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Il senso della Storia e il senso del ridicolo

Creato il 12 febbraio 2013 da Mcnab75

celestino v

Credenti o meno, religiosi o pagani che siate, le “dimissioni” di Benedetto XVI rappresentano un evento storico, una singolarità dell’epoca moderna, a confronto della quale i cinque pontefici che hanno abdicato prima di lui, ultimo Celestino V, non reggono il paragone.
Da ieri mezzogiorno in poi, quando la notizia è stata resa pubblica, i social network sono scoppiati di commenti, di rimbalzi della news, di battute più o meno divertenti (alcuni lo erano, inutile negarlo). Io stesso, che appartengo alla schiera dei non credenti, sono stato coinvolto nel tam-tam mediatico. Inevitabile, per uno come me, che ama la Storia, e con essa gli episodi che la arricchismo.
E questo senz’altro lo è.
Una cosa che mi ha intristito è aver letto una caterva di commenti sulla falsariga del “Non me ne frega assolutamente niente.” Commenti che, per carità, sono leciti, ma rappresentano un modo superficiale e stupido di guardare alle cose del mondo. Un guardare in piccolo al grande, che non è minimalismo, bensì solo regressione intellettiva.

Accontenterò anche i più feroci anti-religiosi: tale atteggiamento l’ho visto riservare sempre più spesso anche per eventi storici di natura scientifica o culturale. Tanto per citare quelli che mi vengono in mente al momento, ricordo dei commenti del genere (“Non me ne frega niente“) riguardo alla missione marziana di Curiosity (a tal proposito vi ripropongo un valido articolo estivo dell’amico Davide Mana), così come per il “salto dallo spazio” di Felix Baumgartner. Idem per la morte di Rita Levi Montalicini: tra i tanti messaggi di cordoglio c’era un nutrito drappello di intelligentoni che twittavano “Tanto era vecchia, e poi rubava uno stipendio da senatore a vita“.
Ma lasciamo perdere, per questa volta, i giudizi morali su tali uscite infelici. Concentriamoci soltanto sul disinteresse, sull’apatia in cui buona parte dell’umanità sembra vivere, comodamente a mollo.
Nulla sembra scuotere questi personaggi, molti dei quali sono giovani o giovanissimi. Ma non si può nemmeno imputare questo menefreghismo virale all’età, visto e considerato che spesso tali atteggiamenti appartengono anche a persone piuttosto in là con l’età.

Il tipico commento su Curiosity era:

Il tipico commento su Curiosity era: “Coi soldi per questa missione potevano costruire degli ospedali in Africa.”

I tempi dell’interesse globale per altri eventi storici recenti – l’Undici Settembre, la prima elezione di Obama, la morte di Papa Giovanni Paolo II, la Guerra del Golfo – sembrano oramai lontanissimi, seppur ancora vicini in senso meramente cronologico.
Già la Primavera Araba, un movimento epocale tanto quanto quelli precedenti, e per molti versi anche maggiore, è tutto sommato passata in sordina, guardata con sbadigli e disinteresse dal tipico occidentale medio, interessato soprattutto a non perdersi la puntata di MasterChef o il quiz preserale.
Dunque il vento della Storia non soffia più?
Certo: forse l’abdicazione di un Papa, il viaggio di una sonda su un lontano pianeta disabitato, o la rivoluzione in paesi esotici come la Libia o la Siria possono davvero apparire distanti dalla nostra quotidianità. Ma spesso non è così. Mai sentito parlare dell’Effetto Farfalla?

Mi chiedo comunque quali sarebbero gli sconvolgimenti tanto forti da annullare questo disinteresse verso il mondo. L’incontro con una civiltà aliena? La scoperta del viaggio nel Tempo? Un secondo attentato grave nel cuore dell’Occidente? Una pandemia?
O forse nulla di tutto ciò?
Stiamo andando verso una società che si avvia verso l’egocentrismo totale?
Chi lo sa. E magari a molti non interesserebbe comunque.

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