Magazine Basket

Il protagonista della settimana NBA: Danilo Gallinari stella dei Nuggets

Creato il 15 gennaio 2016 da Basketcaffe @basketcaffe
Danilo Gallinari - © 2016 twitter/nuggets

Danilo Gallinari – © 2016 twitter/nuggets


I Nuggets, con 12 secondi rimasti sul cronometro, sono avanti 109-107 sui Warriors. Steph Curry porta il pallone velocemente oltre la metà campo, fermandosi all’altezza della linea da tre punti. Davanti a lui Danilo Gallinari. Il nativo di Akron non prova subito la tripla e l’italiano, nonostante le finte di corpo e col pallone di quello che al momento è il miglior giocatore al mondo, non si lascia intimidire. Curry si scompone, è costretto all’errore, il pallone gli sfugge e il Gallo lo afferra come un falco a terra, lanciando il contropiede che varrà due liberi a segno per Denver, oltre all’incredibile vittoria contro la Golden State dei record.

Questo è soltanto l’ultimo, straordinario esempio di come il nativo di Sant’Angelo Lodigiano sia il leader assoluto della propria squadra ed un giocatore ormai pronto per il salto tra le stelle NBA. Il magico 2016 di Gallinari è iniziato con numeri da urlo: sei partite consecutive oltre i 20 punti, 26.2 punti di media, con il 45% al tiro ed il 37% da oltre l’arco, 12.3 tiri liberi tentati a partita (10.2 a segno) ed anche 6.2 rimbalzi ad accompagnare il tutto. I 28 punti, con 19 viaggi in lunetta, contro i Warriors non sono stati dunque un fuoco di paglia. In una stagione per il momento da career-high (18.9 punti e 6 rimbalzi di media), ciò che ha sorpreso maggiormente è il modo in cui il gioco del classe ’88 sia tornato ad un livello simile e forse anche superiore a quello della stagione 2012/13, quando il gravissimo infortunio al ginocchio subito contro i Mavericks sembrava averne quasi compromesso la carriera. Un anno intero ai box e la cognizione di non poter mai più essere il tipo di giocatore visto fino ad allora. Gallinari, però, ha deciso di non arrendersi, anzi, di implementare il proprio gioco per andare oltre quel maledetto 4 aprile 2013. E ci sta riuscendo egregiamente.

La perdita di molta della propria velocità d’azione, che gli consentiva di arrivare al ferro con agilità, è stata sostituita da una grande forza di volontà ed intelligenza nel trovare gli angoli migliori da attaccare e nel cercare continuamente contatto in avvicinamento a canestro. Subisce fallo nel 30% dei propri attacchi a canestro, la percentuale più alta tra tutti i giocatori che hanno almeno quattro tentativi a partita. La sua altezza e la sua stazza rendono quasi impossibile agli avversari il non commettere fallo se attacca negli spazi stretti con una così grande abilità nel controllo del pallone. I suoi 7.8 viaggi in lunetta a partita sono un numero altissimo, il quarto migliore al momento in NBA, in coabitazione con stelle di primo valore quali Russell Westbrook e Jimmy Butler. Al Gallo questi liberi servono fortemente, in quanto sta faticando a trovare il canestro con continuità quando penetra, tirando intorno al 51%, un dato non certo esaltante. Nelle ultime sei partite, comunque, la statistica si è alzata vertiginosamente al 60%, il che dimostra quanto il nostro connazionale stia lavorando anche su questo punto debole per migliorare ulteriormente.

L’efficienza di Gallinari non si limita ai tiri liberi, ovviamente, ma comprende quella che era la sua grande specialità all’arrivo oltreoceano, il tiro da tre punti. Il 37% da oltre l’arco (1.6/4.4 di media), gli consente di essere un giocatore offensivamente completo e la prima arma dell’attacco dei Nuggets, in assenza di altrettanto valide alternative. Inoltre, grazie ai suoi quasi 2 metri e 10 di altezza, può essere utilizzato da coach Michael Malone con grande flessibilità ed il quintetto piccolo, con Gallinari da ala forte, produce ben 115 punti ogni 100 possessi, un dato che sarebbe il migliore della Lega se protratto nell’arco dell’intera partita. Gli avversari sono costretti a tenere il mismatch, in quanto non è soltanto un ottimo tiratore, ma sa giocare un ottimo pick-and-roll, il che gli consente di attaccare il pitturato sfruttando il blocco, mentre i compagni spaziano il campo. Per poter giocare in quella posizione, però, il 27enne ha dovuto incrementare a dovere la propria produzione a rimbalzo e, al momento, è a quota 6 a partita, un dato di assoluto prestigio, considerando che non è mai andato oltre i 5.2 di media in carriera.

L’essere un buon rimbalzista ed un onesto difensore, ha reso Gallinari un personaggio in primo piano nel panorama NBA. A confermarlo è anche coach Malone: “E’ stato impressionante. Mentre era fermo per l’infortunio alla caviglia abbiamo avuto delle fantastiche conversazioni su cosa volessimo da questa squadra e su come avrebbe dovuto giocare. Non sono state soltanto parole, però, perché le sta dimostrando coi fatti“. Il Gallo non ha perso la propria grinta e voglia di vincere: “Mi sento bene, il mio corpo è a posto e sono fiducioso. Sto giocando ad un ottimo livello, ma non serve a nessuno se la squadra non porta a casa le vittorie“. Al momento i Nuggets sono a quota 15 successi a fronte di 24 sconfitte, a due gare di distanza dai Jazz che occupano al momento l’ottavo posto utile in Western Conference. L’occasione per crederci sembra essere ghiotta. E se Gallinari continuerà ad essere in forma da All-Star Game, per Denver le porte del miracolo potrebbero non essere chiuse a chiave.

 

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog