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Il sottoscritto

Da Paride

Quello che mi fate rimpiangere,
il non avere fatto.
Mi fate rimpiangere di non aver mai lanciato una bottiglia
il mio educato contegno,
quello che mi fate rimpiangere è di non essere stato mai il primo a cadere.
Un metodo criminale sa trascinare nel fango,
ebbene,
quello che mi fate rimpiangere è di avervi seguito
quando invece avrei dovuto andare.
È sempre e soltanto la solita parte
quella che alimento
l’uomo garbato e il suo buonsenso.
La mia ingenuità è la stessa di chi alza un estintore,
respira ancora dopo essere caduto da nove metri
si difendeva dallo stato che anche sul traliccio elettrico
voleva venirgli a raccontare la sua democratica soluzione,
una mattanza di scimmie che, ridono, corrono, scorrono, cibandosi e intanto
stuprando i nostri concetti etici.

Schernisce il mio amore chi non sa che fare.

Io intanto
in questo mondo limitato, inseguivo un sogno
quando incontro l’autorità competente.
Non credo di piacerle.
Però ch’é buffo,
a vederlo ha l’aspetto di un un goffo e pigro persiano,
il potere,
che ci guarda e si lecca i baffi,
ed io penso
perché non invadiamo l’Aventino, tanto
una volta occupato non sapremo che farci,
ma, almeno, avremo qualcosa da raccontare, finalmente,
anche noi, a tutti quei pezzenti che ci chiedono spicci per strada,
al tramonto.


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