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Emancipazione femminile: 3 romanzi storici da non perdere

Creato il 23 aprile 2024 da Gliscrittori

Emancipazione femminile: romanzi storici perdere

Professione lettore Di Stefania Bergo. Romanzi storici da non perdere con protagoniste femminili indimenticabili: Carmela, Lina e Nives. Tre storie di emancipazione che raccontano la vita delle donne nate in aree rurali d'Italia dai primi del '900 fino agli anni '70: dalla provincia di Avellino alla Valtrebbia, dal depresso Polesine alla Merica.

Carmela in libertà di Elvira Rossi, Biglietto di terza classe di Silvia Pattarini e La ricamatrice di Maurizio Spano si concentrano sulla condizione delle donne, sulla lotta personale e sociale di tre protagoniste indimenticabili che vanno oltre le imposizioni del tempo e risalgono verso una maggiore consapevolezza di sé e del proprio valore, superando limiti economici e culturali.

Carmela, protagonista di Carmela in libertà di Elvira Rossi, presentato al Premio Campiello 2024.

Carmela è una pastorella della provincia di Avellino, nata nel '35 da una famiglia povera che non si può permettere di mandarla a scuola - le figlie dovevano aiutare la madre ad allevare i fratelli più piccoli, concorrere all'economia familiare lavorando nei campi, nei pascoli, andando a servizio presso le famiglie ricche o nelle sartorie. Era un tempo in cui le donne, anche in Italia, avevano più doveri che diritti - come tuttora succede, purtroppo, in troppi angoli del mondo. Ma Carmela non ci sta. Matura la consapevolezza di avere un ruolo nella società, di poter contribuire, di non dover lasciarsi trascinare come foglia al vento in balia di chi può approfittarsi della sua condizione di inferiorità data dall'analfabetismo. E si prefigge di imparare a scrivere, come importante atto sovversivo di liberazione, di conquista della propria indipendenza.

Trasferirsi in città non l'aveva resa più libera. Serva era e serva sarebbe rimasta. Era nata dalla parte sbagliata. Ecco, la parola libertà cominciava a farsi largo nella sua mente, e stabilì un confronto tra la vita in paese e la vita in città. Nonostante il lavoro non fosse gravoso e diventasse persino divertente quando giocava con i bambini, si sentiva relegata in una casa senza una sola ora di libertà.
Carmela temeva di essere impotente e incapace di ribellione. Analfabeta com'era non aveva scelta se non quella di servire. Pensava al padre, rassegnato a stare sotto padrone, alla madre che avrebbe voluto emigrare. Era questa la strada per riscattarsi dalla soggezione altrui?
Se un giorno si fosse sposata e avesse avuto figli, avrebbe fatto di tutto perché andassero a scuola. Chi aveva un'istruzione non aveva padrone. E lei i figli avrebbe voluto renderli liberi.

Carmela in libertà

di Elvira Rossi
PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Romanzo storico | Narrativa di costume
Copertina flessibile | 146 pagine
ISBN 9791254585634

Cartaceo 11,00€
Ebook 2,99€

Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un'Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l'affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un'adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell'epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela - acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere - un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un'esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.
Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all'Università di Salerno.
"Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. [...] Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso."

Lina, protagonista di Biglietto di terza classe di Silvia Pattarini, vincitore del Premio Letteratura delle radici 2023.

Lina, bisnonna dell'autrice, è una migrante che affronta il viaggio in cerca di una vita migliore nella Merica dei primi del '900, partendo dalla provincia emiliana in compagnia di altre ragazze. Una vita da ricostruire dall'altra parte dell'oceano, dove si scontra con la disparità retributiva di uomini e donne, lo sfruttamento del lavoro minorile e della contingenza degli immigrati, disposti ad accettare anche condizioni disumane pur di guadagnare qualcosa. Ma il suo spirito ribelle e il senso di giustizia la portano ad alzare la testa e diventare un'attivista, ispirata dalle donne americane che chiedono trattamenti salariali equi e condizioni di lavoro che rispettino gli standard di sicurezza e la salvaguardia di diritti inalienabili.

Il 1908 fu un anno importante caratterizzato da rivolte e scioperi nel settore tessile.
Un bel giorno Lina si ritrovò a sfilare per le strade di Manhattan al grido di "Women! Use your vote!".
Il corteo avanzava lungo le vie della città, i cori di protesta si facevano sempre più intensi, sfidando la polizia che li teneva a bada, e non si esimeva a usare manganelli, se necessario.
Le lavoratrici delle sartorie si erano date appuntamento. Avevano ottimi motivi per manifestare. A cominciare dallo sfruttamento minorile, piaga che attanagliava la società. Ma anche lo sfruttamento delle donne, che non avevano diritto di voto.
E ora quel diritto lo invocavano a gran voce: "Women! Use your vote! - poi ancora - Women! Use your vote!"
Voleva dare il suo contributo per migliorare la società. Pensava al futuro. Un giorno i figli o i nipoti sarebbero stati orgogliosi di lei. Era stufa di trascorrere ore e ore rinchiusa all'interno di piccoli laboratori, in cui gli uomini si occupavano di taglio e stiro, con stipendi più alti. Le donne assemblavano e rifinivano i capi d'abbigliamento ma erano sottopagate. Il loro lavoro non era importante quanto quello degli uomini? Perché mai dovevano essere pagate di meno? Era un'ingiustizia che non sopportava più.

Biglietto di terza classe

di Silvia Pattarini
PubMe - collana Gli scrittori della porta accanto
Romanzo storico
Copertina flessibile | 384 pagine
ISBN 978-8833669502
ebook 2,99€
cartaceo 18,00€

Lina ha poco più di vent'anni quando, per sfuggire alla miseria, lascia la Valtrebbia e s'imbarca su un bastimento con un biglietto di sola andata per New York.Nel 2023 il libro ha vinto il Premio
In terza classe il viaggio per mare è pieno di insidie e pericoli, tanti migranti, come lei, fuggono dalla disperazione, inseguendo il sogno di una vita migliore: la Merica.
È il 25 febbraio 1904 quando sbarca a Ellis Island, l'isola delle lacrime. Dopo umilianti controlli l'attende una nuova vita da cittadina americana.
Lina, determinata e coraggiosa, sarà in prima linea a lottare per l'emancipazione femminile, contro lo sfruttamento delle donne e dei minori. Incontrerà anche l'amore della sua vita ma dovrà pagarlo a caro prezzo.
Cos'altro avrà in serbo per lei il destino? Quali difficoltà dovrà affrontare?
Letteratura delle radici nella categoria narrativa italiana - biografia romanzata.

Nives, la protagonista di La ricamatrice di Maurizio Spano

Nives è nata nel depresso Polesine da una famiglia di contadini. La sua passione la porta a frequentare una scuola di cucito, diventando nel tempo una ricamatrice abile e ricercata, riuscendo a costruirsi una discreta indipendenza economica. È un'altra la dipendenza che grava sulle spalle di Nives, quella psicologica, emozionale, il suo sentimento per un uomo che la lascerà sola ad allevare un figlio in un momento difficile della nostra Storia. La guerra, l'alluvione, la dura vita della campagna e della ricostruzione, Nives affronta tutte le difficoltà della vita da madre sola. La sua storia è legata a filo doppio a quella del Polesine, un luogo che segna i suoi abitanti come l'aratro solca i campi coltivati.

"Ma dove sono finita? - chiese Nives, sbattendo gli occhi, incredula. - Perché non sono a casa mia? Lauretta che succede?"
"Sei in montagna, con me. Sono quasi sette giorni che sei mezza addormentata! - le rispose la sorella, seduta sul letto, tirando un sospiro di sollievo e toccandole la fronte con le dita - Mamma mia che contenta che sono che ti sei svegliata! Hai anche la faccia meno rossa. Lo aveva detto il dottore, ci vuole tempo ma ti passerà!"
Poi le raccontò tutto quello che era successo: l'acqua che entrava in casa, il viaggio, la febbre che non le passava mai.
[...] "La Rosa! La mia bambina! - gridò Nives, stringendo le coperte fra le mani - Dov'è la mia bambina?"
[...] A Nives, in quei giorni, sembrò d'impazzire. Se negli ultimi tempi, pur nella malattia, aveva mostrato netti segni di miglioramento, la notizia che la figlia, forse, era scomparsa, la fece cadere in uno stato di prostrazione che la portò quasi all'autodistruzione.
[...] Nives aveva allora ventisei anni e, in teoria, tutta la vita davanti. Tuttavia, a lei sembrava che tutto fosse già finito quella primavera; riprese a lavorare in campagna e fare tutti i mestieri in casa, esattamente come prima dell'alluvione. Sembrava che non fosse cambiato niente e invece lei aveva partorito una bambina e avuto un fidanzato e un sogno meraviglioso tutto da vivere e adesso, invece, non aveva più niente.

La ricamatrice

di Maurizio Spano
PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa | Romanzo storico
Copertina flessibile | 316 pagine
ISBN 978-8833665283
cartaceo 12,50€
ebook 2,99€

"Quando le tovaglie o le lenzuola erano particolarmente grandi, tanto da creare quasi una piccola capanna, mi piaceva andare sotto il tamburello e osservare l'ago che entrava e usciva dalla stoffa. Era come se la mamma mi ricamasse il Paradiso intorno."
Gianfranco ha otto anni e sogna d'incontrare sua madre Nives da giovane, quando sapeva sorridere come le ha visto fare in una vecchia fotografia. Un pomeriggio piovoso, mentre Nives ricama foglie e pappagalli su una tovaglia di lino chiaro, finalmente il suo sogno si avvera. Fa la conoscenza di una ragazza, con un sorriso talmente bello da farlo sentire in pace, che lo condurrà in un viaggio nel tempo attraverso gran parte del XX secolo, sempre in bilico tra ciò di cui è stato testimone o che gli è stato raccontato e ciò che semplicemente immagina. Un viaggio che, dipanandosi tra gli argini, le campagne e le piccole città di un remoto frammento della bassa Pianura Padana, lo porterà negli anni '30, lo renderà spettatore nell'alluvione del Polesine del '51, della vita nelle baraccopoli degli immigrati nella Francia del secondo dopoguerra e della rinascita italiana negli anni '60, di nuovo tra la gente della sua terra. È il bambino che ancora vive in Gianfranco, oramai vecchio, che racconta l'avventura di sua madre Nives e di un'epoca, di luoghi e di rapporti umani. Alla ricerca di una dignità che a tutti dovrebbe spettare di diritto e che invece Nives dovrà conquistare, per sé e suo figlio, inseguendo ingenuamente l'immenso sogno di felicità che fa girare il mondo.

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