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Il sommo vate Giuseppe Iannozzi intervistato da Angelika Karamella

Creato il 10 luglio 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

a cura di Angelika Karamella

Le Nove Porte di Angelika Karamella
La sottoscritta, Angelika Karamella, invita ufficiosamente Il Sommo Giuseppe Iannozzi a sottoporsi a una serie domande sessual-sociologiche al fine di soddisfare la sua morbosa curiosità e quella di tutte le amanti che, da tempi ignoti, compaiono e scompaiono dal suo letto.

io il migliore

Iannozzi Giuseppe - The Best in World

1. La prima domanda è di rito, ed esige una risposta esaustiva per una migliore comprensione.
Sommo Giuseppe Iannozzi, a quale classe di Uomo ritiene di appartenere?

A quella degli sfigati. Ogni bipede è prima di tutto uno sfigato, sia che stia con una donna sia che stia con Onan raccontandosi un ricordo e una barzelletta sporca. Il morale gli è sempre giù. L’uomo è un essere piccolo e meschino: più cerca d’entrare in una donna e più ne esce. E’ un mistero. Un autentico mistero, come la Vergine Maria e il buco nell’ozono.

Ad esempio, ricordo che una volta stavo scrivendo questa lettera. Per fortuna l’ho solo iniziata. Mai finita. Possiamo definirla come un coito interrotto messo nero su bianco. E meglio ancora, tanto bianco e poco nero: quattro parole, niente di più.

Cara, tu ben sai quanto io ti voglio bene. Si può dire che mi dai alla testa, proprio come un vinello al metanolo. Che c’è, sono sarcastico? Amore, amore, amore… ricordi quante volte ti ho chiamata così, troppe, così tante che l’Amore – quello con la A maiuscola – si è suicidato in Borsa. Non hai capito! Al solito, non che mi aspettassi qualche cosa di diverso, che so, un po’ di sensibilità femminile… insomma ero preparato al tuo cinismo. Allora te lo dico secco: tu, con me, a letto c’eri come la Madonna con Giuseppe. Non si moveva mai una foglia, o meglio io ce l’avevo sempre in tiro, anche quando tu ci avevi i bigodini in testa e ti sbattevi fra le lenzuola dandomi le spalle. Io ti baciavo il collo e tu mi rispondevi con una gomitata sui denti. Brontolavi sempre: tu ogni sera avevi le tue cose, non si faceva mai niente con te, e guai a metterlo in quel posto, urlavi e minacciavi di chiamare il 113. Io con te le ho provate tutte: sono arrivato al punto di masturbarmi fino a farmelo scoppiare fra le mani…

Quello che voglio dire è una cosa tanto semplice quanto complicata: alla fine ci si ritrova sempre con qualcosa in mano, per piccolo che sia. Il più delle volte si tratta del proprio arnese, perché uno vorrebbe sempre scopare, lei mai e quando sì o ha l’emicrania o ha le sue cose. L’uomo più fortunato del mondo scoperà sì e no un paio di volte all’anno. I sbruffoni invece non si contano: milioni, tutti al bar a guardare altri uguali a loro. Si riconoscono guardandosi appena, e allora per darsi un tono, con la patta moscia fra le gambe, più piatta d’un mare preso dalla bonaccia, cominciano a raccontare di scopate micidiali che li hanno prosciugati. Certo, lo sanno che stanno mentendo a sé stessi, ma se non lo facessero avrebbero solo un’altra via… e qualcuno, alla fine, stremato, la imbocca. Ti posso dire che un uomo non è un vero uomo se prima non è stato con un marinaio e ci ha fatto tutto, anche la colazione al mattino, a letto.
Ma mettiamo i puntini sulle “i”: anche dopo – sì, anche dopo che uno l’ha fatto con un altro -, un uomo rimane sempre uno sfigato. Non c’è niente da fare. Tutti quelli che c’hanno il pene fanno parte d’un’immensa categoria più vecchia del cucco, quella degli sfigati. Perché è la natura che vuole che sia così. Ma c’è un modo per essere esseri umani finalmente liberi: riconoscere la propria parte femminile con serenità. No, non sto parlando di checche. Ne abbiamo fin troppe di checche, di galline e di pavoni della domenica. Dico solo che bisogna che il maschio impari a prenderselo in quel questo, sì, dalle donne. Un grande amatore è uno che sa riconoscere che è la donna a dominare, che è sempre e solo lei a penetrare nell’animo. Occorre una presa di coscienza: l’uomo non penetra, semmai viene penetrato ma solo se accetta il suo lato femminile senza vergogna.

2. L’Uomo con la U maiuscola, secondo il suo insigne pensiero, si sta davvero estinguendo? Si conceda generosamente… lei capisce che tutta l’umanità ne è coinvolta.

Il mito dell’Uomo, dell’Adone, del Don Giovanni, del Dux, è una illusione che è arrivata sino ai giorni nostri. Perché ancora oggi si parli di categoria uomo con la U maiuscola è facile da spiegare: tutti gli uomini con u minuscola, cioè milioni di milioni, hanno trasmesso oralmente e non solo il mito, falso ovviamente. Le cortigiane e le veline d’ogni tempo si sono rese loro malgrado complici degli omarini e così il mito, inventato di sana pianta, dell’uomo adulto è a tutt’oggi viva illusione.

3. Lei si è sempre distinto fra le sue donne per tempra, ardimento, intelligenza e simpatia, ma secondo Lei sono queste le caratteristiche che una donna cerca in un uomo? Mi sorge un dubbio: Ma Lei ha dei punti deboli? Confessi.

Ad essere sincero non ho mai capito che cosa cerca una donna. Indubbiamente cerca e non solo in un uomo. La vita femminile è tutta una lunga ricerca che non ha mai fine, neanche con la morte. Un miracolo? O una punizione per il fatto d’esser nata femmina? Sia come sia, una donna è un miracolo di per sé e poco conta che su di lei gravi il peso d’un miracolo o d’una punizione.
Certo che sì, ho un punto debole: le donne. Se poi è una donna in lacrime, non importa quale sia il motivo perché sta piangendo, io mi sciolgo e così qualcuna se ne approfitta più del dovuto. D’accordo che le lacrime sono per una donna un’arma, ma andrebbero adoprate con molta attenzione soprattutto nei confronti del sottoscritto, al quale basta un luccicone per farsi più tenero di un panetto di burro.

4. A mio avviso la donna è una seduttrice: morbida, giocosa, dolce, fantasiosa, erotica e sensuale in ogni istante della sua vita.
A letto, inoltre, dovrebbe sorprendere il proprio uomo (occasionale o fisso) e coinvolgerlo fisicamente e mentalmente. Lei che ne pensa di questa considerazione?

Io sono certo, nel mio piccolo, che non esiste né dio né altro dopo la morte. Però se oggi qualcosa di divino esiste, non c’è dubbio che è il sorriso di una donna innamorata. Di una madre che lotta giorno dopo giorno contro la fame e la povertà per tirare su i figli. Di una donna che è costretta, suo malgrado, a fare la vita. Di un’amante che viene tradita e percossa da quello che è il suo uomo, e nonostante tutto ha ancora un sorriso carico di forza per denunciarlo.
Penso che è giusto pensare alla donna, morbida, giocosa, dolce, fantasiosa, erotica e sensuale; penso che sì, sia giusto pensarla amante di giochi e cuscino di sogni: ogni uomo desidera in cuor suo d’incontrare una donna che sia tutte queste cose insieme, che sia femmina. Molte donne, oggi più di ieri, tendono ad annichilire la loro femminilità nascondendola sotto una patina di durezza, di volgarità più spesso, nell’illusione di riuscire così a farsi forti nel mondo. Dimenticano la muliebrità, non si rendono conto che è la loro più grande forza, una bellezza che nessuno potrà mai strappargli tranne nel caso siano loro stesse a volerlo.
Sono d’accordo. Una donna a letto sa coinvolgere il proprio amante, e sa coccolarlo anche: i maschi sbrufferanno sempre, ma non è vero quando dicono a una femmina che le coccole d’amore glielo fanno diventare moscio. E se gli diventa davvero morto in mezzo alle gambe per delle coccole senza altro fine se non quello di regalare amore, allora un uomo così è meglio perderlo che trovarlo.

5. Mi concedo un’altra valutazione, vista la sua disponibilità e cortesia, ponendole un piccolo quesito. Io credo che alcuni uomini siano diventati un po’ troppo accomodanti, in ogni ambito. Che fa, concilia oppure no?

Vostro Onore in gonnella, posso patteggiare?
No. Ecco. Lo sapevo.
D’accordo, vediamo da dove cominciare… gli uomini sono diventati con gli anni delle sogliole, oltremodo piatti. Accomodanti in politica e negli affari: guardano solo al proprio tornaconto. Il sesso maschile credo sia maggiormente egoista di quello femminile. Ma le donne sono più arriviste degli uomini, perlomeno in certi ambienti pseudo-culturali. Ci sono giovinette disposte a darsi via per una magra apparizione in tv o sulle pagine d’un giornaletto per soli uomini. Però se tutto ciò esiste, un po’ da sempre, è perché gli uomini vogliono che esista un mercato così, non proprio di prostituzione ma neanche poi troppo pulito. Per ottenere dei favori, di qualsiasi natura, alcune ragazze si concedono: bisogna poi vedere se il gioco vale la candela, perché il più delle volte la candela è in realtà solo un fuoco fatuo. Ci si vende in ogni ambito: a cominciare dal mercato ortofrutticolo fino ad arrivare a Wall Street. Ma non si vendono solo le donne, anche gli uomini, dandolo via o in altra maniera.
La domanda è molto ampia, “in ogni ambito”: posso sintetizzare dicendo che se ci sono uomini accomodanti è perché ci sono donne accomodanti e viceversa. Sin tanto che permarrà questo stato di cose si andrà avanti alla boia d’un giuda e mai per merito: in Italia la meritocrazia è tabù, a nominarla ti si rivolta contro tanto la Destra quanto la Sinistra, per non parlare poi dei centristi e dei radicali liberi!

6. Nelle sue interviste, spesso e volentieri, chiede alle sue donne di spogliarsi di ogni pudore e sentirsi libere di esprimere il proprio pensiero sessuale. Ma secondo Lei, nella società attuale, quale importanza ricopre il pudore? Pudore di sentimenti, pudore in fase di corteggiamento, e via discorrendo.

Il pudore, oggi come oggi, diciamo pure che è un accessorio. E’ così facile vedere del nudo che davvero non c’è bisogno di chiedere a qualcuno di spogliarsi. Se accendo la tv, poco ma sicuro, che c’è un talk-show con un bel corpo di ballo. Oh, non mi si fraintenda: quei bei posteriori me li guardo, l’occhio cade, ma il mio discorso è un altro, oggi c’è molta meno ritrosia a scoprirsi rispetto a ieri. Anche quando non è necessario. C’è così tanto nudo, a tutte le ore, in tv e sui giornali, che – lo giuro – oramai non ci faccio più caso: la nudità è una moneta che ha in sé l’inflazione. A me succede che mi eccito di più guardando una bella donna ben vestita, che lascia intuire le curve con femminilità, che non una con una minigonna vaginale e una maglietta più stretta e piccola d’un preservativo sul pipino d’un gorilla. Esprimere con malizia la propria idea intorno al sesso è un atto erotico, dirlo senza né se e ma in maniera sboccata, con linguaggio peggiore di quello d’uno scaricatore di porto, è eccitante come avere la lama d’un rasoio troppo affilato sul collo.

Il pudore è una questione di educazione sentimentale. Oggi non si sa più che cosa sia il pudore e la sensualità: si è così tanto circondati dalla volgarità fine a sé stessa, dal kitsch, che nessuno ci fa più caso. I più ciechi credono che per rendere appetibile la volgarità bisogna rincarare la dose.

Per l’attuale società il pudore non esiste, quindi non gli attribuisce alcun valore. Domina il kitsch nella seduzione, nella pubblicità, nelle arti.
Posso dire che tutte le amiche che ho intervistato e a cui ho chiesto dei loro gusti sessuali hanno saputo essere delicate e simpatiche, oneste, e anche eccitanti. Non sono mai state volgari. Forse sono solo stato fortunato sino ad ora!

7. Anche se la domanda potrebbe sembrare scontata, gradirei ugualmente sapere come corteggerebbe la sua donna di turno.

Questa sì che è una domanda difficile. In verità nell’arte del corteggiare io sono un vero disastro, cioè un casino. Non so mai come cominciare e dove andare a parare, difatti posso vantare tanti e tanti fallimenti. Ahimé ho un portamento sin troppo romantico, così io già m’immagino! Insomma, per farla breve faccio proprio la figura del coglione, puntualmente, anche se poi magari combino, per puro caso. La figura che faccio è quella che canta Brassens in Marinette: “Mi intappo e vado a prender la Milena, faccia smorta,/ la trovo sulla porta con un “randa” a pomiciar!/ Io lì con le mimose come un coglione, oh mama,/ io lì con le mimose come un coglione…/ Decido di bruciare il cervelletto alla Milena,/ ma lei, ‘sta brutta scema, è morta già di raffreddor!/ Io lì con la pistola come un coglione, oh mama,/ io lì con la pistola come un coglione…” (traduz. Nanni Svampa – testo originale, Marinette – Georges Brassens)

8. Sempre per restare in tema di domande ‘classiche’: Secondo Lei, cosa è davvero erotico per un uomo?

Una donna che non abbia vergogna d’esser donna e femmina. Che mostra tutta la sua natura senza paura né remore. La natura è l’erotismo più bello e completo e il più semplice.
Non è erotico sentirsi dire che “per un pezzo di salsiccia una mica si deve tenere in casa tutto il maiale”. Non sono tutte rose e fiori, e le donne, al pari degli uomini, sanno essere molto crudeli quando vogliono.
Trovo molto erotica la femme fatale: c’è solo un piccolo inconveniente… il rapporto sarà sicuramente lei a troncarlo, la qualcosa mi preoccupa parecchio, ragion per cui meglio fare delle avancés a una crocerossina, a una pin-up o a una bella contadinella.
Una voce femminile, un po’ bambina, è il massimo dell’erotismo. L’ideale sarebbe una donna-bambina, una donna fatta ma che ha in sé conservato la meraviglia, la fantasia e la gioia e la bellezza ingenua d’una bambina. No, non una lolita. Parlo di una donna fatta, con tutte le curve nei punti giusti, niente di acerbo: che però sia anche un po’ bambina, non troppo, perché le civette mi fanno cadere le palle.

9. Concludo questa ‘piacevolissima inquisizione nelle parti basse della sua illustre mente’ con la domanda, a mio avviso, più importante. Si concentri e si ricordi che tutte le sue donne, in questo preciso istante sono sintonizzate sulla sua persona; stanno sgranando gli occhi e mordicchiandosi le labbra con morbosa curiosità (almeno quanto me), per cui:
Quale errore (di distrazione) abbiamo fatto o facciamo noi donne nei confronti di un uomo e quali sono oggi le responsabilità che una donna dovrebbe assumersi, per ri-trovare armonia sessuale e/o sentimentale?

Cosa deve fare, quindi, la donna per salvare la scimmia di turno?
Forse hai fatto un po’ di confusione: io non sono un sessuologo, né un consulente famigliare e nemmeno Dio. Se riuscissi a rispondere in maniera esauriente a questa domanda, ti assicuro che avrei il mondo intero nelle mie mani.

Innanzitutto ci provo, però ‘sta cosa che tutte le mie ex possano leggermi in questo momento, sono sincero, un po’ mi preoccupa. Ma io spero che abbiano meglio da fare che leggermi. E’ comunque un rischio che mi tocca di correre.

Dunque, le donne migliori finiscono sempre con lo stare dietro a un bastardo e non si filano mai quello che è invece un bravo ragazzo. Non capisco: perché una ragazza dovrebbe innamorarsi di uno che la maltratta, che non ha rispetto alcuno delle sue opinioni, che la sottomette in ogni senso? Eppure sono tante a cadere nello sbaglio. Solamente quando è troppo tardi, quando oramai la giovinezza è finita, si rendono conto d’aver dato il loro cuore a qualcuno che non lo meritava affatto e allora prendono a sospirare e a piangere, di vergogna per tutti quei giovanili sogni d’amore che loro stesse hanno tradito stando con un bastardo.

Uomini e donne dovrebbero cercare d’incontrarsi, come semplici amici soprattutto, e non pensare sin dal primo momento di combinare. Se uno e una s’incontrano e si leggono negl’occhi che entrambi vogliono solo un rapporto occasionale, bene, niente di male. Ma se due persone s’incontrano, e una delle due ha già pronta la lista nozze, diciamo pure che la situazione diventa a dir poco imbarazzante.

Sinceramente non so cos’altro consigliare: non sono Dio – né lo vorrei un ruolo così tanto infame -, ragion per cui se una donna vuol tenersi stretto il suo scimmiotto di turno che glielo dica chiaro e tondo che è proprio quello, una scimmia. Forse capirà e la prenderà sul ridere!

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Ringrazio il Sommo per aver sparso il proprio seme di verità nel mondo.
Le pagine di storia, ora, avranno certamente qualcosa da ricordare: Un nome, un volto …un uomo: Giuseppe Iannozzi

 


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