ci si rende conto di come lo 007 di Connery sia completamente diverso dal character del romanzo. In Fleming abbiamo un agente segreto che si muove in uno scenario assai cupo di guerra freddissima, che non si concede leggerezze e autoironie, molto più impegnato a sopravvivere che a fare il cazzeggione finto-dandy con Martini, Aston Martin e quant’altro. È il Bond nuovo di Daniel Craig, così duro e implacabile, anche malinconico, a essergli finalmente fedele, a restituirlo al cinema per quello che è davvero, mentre fu quello storico di Connery e dei suoi successori a equivocarlo e tradirne lo spirito.


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