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Il tam tam sulla farina di manioca è partito

Da Castprogetti

JpegL’uso di farina di manioca è una tradizione del passato tra le comunità della sotto-contea di Ganze. In realtà, la maggior parte delle persone la ricorda come una pratica arretrata e arcaica, associata ai propri antenati. Ciò nonostante, il suo impiego è sempre stato limitato a un singolo uso: fare ugali*, comunemente noto come “jora”. Grazie al progetto Mihogo i beneficiari hanno partecipato a una serie di corsi di formazione sul valore nutritivo della manioca e su come realizzare vari prodotti a base di farina di manioca.
All’interno del progetto pertanto è stata organizzata la formazioni di un team, guidato dall’esperta nel cambiamento dei comportamenti del CAST, e costituito da due esperte di economia domestica della Pwani University di Kilifi – la sig.ra Mbogo e la sig.ra Mwasambu, e una nutrizionista dal Ministero della Salute, la signora Rachel. Il team ha realizzato incontri di sensibilizzazione e dimostrazioni di cucina a eventi pubblici, presso le scuole e con gruppi più ristretti. La squadra ha sapientemente insegnato ai partecipanti il valore nutritivo della manioca e come preparare porridge, ugali, chapati*, maandazi*, ciambelle, torte e biscotti, il tutto preparto con miscele fatte di farina di manioca e altre farine come quella di mais, di grano e di miglio.

Nathaniel, del gruppo di auto-aiuto Baraka Magambo, racconta come l’uso della farina di manioca lo abbia aiutato a ridurre i costi. È riuscito a integrare la farina di manioca ai suoi pasti quotidiani mescolandola con farina di mais per fare l’ugali e con farina di grano per fare il chapatti o il maandazi, con un rapporto di 1: 1. “Questa nuova conoscenza è stata molto utile per me e la mia famiglia. Utilizzando la farina di manioca sono stato in grado di risparmiare una notevole quantità di denaro che ora uso per comprare altri oggetti domestici.

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Prima acquistavo solitamente 20 kg di farina di mais a settimana per la mia famiglia, a 1000 scellini (10€ circa). Ora ne compro 15 Kg a 750 scellini (7,5€ circa) e la mescolo con 5 kg di farina di manioca che produco dal mio acro di fattoria, risparmiando 250 scellini (2,5 € circa)” Inoltre Nathaniel non acquista più nulla per la prima colazione poiché o bolle manioca prodotta dalla sua azienda o prepara maandazi mescolando farina di grano e farina di manioca nel rapporto 1: 1, il che gli consente di risparmiare 60 scellini (6 € circa).
A Bamba, la signora Joyce del gruppo Jipe Moyo rivela con orgoglio come la farina di manioca abbia cambiato positivamente la vita della sua famiglia. Ci mostra il libretto del suo commercio di maandazi, meticolosamente compilato. Joyce vende maandazi preparati con farina di manioca e farina di grano nel rapporto 1: 1. “La gente di villaggio di Miereni ama veramente i miei maandazi. Si vendono molto più velocemente di quelli fatti solo con la farina di grano”, confida gioviale.
L’impiego di la farina di manioca nella sub-contea di Ganze è in costante aumento. Aree che inizialmente erano scettiche delle varietà di manioca promosse dal progetto stanno gradualmente adottando l’abitudine di impiegarla in cucina, come testimoniato da Santa, un membro della comunità che viene dal villaggio di Kizingo, una delle zone inizialmente più scettiche. Lei compra la farina da un vicino gruppo e la usa per cucinare il porridge tre volte a settimana e il chapati una volta alla settimana. Chiaramente, il consumo di manioca e dei suoi prodotti sta giocando un ruolo importante nel promuovere la sicurezza alimentare a livello familiare e tra i beneficiari dei villaggi e già partito il tam tam sui lati postivi della farina di manioca.

 * L’ugali è un alimento a base di farina e acqua, simile alla polenta.
Il Chapati è un tipo di pane tipico della cucina indiana, molto diffuso in Kenya e Tanzania.
I Mandasi sono piccole focaccine dolci e leggermente speziate. (n.d.t)

 Susan Juma
Responsabile del monitoraggio
Staff CAST Kenya


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