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Il senso del pudore di una spudorata per natura

Da Rossellamartielli
Quanto mi dà fastidio vedere ragazze belle, intelligenti e simpatiche perdersi dietro un uomo che non le merita.È proprio un fastidio fisico, ecco. 
Un tempo queste ragazze stavano a casa, attaccate al filo di un telefono che non squillava mai; interi week-end passati tra le quattro mura della propria stanza, tra lacrime e speranza, sempre più convinte di non valere nulla solo perché lui non le richiamava. Poi c’è stato l’avvento dei telefonini, seguiti a ruota da smartphone e social network, e lì è stato anche peggio.Il senso del pudore di una spudorata per naturaPerché oggi queste ragazze escono, ma le vedi lì, sedute al tavolino di un bar o di un pub, circondate da amici che letteralmente ignorano, perse come sono ad armeggiare con quei maledetti aggeggi, appese alla speranza di un suo messaggio privato su FB, di un cenno su Wazzup (si scrive così?), o almeno di un aggiornamento di status, tanto per accertarsi che il lui in questione sia vivo e non perso nei labirinti orgiastici con qualche troione biondo e rifatto (sto interpretando il pensiero di codeste ragazze eh, non fraintendetemi!).E qui veniamo a uno dei motivi per cui io non ho né i-phone, né uno straccio di smartphone (anche se aimé presto, causa lavoro e necessità di controllare spesso la mail, potrei trovarmi a doverlo comprare… ma sto cercando di rimandare quel momento con tutte le mie forze).Non ne sento il bisogno. 
Se sono fuori, con i miei amici, è con loro che voglio stare… sennò restavo a casa, no? Voglio essere presente in ogni luogo in cui vado, voglio godermi appieno la natura, la mia Capiroska, i miei amici, il buon sesso, gli incontri, l’aroma del caffè e l’ultima crostata che ho sfornato senza vivere nell’impellenza di pubblicare tutte le foto su FB.Quello al massimo lo farò dopo, comodamente, da casa.Sto parecchio su FB, perché è un modo per illudermi di non stare lavorando quando invece, mio malgrado, passo ore al computer per scrivere, editare, correggere e tutto ciò che il lavoro mi impone; scrivo anche parecchi status e parecchie cazzate che mi passano per la mente, e rido quando vedo come la gente le prende sul serio e pretenda di conoscermi attraverso quello che scrivo.No, le cose davvero importanti non si scrivono su FB. 
Almeno io non le ho mai scritte.È il pudore di una spudorata per natura: nei miei pensieri più segreti, inconfessabili, a volte persino perversi, ci entrano solo in pochi. Forse in tutta la vita non si contano sulle dita di una mano.Il senso del pudore di una spudorata per naturaFB è uno scherzo sociologico, è un esperimento che divertente, che dà molto materiale su cui riflettere e su cui scrivere.Non ho la pretesa di giudicare, perché il giudizio è la peggior forma possibile di approccio per chi vuol comprendere la natura umana; o, quanto meno, quel poco di comprensibile che vi è in essa.Il resto è pura irrazionalità, e davvero è decisamente meglio così.Ciò che si afferra con la razionalità, raramente ha fascino; ciò che posso ottenere come e quando voglio, raramente stuzzica il mio interesse, o anche solo un barlume di curiosità. Forse è che voglio vivere nel costante tentativo di afferrare l’inafferrabile, di catturare quell’attimo che mi faccia sentire viva per davvero, nella vita reale dico, sensazioni che solo dopo potrò riportare sul virtuale, preferibilmente tra le pagine di un mio libro o racconto.Non voglio vivere appesa a un filo-nonfilo, a uno status, a un messaggio, a un uomo o a un desiderio irrealizzabile.Non ho la pretesa di sapere come sia meglio vivere, o quale sia il senso del vivere, ma quel poco che so in merito è che la dipendenza – da qualsiasi cosa – è la maniera più insana e infelice di stare al mondo.E la libertà non è solo fare cose/vedere gente… la libertà è essere presenti al 100% in ogni attimo, in ogni sospiro ed emozione che fa battere il cuore…viversela senza proiettarla nel futuro, senza il limite dei doveri che ci aspettano, senza voltarsi costantemente verso un passato che - per quanto bello diventi attraverso la trasfigurazione di una memoria che raramente ricorda la verità - in definitiva è morto.
Non morite assieme a lui.

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