Nelle interviste dei grandi fotografi c’è un elemento spesso ricorrente: il consiglio di provare a sperimentare differenti punti di vista. Spostarsi, girare attorno all’elemento da ritrarre, inserire nuovi particolari nell’inquadratura, superare il limite di uno scatto che rischierebbe di rasentare la banalità e cercare l’originalità non può che rendere le nostre immagini infinitamente migliori.
E a proposito di punti di vista, qualcuno ha avuto uno di quei colpi di genio che ti fanno pensare: “Maledizione, perché non è venuto in mente a me?”. Si tratta di Masashi Kawamura, fotografo e fondatore di PARTY, una agenzia creativa che miscela sapientemente arte, tecnologia e marketing in operazioni sempre interessanti.
Masashi, come tutti noi, frequenta musei e mostre d’arte. Ed è stato folgorato da una intuizione: gli uomini entrano in questi spazi e si godono un’opera d’arte, ma LEI (l’opera d’arte), che cosa vede?
E’ nato così un progetto fotografico che si è concretizzato in una gallery pubblicata su Tumblr: evocativamente intitolata “What they see”, propone una serie di dittici in cui vengono rappresentate un’opera d’arte e, appunto, il “suo” punto di vista.
Alcuni esempi spiegano meglio di mille parole:
Piccola danzatrice di 14 anni di Edgar Degas al Metropolitan di NY – (c) Masashi Kawamura
Un nudo di Modigliani al Metropolitan di NY – (c) Masashi Kawamura
L’autoritratto di Rembrandt van Rijn al Metropolitan di NY – (c) Masashi Kawamura
Per creare un portfolio originale ed intrigante a volte non servono particolari accorgimenti tecnici o tecnologie di avanguardia, ma semplicemente una buona idea!
Alfonso d’Agostino