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IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. Silvio, ogni maledetto lunedì. E Paperone sfida Rockerduck

Creato il 06 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. Silvio, ogni maledetto lunedì. E Paperone sfida Rockerduck La notizia è che Silvio Berlusconi ha deciso di farsi processare. Sarà, cioè, materialmente presente in aula ogni maledetto lunedì per rispondere alle domande dei giudici inquisitori armati di torcia accendi-rogo e, soprattutto, per guardare nelle palle degli occhi le ragazze dell’Olgettina. La strategia, delineata con quel figlio del gran pezzo dell’Ubalda che si chiama Niccolò Ghedini, è dunque chiara: ascoltare dal vivo, quindi ribattere, a tutte le eventuali accuse che le ragazze gli lanceranno e per smentire, abbassandosi i pantaloni, la Minetti che in una intercettazione lo aveva chiamato “culo flaccido”. Immaginiamo la scena. Tribunale di Milano. Aula bunker. Entrano le ragazze per testimoniare. Devono passare per forza di cose davanti a Silvio che le fisserà negli occhi. Appena staranno per sedersi sulla sedia dei testimoni Silvio lancerà un’ultima occhiata al loro culo e, tirando un sospiro di nostalgia, siederà sul banco degli imputati con una evidente erezione ripensando a quanti bunga, seguiti da un altro bunga, ha giocato con quella parte del corpo. I “mai avuto rapporti sessuali con questa signorina” saranno all’ordine del giorno, mentre Ghedini tirerà fuori i bonifici bancari con le causali: cure dentarie, tasse universitarie, master in economia a Oxford, mamma ammalata, padre disoccupato, fratello tossico e sorella incinta per volere dello spirito santo contestualizzato da monsignor Fisichella per la serie: anche gli spiriti scopano. Le udienze, di lunedì, al tribunale di Milano diventeranno una farsa con Silvio pronto a smentire tutto e, come spesso gli capita, anche se stesso senza che Bonaiuti possa dargli una mano. Confermerà che aveva creduto alla storia di Ruby nipote di Mubarak e che l’Italia gli deve un mancato incidente diplomatico internazionale. Negherà di aver avuto rapporti sessuali con le ragazze, soprattutto se vestite con la toga dei giudici, e confermerà quanto va dicendo in giro dallo scandalo Noemi: “Mi piacciono le donne, che ci posso fare?”. E gli piacciono talmente tanto che ieri, intervenuto telefonicamente a una convention di pidiellini abruzzesi, ha detto che è stata la sinistra a strumentalizzare le donne facendole scendere in piazza contro di lui e non lui che le considera troie. Comunque vada Silvio sarà in tribunale. Che trasformi tutto in uno show è certo ma che debba stare attento a quel che dice è altrettanto sacrosanto perché conoscendo la sua logorroica veemenza oratoria, potrebbe essere arrestato per vilipendio alla corte.Di Mauro Masi se ne sono dette di tutti i colori. Smentito dalla Corte dei Conti, che ha aperto un procedimento contro le spese pazze di Augusto Minzolini con la carta di credito aziendale, sbeffeggiato in tutti i luoghi, in tutti i fiumi, in tutti i mari e perfino sulle gondole del Canal Grande e alle Terme di Boario, il direttore generale della Rai è stato intercettato mentre chiedeva a Luigi Bisignani di scrivergli la lettera di licenziamento a Santoro dopo la prima puntata di Annozero. Per chi non lo sapesse, diciamo che Luigi Bisignani è un uomo potentissimo che ha accesso praticamente dappertutto, al quale perfino i servizi segreti chiedono informazioni, e che con una telefonata può decidere della vita o della morte di un individuo come, ad esempio, far nominare il capo dei servizi segreti militari Adriano Santini. Bisignani, si legge nel numero di oggi del Fatto, è un uomo che agisce nell’ombra e che quando si muove lo fa sempre a colpo sicuro, una vera e propria macchina da guerra politico-mediatica al quale fanno ricorso tutti quelli che hanno un minimo di potere in mano per tentare di accrescerlo. Invischiato nelle indagini sulla P3, P4 e in quella sulla cosiddetta “Cricca”, Bisignani è l’uomo dalle mille risorse e quindi anche in grado di dare una mano al disperato Masi nel tentativo di ridurre al silenzio Michele Santoro. E una mano a Masi la sta dando anche il senatore Alessio Butti che, in commissione di vigilanza Rai, ha avuto la stupenda idea delle culture alterne. Se un martedì va in onda Floris, la settimana dopo toccherà a Belpietro. Un giovedì gnocc...cioè Santoro? Il giovedì successivo Sgarbi e via dicendo. Seguendo la logica del senatore fantasioso, che vuole imporre perfino il “taglio” da dare alle riprese, in Rai dovremmo assistere al balletto dei sinonimi e dei contrari. Un giorno Paperone? E l’altro Rockerduck. Uno Paperino? E l’altro Gastone. Il sabato Minnie? Quello successivo Trudy. Fino ad arrivare alla sfida dei titani fra Rocky Balboa e Ivan Drago. Cose da cosa nostra, intese come cose italiane, ovviamente.

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