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Il Rodizio della vita

Creato il 26 luglio 2011 da Danielevecchiotti @danivecchiotti

 

Il Rodizio della vita
Si definisce “Rodizio” quel particolare, tipicissimo ristorante brasiliano in cui venite fatti accomodare al tavolo e forniti di un piccolo dischetto di cartone bifacciale. Un lato, di colore verde, riporta la scritta “Sì, por favor”, l’altro è rosso e ha stampata su la frase “Não, obrigado”.
E’ insomma un semaforo gastronomico per mezzo del quale dichiarare la propria disponibilità a lasciarsi servire le varie portate con cui i camerieri, continuamente, girano per il locale.
Il Rodizio per antonomasia è a base di carne, e vede roteare il personale di sala con enormi spiedoni su cui è stato cotto ogni genere di cacciagione e salsicciame; ma esistono anche rodizi a base di pesce, di pizza, e addirittura di crepes alla francese.
Si paga un prezzo fisso e si mangia finché se ne ha voglia, fermandosi giusto quando si è lì lì per scoppiare.
Il fatto sta che, qui a Rio de Janeiro, anche la vita fuori dai ristoranti sembra aver preso la forma di questa brasilianissima forma di cenare, ed è come se il divario economico e sociale che spacca in due l’intera nazione avesse piazzato una lunga serie di dischi rossi sulla schiena dei milioni di indigenti delle favelas, riservando a un’altra fetta di carioca (così si chiamano gli abitanti della città) un banchetto su cui gozzovigliare all’infinito spartendosi anche tutto il superfluo.
Così cammini per la meravigliosa spiaggia di Ipanema, in un trionfo di gioventù allegra che passa i pomeriggi giocando a pallavolo e sorseggiando acqua di cocco con la cannuccia infilata direttamente nella noce ancora verde, e un attimo dopo l’occhio, voltandoti, ti cade su un ragazzo altrettanto giovane e bello che però sta dormendo infilato dentro una scatola di cartone.
Rigiri la testa e vedi il corpo atletico di un runner che si allena seguito dal suo personal trainer lungo la Avenida Atlantica, ma devi stare attento a non lasciarti distrarre dallo spettacolo a base di testosterone perché non ci vuole molto che qualche bambino di strada ti infili una mano in tasca e ti porti via tutto il contante che ti porti appresso.
Vai a visitare il leggendario stadio Maracanà, sul cui campo attualmente vanno a segno solo le ruspe che stanno preparando l’evento multimilionario dei mondiali di calcio 2014, e appena esci vedi un disperato che rovista nella spazzatura cercando qualcosa da mangiare.
Si sa.. Rio De Janeiro è la città delle grandi contraddizioni, degli attrezzi ginnici messi a disposizione gratuitamente nei parchi pubblici e sulle spiagge perché giovani e anziani possano mantenersi costantemente in forma, e delle baraccopoli dove i bimbi di otto anni vivono grazie al commercio della droga o magari prostituendosi.
E’ appunto il Rodizio della vita, come si diceva, un alternarsi di dischi verdi e dischi rossi distribuiti dal destino senza che nessuno possa davvero decidere quando cambiare menù.
Dev’essere per questo che si dice che Rio è una delle città più moderne della terra. Perché, con le sue contraddizioni e le sue divisioni nette, sta diventando sempre più il modello urbano di riferimento per il resto del mondo.

 


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