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"il primo libro di filosofia della scienza": quanti e quali passi in avanti per il genere umano?

Creato il 18 dicembre 2014 da Alessandro @AleTrasforini
L'importanza di definire l'entità del contributo che la scienza ha dato nei secoli all'umanità e all'intera società è un dibattito su cui da molto si discute e su cui, allo stato attuale, ancora non è stata trovata soluzione o risposta univoca.
Il contributo dato dalla scienza all'umanità è stato, a fatti, tanto embrionale quanto importante ed in costante crescita. La sintesi fondamentale di questo concetto è racchiusa in una citazione attribuita, non a caso, al grandissimo Albert Einstein:
"[...] Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile eppure è la cosa più preziosa che abbiamo. [...]"
Nonostante limiti ed incertezze a profusione, pertanto, tale disciplina resta il solo argine e strumento con cui l'essere umano può provare ad indagare attraverso il mondo. Strumento che si è costruito, migliorato e disciplinato nel corso dei secoli; esperimento dopo esperimento, errore dopo errore, successo dopo successo. Tentativo dopo tentativo, il cosiddetto metodo sperimentale è riuscito a regalare al genere umano (anche) progresso e sviluppo.
Il miglioramento è stato graduale, figlio di imprecisioni ed autocritiche, di anni e/o di decenni che hanno fatto scommettere anche sulla necessità di poter compiere qualche passo all'indietro.
Per (provare a) farne (fare) però anche molti in avanti, ovviamente.
In quanto infantile ed al contempo enormemente preziosa, pertanto, la scienza si è sottoposta nel tempo ad un processo di crescita tanto importante quanto inevitabile. Questa evoluzione ne ha regolamentato i campi di intervento, ha contribuito ad aprire nuove questioni di etica e ha consentito di inaugurare sempre nuovi campi di indagine rispondenti ai limiti da superare.
Quanti e quali traguardi è possibile descrivere, a questo proposito, relativamente ai cambiamenti che hanno visto concretizzarsi e radicarsi l'attuale pensiero scientifico che ha regalato all'umanità (non solo) tecnologia e sviluppo?
A questa e molte altre domande cerca di rispondere il libro "Il primo libro di filosofia della scienza", scritto da Samir Okasha e pubblicato da Einaudi.
Il fine primario di questa opera è chiaro sin dalle prime righe:
"[...] Che cos'è la scienza? C'è una vera differenza tra la scienza e il mito? La scienza è obiettiva? E' in grado di spiegare tutto? [...] Samir Okasha investiga la natura delle argomentazioni della scienza, la specificità delle sue spiegazioni, delle sue teorie e rivoluzioni. 
Un'attenzione particolare è dedicata ai risvolti filosofici di alcune discipline, ad esempio al problema della classificazione in biologia o alla natura dello spazio e del tempo per la fisica. [...]"
Non c'è aspetto dell'umanità che non sia stato sfiorato dal dibattito e dal contributo scientifico, con aspetti tanto critici quanto criticabili e costruttivi per l'intero genere umano. Da questo punto di vista, fortunatamente, tutto o quasi è stato occasione di discussione e crescita per l'umanità intera.
L'analisi sostanziale del contributo scientifico che l'autore cerca di mettere in evidenza non può prescindere dalla necessità di strutturare consistenti riflessioni attorno al significato del concetto di scienza:
"[...] Che cos'è la scienza? [...] Non è forse vero che la scienza è il tentativo di comprendere, spiegare e prevedere lo sviluppo del mondo in cui viviamo? [...]"
Risulta possibile interpretare e definire nel miglior dettaglio possibile quali siano i margini di definizione e discussione che il contributo scientifico può apportare al dibattito generale. E' su questo argine che cerca di intervenire la disciplina filosofica, intersecandosi al meglio possibile con quella scientifica:
"[...] Lo scopo principale della filosofia della scienza è analizzare i metodi d'indagine usati nelle varie scienze. Ci si potrebbe chiedere come mai a questo scopo debba essere perseguito dai filosofi invece che dagli stessi scienziati [...]
Parte della risposta è che guardare alla scienza da una prospettiva filosofica ci permette di investigare più a fondo - di mettere a nudo assunzioni che sono implicite nella pratica scientifica, ma che gli scienziati non discutono esplicitamente. [...]"
Scienza e filosofia possono (e devono), dunque, intersecarsi per disarticolare emergenze e problemi di cui lo stesso genere umano potrebbe essere creatore od esecutore. Mediante fattori come spiegazioni, realismo, deduzione, induzione, [...] è possibile contribuire ad innescare una svolta positiva e propositiva. Questo perché, ovviamente, il cammino della scienza è stato, è e potrebbe rimanere un percorso perennemente in divenire.
Fu lo stesso Albert Einstein a sostenere, in una citazione a lui attribuita, il peso necessario ed urgente che la disciplina scientifica deve sostenere per regalare molti altri passi in avanti:
"[...] A [...] vanto della scienza sta il fatto che essa, agendo sulla mente [...], ha vinto l'insicurezza dell'uomo di fronte a se stesso e alla natura. [...]"


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