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IL SU-POST DEL SABATO. Berlusconi e il Quirinale. A giudizio il trio della “passera” e lo show di Scilipoti in tv

Creato il 07 maggio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL SU-POST DEL SABATO. Berlusconi e il Quirinale. A giudizio il trio della “passera” e lo show di Scilipoti in tvPillolaIl ragionamento del Presidente della Repubblica è semplice, lineare, logico e soprattutto rispettosissimo della Costituzione. Giorgio Napolitano, dopo la firma del decreto di nomina dei nuovi sottosegretari (nomina che non ha contestato perché rientra fra le competenze e i diritti del presidente del consiglio), ha preso carta e penna e scritto una nota nella quale, suppergiù, dice: “Cari signori presidenti di Camera e Senato, egregi signori della maggioranza, come avete visto ho firmato senza batter ciglio le nomine dei viceministri. Prendo atto che fra loro ci sono esponenti eletti nelle file di forze politiche diverse da quelle che sostengono attualmente il governo. Sarebbe auspicabile che, essendosi costituita formalmente una nuova maggioranza, il Parlamento si esprimesse per sancirla ufficialmente”. Fin qui la nota apparentemente innocua del Quirinale. Usiamo “apparentemente” perché Silvio, essendo abituato a mestare nel guano del suo mondo tarocco, ha immediatamente subodorato l’inganno e si è chiesto: “Perché il ‘vecchio’ mi vuole rimandare un’altra volta alle Camere quando tutte le votazioni fatte fino a questo momento dimostrano che la maggioranza c’è ed è coesa”? Berlusconi, che a furia di frequentare padani, dorotei, fascisti e craxiani qualcosa di politica ha iniziato a capire, ha compreso che Napolitano ha preso atto che il suo è stato un ribaltone, che ha messo in opera un vero e proprio mercato delle vacche e ripristinato il "mercatino del vintage e dell’usato del giovedì" di Montecitorio. Ha raccattato anticaglie e articoli di modernariato e, con questi, ha arredato la sua casetta dopo che i finiani l’avevano spogliata di parte delle suppellettili. Ed essendo uno che pensa male a prescindere, Silvio si è detto fra sé: “Vuoi vedere che Giorgio intende approfittare del malumore dei Responsabili per mandarmi a casa? Vuoi vedere che la sua è stata una mossa per mettermi in difficoltà alle prossime elezioni amministrative facendo intendere agli italiani che il governo del fare campicchia invece di tenere saldamente in mano la situazione”? Eh sì. Forse è proprio così, visto che uno dei leit-motiv della campagna elettorale del Pdl è quello di dire: “Votateci perché stando già al governo centrale, per le vostre città e per le vostre province noi avremo un occhio di riguardo”. Comunque, Gianfranco Fini ha fatto sapere che la nota presidenziale rientra fra le prerogative del Capo dello Stato e che la terrà in considerazione. Silenzio invece da parte di Renato Schifani il quale ha detto di non aver ricevuto ancora nulla. “Tutta colpa delle poste comuniste”, ha chiosato il Presidente del Senato.PillolinaNicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora sono stati formalmente rinviati a giudizio. Il reato: favoreggiamento e induzione alla prostituzione, anche minorile. Se n’era parlato per mesi, ma quella richiesta di andare a processo sembrava essersi persa nelle segrete del tribunale di Milano dov’era stata depositata per proteggerla dall’assalto dei vecchietti della Santanchè. Immediatamente raggiunti dai giornalisti, i tre hanno affermato che se lo aspettavano, ribadito la loro assoluta innocenza ed estraneità, dichiarato guerra ai pm fiancheggiatori delle Br che popolano il palazzo di giustizia della capitale longobarda. L’unico vero colpo di scena è stato la defenestrazione della legale di Nicole Minetti voluta, sembra, da Silvio Berlusconi in persona, personalmente, infuriato dalla dichiarazione dell’avvocato Daria Pesce la quale, il 15 febbraio scorso aveva detto: “Sono amica di Berlusconi, difendo e ho difeso alcuni manager di Mediaset, ma è lui che deve adeguarsi alla nostra strategia e difendersi dalle accuse in tribunale”. Ora, come tutti sanno, Silvio di andare in tribunale non ne vuole proprio sapere. Sta partecipando alle udienze preliminari perché non si entra ancora nelle pieghe dei dibattimenti; quando accadrà staremo a vedere che tipo di legittimi impedimenti porterà a giustificazione delle sue assenze. Quello che però salta agli occhi di tutti è la calma serafica con la quale l’avvocato Pesce ha risolto “consensualmente” il rapporto di lavoro con la ex igienista oral-dentale del premier. Voci bene informate dicono che Silvio abbia promesso alla Pesce un posto in Parlamento. Un avvocato in più, per giunta pagato dallo Stato fa sempre comodo.SuppostaIeri sera, in preda a una crisi compulsiva di zapping, ci siamo imbattuti nella faccia di Domenico Scilipoti. Non era una tribuna né un talk-show politico, semplicemente stava andando in onda “Mi manda Rai tre”. “Vuoi vedere che Mimmo ha truffato qualcuno”, ci siamo detti. E invece l’onorevole Scilipoti non era stato chiamato come politico, ma nella sua veste di medico agopunturista, omeopatico, meteropatico, psicopatico, cardiopatico teorico della medicina alternativa. Il fatto in discussione era questo: una ragazza, colpita dal morbo di non-Hodgkin, invece di essere sottoposta ad un ciclo di chemioterapia grazie al quale si sarebbe potuta salvare, era ricorsa alle cure di medici specialisti “alternativi” i quali le avevano detto che, qualora non si fosse sottoposta al trattamento chemioterapico, la sua guarigione sarebbe stata certa. Come spesso accade in questi casi, la ragazza era morta e la madre si era rivolta a Rai Tre per avere giustizia. Il medico “responsabile” del fattaccio è un amico del dottor Scilipoti, il quale lo aveva invitato a tenere una relazione ad un convegno da lui organizzato qualche tempo fa. Edoardo Camurri, il neo conduttore della trasmissione che fu di Antonio Lubrano, gliene stava chiedendo conto quando Mimmo ha iniziato il suo personalissimo show fatto di urla, strepiti, accuse e l’insulto finale al conduttore: “Lei è un mascalzone”. Resta in piedi una domanda: come ha fatto l’onorevole Di Pietro a candidarlo nelle liste dell’Idv? Quante tessere del partito possedeva all’epoca dei fatti l’agopunturista di Barcellona Pozzo di Gotto? Su quanti voti poteva contare? E, soprattutto, aveva il suddetto Scilipoti la fedina penale immacolata oppure no? Ma a Di Pietro interessano tessere e voti, il resto è un misero Razzi.

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