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Il problema corpo-mente

Creato il 18 settembre 2013 da Sulromanzo

Il problema corpo-menteAvevo però ancora altri motivi per scegliere il problema dell'interazione tra corpo e mente. Questo problema contiene grandi enigmi, che forse non saranno mai risolvibili. Esso è addirittura il problema più difficile e più profondo della filosofia, il problema centrale della metafisica dell'era moderna. E per noi uomini è della massima importanza. È il fondamento di quello che la moderna filosofia esistenziale volentieri designa come "la situazione umana", poiché l'uomo è un essere spirituale, almeno finché è in piena coscienza; è un essere spirituale, un Io, una mente, la quale è strettamente legata ad un corpo che soggiace alle leggi della fisica. Tutto ciò è quasi "troppo" ovvio, perché se ne parli, e gli esistenzialisti si sono avvicinati ai problemi che si trovano dietro questa evidenza - vorrei dire, dietro questa incredibile evidenza -, senza fare nemmeno il tentativo di dire qualcosa di ragionevole per la loro spiegazione.

Ma il problema dei rapporti tra corpo e mente è un problema serio. Esso contiene il problema della libertà dell'uomo, un problema fondamentale da ogni punto di vista, anche dal punto di vista politico; e contiene il problema del posto dell'uomo nel mondo fisico, nel cosmo fisico [...].

[tratto da Tutta la vita è risolvere problemi di Karl Popper, Bompiani]

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La scala mobile sale al terzo piano tra scale che discendono, gradini che spariscono in alto tra le luci, pavimenti che si allontanano ai due lati, la folla che circola lentamente nel brusio.

"Ti piace?" gli chiedo in un orecchio, alle spalle.

"Sì" risponde senza voltarsi.

Aggrappato con la sinistra al corrimano di gomma, si lascia cadere indietro, sentendo che ho le braccia aperte. Sto curvo in avanti per sorreggerlo. Quando arriviamo in cima e i gradini di ferro scompaiono nella feritoia, si arrovescia con le spalle.

"Non avere paura!" gli dico, sollevandolo a fatica perché non inciampi. Si posa, con le gambe rigide, i piedi tesi, sulla moquette oltre la piastra metallica. Riesce a non cadere. Cammina. Mi guardo intorno, asciugandomi la fronte con il palmo della destra. Una signora ci guarda accigliata vicino a un ombrellone giallo, piantato in un rettangolo che simula una spiaggia. Anch'io la guardo, sono stanco delle persone che ci guardano.
[tratto da Nati due volte di Giuseppe Pontiggia, Mondadori]


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