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Il ragazzo invisibile

Creato il 17 dicembre 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

VqinEevPensavo fosse Marvel…invece era Salvatores

Quanto è realmente atipico il progetto di Salvatores per il mercato italiano? Molto, ma il regista milanese si è reso spesso protagonista di pellicole che esulano dal classico panorama nostrano (come non ricordare la dimensione ludica fantascientifica di Nirvana). Quindi ci si pone un’altra domanda: il gioco vale la candela?

Michele è un adolescente e vive a Trieste con la mamma Giovanna. A scuola i bulli lo prendono di mira e la ragazza di cui è innamorato (Stella) pare non accorgersi di lui. Tuttavia un giorno Michele scopre di avere un potere: quello di diventare invisibile.

Quando è stato reso noto il titolo del nuovo film di Salvatore (Il ragazzo invisibile) il pubblico ha immediatamente pensato che, data la vicenda (un adolescente orfano di padre, vessato dai bulli, con difficoltà a scuola e “invisibile” per la compagna di classe di cui è innamorato), Salvatores avesse realizzato un’opera metaforica ed esistenziale, che indagasse la difficile età dell’adolescenza. Tuttavia contemporaneamente il tam tam mediatico è stato più insistente e, oltre al trailer ufficiale, si è palesato un simbolo e i primi screenshot. A ridosso dell’uscita nelle sale il tutto è sembrato più evidente: Il ragazzo invisibile è una produzione italiana, ispirata al fumetto di Cajelli, Camuncoli, Dell’Edera e Vitti, che narra le vicende di un supereroe. Inoltre il film ripropone pedissequamente gli stilemi classici delle pellicole a sfondo “supereroico”. Difatti lo spettatore viene catapultato all’interno della vita di Michele, che scopre il superpotere, inizialmente non riesce a gestirlo, ma successivamente lo padroneggia e lo usa in modo intelligente. Come se non bastasse compaiono i cattivi, un passato sanguinoso e qualche rivelazione sconvolgente. Detto ciò pare di osservare la vicenda prevedibile di un qualunque supereroe statunitense (come non ricordare Spiderman), eppure il tutto assume un sapore autoriale, probabilmente perché la regia di Salvatores è coraggiosa, dettagliata e mai superficiale. E non è casuale la scelta del potere dell’invisibilità, ricco di valenze metaforiche e che, legato a doppio filo con il periodo adolescenziale, è contemporaneamente un’aspirazione e un incubo. Quindi dopotutto lo spettatore non è stato completamente disatteso.

Caratterizzato da effetti speciali artigianali (le esplosioni e la computer grafica lasciamole dall’altra parte dell’Oceano, in Europa preferiamo la tensione drammaturgica), Il ragazzo invisibile appare come un progetto coraggioso, quasi antitetico, ma coerente. E senza lesinare citazioni di genere, si rivela un progetto innovativo, atipico, ma profondamente radicato all’interno della cinematografia autoriale di cui fa parte Salvatores. Difatti Il ragazzo invisibile è saldo dal punto di vista narrativo ed evita di stroppiare, raccontando con lucida intelligenza lo spiazzamento di un personaggio costretto ad agire in un contesto a lui poco abituale, ma nel quale deve imparare a crescere e diventare grande. Una pellicola che strizza l’occhio ai giovanissimi divoratori di fumetti e che è in grado di far divertire un pubblico adulto, grazie alla sua capacità di saper intrattenere.

Uscita al cinema: 18 dicembre 2014

Voto: ***1/2


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