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Il protagonista della settimana NBA: Andre Drummond

Creato il 06 novembre 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

E’ una stagione decisiva per la carriera di Andre Drummond. La partenza estiva del compare Greg Monroe lo ha messo di fronte ad un bivio, pur considerando che ha appena 22 anni: provare ad esplodere o diventare uno dei tanti eterni incompiuti del basket NBA. Il nativo di Mount Vernon sembra aver decisamente scelto di svoltare per la retta via.

Ciò che ha lasciato senza parole di Drummond in queste prime quattro partite di regular season, che gli sono valse il premio di Player of the Week in Eastern Conference, è il dominio assoluto sotto canestro che è riuscito ad imporre non appena si è trovato da solo nel ruolo, in una posizione che, Stan Van Gundy docet, ricorda moltissimo il Dwight Howard dei Magic.

Il paragone potrebbe risultare scontato, considerando presenza, forza fisica, statistiche dei due giocatori. Soprattutto perché è parso chiaro a tutti che il coach californiano stia provando a rinnovare Detroit sulla falsa riga di quella Orlando, con quattro tiratori attorno a Drummond. Quest’ultimo, però, ha una media di appena 0.69 punti per possesso nei post-up, tirando con il 38%, perdendo palla il 10.5% dei casi e finendo in lunetta l’11.5% delle volte, il che, per lui, non è certo un vantaggio (57.6% ai liberi). Non è nemmeno un grande passatore, considerando i soli 55 assist in tutta la scorsa regular season. Howard, nei Magic che sfiorarono in titolo, raggiunse gli 0.97 punti a possesso in situazioni di post-up. C’è anche da dire, però, che Drummond se la cava alla grande nei mismatch, alzando la percentuale al 63.9% contro difensori più piccoli di statura. In generale, però, il fatto che si fermi al 48.1% contro gli altri centri fa capire quanto ci sia ancora da lavorare per il prodotto di Connecticut prima di farne un’opzione offensiva affidabile anche in queste situazioni, oltre che quando si tratta di schiacciare o appoggiare da sotto canestro.

Your Eastern Conference Player of the Week. Congrats Dre! #DetroitBasketball pic.twitter.com/zSjGlT79xG

— Detroit Pistons (@DetroitPistons) November 2, 2015

Arrivando ai lati positivi, iniziamo a considerare il suo inizio di stagione e quello dei Pistons, che hanno raccolto tre vittorie nelle prime quattro partite stagionali, di cui tre successi consecutivi per iniziare l’annata, come non accadeva dal 2008/09, ultimo da playoff per Motown. Che fosse un grande rimbalzista lo dice già la sua pur breve carriera, considerando che nelle ultime due regular season, giocate pressoché interamente, ha messo insieme rispettivamente 13.2 e 13.5 rimbalzi di media. Numeri simili a quelli dei punti segnati, 13.5 prima e 13.8 poi, per un giocatore che, e questo è vero anche oggi, non ha grandi movimenti offensivi, è un pessimo tiratore dalla lunetta ed è ancora abbastanza grezzo. Il dominio in rim protection, però, sta raggiungendo livelli allucinanti, come confermato dai suoi numeri: 19.5 rimbalzi di media finora, di cui la bellezza di 7.5 offensivi, con due prestazioni back-to-back da almeno 20 rimbalzi, chiuse con quella fantascientifica da 29 (11 offensivi) contro i Pacers. I suoi 78 rimbalzi nelle prime quattro partite sono il terzo miglior risultato di sempre e Dre è diventato il secondo, dopo sua maestà Kareem Abdul-Jabbar, a mettere insieme almeno 75 punti e 75 rimbalzi sommando le prime quattro uscite stagionali. Già, perché Drummond ha aggiunto anche 20.3 punti di media, dato molto superiore ai suoi standard, 1.8 rubate, 1.8 stoppate e la bellezza di +14.3 in termini di plus/minus. Se sorprende il suo altissimo PIE a quota 21.1, lascia senza fiato il suo defensive rating, con la miseria di 87 punti concessi agli avversari ogni 100 possessi quando lui è sul parquet.

Sono trascorse appena quattro partite, è troppo presto per dare giudizi, tanto su Drummond quanto su questi Pistons. Di certo, però, l’assenza di Monroe non si fa sentire, anzi, ha permesso a Detroit di apprezzare al meglio la filosofia di gioco del suo coach. Dove possono arrivare gli uomini di Van Gundy? Ne riparliamo tra qualche tempo. Dove può arrivare Drummond? Dove vuole, come ci si aspetta dalle migliori stelle del firmamento NBA.

 

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