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Il primo uomo di Jobs parla del Rift

Creato il 09 dicembre 2014 da Oculusriftitalia

Fino ad adesso, nonostante il suo focus sull'innovazione a 360° gradi, Apple sembra essere rimasta perlopiù estranea alla guerra dei visori, nonostante dei brevetti depositati dall'azienda di Cupertino mostrino dei prototipi VR. Oggi, uno dei veterani di questa compagnia ha diffuso in un'intervista la sua opinione riguardo Oculus Rift e Google Glass. Il suo nome è Bill Fernandez, ed è una delle colonne portanti di Apple, nonché primo impiegato della compagnia. Era nel team originale di Mac dove ha preso decisioni che hanno definito la moderna "user experience". Ha lavorato su QuickTime, e su HyperCard, progenitore dell'HTML. Data la sua specializzazione nel campo delle interfacce, il suo parere sui nuovi device per la realtà virtuale e aumentata è particolarmente pregnante. Cominciamo con le sue parole riguardo Google Glass:

"Anni prima che Google annunciasse il suo progetto Glass ero solito immaginarmi così il futuro: vivremo in un tempo dove le persone siederanno da Starbucks guardando fissi nel vuoto, scuotendo la testa, muovendo le mani in incantesimi dal sapore mistico, e mormorando tra di loro," ha detto Fernandez.

Il primo uomo di Jobs parla del Rift
"Perché? Perché avranno dei proiettori che inviano degli schermi di dati virtuali nei loro occhi. Muovendo le loro teste tali schermi si aggiorneranno mostrando delle cose (libri, copertine, app, etc.) che hanno disposto nello spazio intorno a loro. Degli anelli sulle loro dita percepiranno le posizioni, l'orientamento e i gesti delle loro mani. L'interazione vocale permetterà loro di eseguire comandi con la propria voce e ascoltare un discorso sintentico. Quindi, per esempio, un utente girerà la sua testa per vedere un libro, si allungherà per afferrarlo e portarlo di fronte a sé. Userà un comando vocale per aprire il libro a una sezione dedicata ai contatti, userà una combinazione di comandi vocali e gesti per trovare un contatto desiderato, punterà a quello che desidera e dirà "componi questo numero". Ci saranno delle interfacce senza soluzione di continuità, multimodali, che useranno vista, suono, voce, movimenti della testa, movimenti del braccio, gesti, battitura su tastiere virtuali, etc. Alcuni elementi di questo sono stati oggetto di ricerca per decenni. Solo ora stiamo iniziando a vedere alcune di queste cose emergere nel mercato consumer: con Google Glass, Siri etc. Dobbiamo andare ancora avanti, ma siamo sulla strada giusta".

Data la sua estrazione da esperto di interfacce, è naturale che Fernandez sia entusiasta rispetto a Google Glass, anche se molti opinionisti sembrano aver riscontrato un certo allontanamento da parte della compagnia di Mountain View nei confronti dei suoi occhiali. Fernandez ha comunque esteso la sua opinione su Oculus Rift.

"Oculus Rift è interessante, dal momento che sembra che qualcuno stia producendo delle scene in realtà virtuale in alta qualità attraverso un prodotto che sarà abbordabile. Sarà, naturalmente, molto limitato, dal momento che per usarlo dovete sedervi da qualche parte. Non potete usarlo semplicemente durante la vita quotidiana o guidando una macchina" ha affermato Fernandez.

"Ma vedo cose come Oculus Rift e Google Glass, in un certo senso, come dei passi nella direzione che porterà alla vita la visione che ho avuto per anni. Perciò è davvero interessante vedere tutto questo mentre accade a piccoli passi."

Non sono proprio d'accordo quando Fernandez dice che l'uso del Rift è limitato. È vero, non può essere portato in giro, ma la visione di Palmer Luckey è molto più ambiziosa, dal momento che prevede di creare spazi virtuali dove potremo condurre la nostra vita quotidiana. E l'integrazione di Facebook in questo senso potrebbe essere determinante.


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