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Il Teatrino delle Meraviglie: Va in Scena l’Illusione

Creato il 05 marzo 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il marzo 5, 2012 | TEATRO | Autore: Agnese Maugeri

Il Teatrino delle Meraviglie: Va in Scena l’IllusioneUn ex teatro dove dalle pareti corrose dal tempo sbuca fuori qualche arazzo e degli accenni di palchi, tutto sembra caduto in un sonno profondo, sul pavimento si può trovare, un filo d’erba nato dal nulla, ma lì nel centro di questo luogo desolato ecco un vecchio palcoscenico, miracolosamente sopravvissuto. Su di esso vi sono delle casse antiche da dove fuoriescono ora un guanto, ora una manica, un cappello, costumi di chissà quale spettacolo, e poi, tutto intorno, resti di macchine da scena, attrezzi di illusione e fantasia che muovono il sipario, modificano le luci e creano quella magia chiamata teatro. Questo è ciò che vede il pubblico de “Il teatrino delle meraviglie”, opera di Miguel de Cervantes rivisitata e diretta da Roberto Laganà Manoli, quando si apre il sipario sul palco del Teatro Angelo Musco, e questo è lo stesso scenario in cui si ritrovano per caso i protagonisti, attori, del recital. Una compagnia di artisti guidata da due travolgenti e bravi capicomici, interpretati da Mimmo Mignemi e Fulvio D’Angelo, si trova lungo il suo cammino, in questo luogo che racchiude in sé, nella sua trascuratezza un senso mistico atemporale, e qui trovando questi oggetti di scena i due attori insieme a tutta la compagnia iniziano a inventare, a creare scenette, siparietti, a giocare al teatro dando vita al fenomeno del metateatro che diverte e coinvolge lo spettatore. “El retablo de las maravillas”, nome originale dell’operetta, fa parte di un testo di Cervantes intitolato “Ocho comedias y ocho entremeses” (1615), il suo capolavoro teatrale furono proprio gli intermezzi di cui Il teatrino delle meraviglie è uno splendido esempio. La bravura del regista Roberto Laganà Manoli è stata proprio quella di non calcare la mano sul testo originario, ma basandosi su diverse traduzioni ha cercato di decriptare l’intensione che l’autore iberico ha voluto imprimere nelle sue pagine; ha così preso alcuni di questi intermezzi e, rimescolandoli, ha creato uno spettacolo perfettamente amalgamato, divertente, colorato, che ricorda molto i tratti tipici della commedia dell’arte e in un certo senso anche del teatro dell’assurdo.

Il Teatrino delle Meraviglie: Va in Scena l’Illusione

Sono tre le donne protagoniste interpretate da Maria Rita Sgarlato, Manuela Ventura e Margherita Mignemi ed ognuna di loro, così come tutti gli altri attori sul palco, veste più ruoli: esilarante Margherita Mignemi nella parte di “Chitarrino” cantastorie de Il teatrino delle meraviglie. Le tre attrici recitano insieme in un siparietto, dove la nobildonna Lorenza (Maria Rita Sgarlato) sposa di un vecchio geloso e ricco, si lascia convincere dalla sua vicina, la Signora Orticosa (Margherita Mignemi), e decide di curare la sua triste condizione di moglie rinchiusa, facendosi trasportare dalla passione di un’avventura extraconiugale con un bel giovane procuratole da quest’ultima. Complice della donna la sua cameriera Cristina (Manuela Ventura) che cerca di aiutare la padrona nella speranza che anche per lei arrivi un baldo giovane. Si rivivono in tutta la pièce tanti escamotage comici ed azioni che ricordano un po’ le commedie di Martoglio, soprattutto nella scenetta dei divorzi dove le donne stanche dei loro mariti vanno da un giudice, sensibile alle bellezze femminili, per chiedere la separazione. L’illusione paradossale si ha proprio con l’intermezzo de Il teatrino delle meraviglie dove due artisti girovaghi portano in un piccolo borgo il loro spettacolo. Prima della rappresentazione avvisano il loro pubblico dicendo che gli effetti degli straordinari poteri che stanno per essere usati possono essere visti soltanto da chi non ha neanche una goccia di sangue ebreo nelle vene. I due imbroglioni iniziano a descrivere delle visioni strabilianti e inesistenti, vere e proprie illusioni, ma tutti gli spettatori, soprattutto le autorità, pur non vedendo nulla, fingono stupore alla vista di scene bellissime o raccapriccianti per paura di compromettere la loro reputazione. Si sviluppa così tra la piccola comunità un’irrefrenabile allucinazione di massa dove alla fine non si riesce più a capire se si vede quello che non c’è o non si vede quello che c’è, il reale e l’illusione si fondono insieme nella fantasia prodotta da Il teatrino.

Il Teatrino delle Meraviglie: Va in Scena l’Illusione

Mimmo Mignemi con il suo personaggio del soldato è un po’ il trait d’union di tutto lo spettacolo, con la sua lineare follia, con il suo amore per la serva Cristinuccia (Ester Anzalone), con la sua gelosia e i battibecchi con il signore padrone (Fulvio D’Angelo) e con tutti i passanti ci fa vivere dei siparietti divertenti, a volte teneri. Interessanti sono i cambi di scena e di abiti, le musiche allegre e frizzanti curate da Carmen Failla e le coreografie di Silvana Lo Giudice che permettono agli attori di non uscire dietro le quinte per cambiarsi ma di vestirsi davanti al pubblico, agevolati da balletti e melodie che si sono rilevate una piacevole variante scenica. Tra il cast ricordiamo anche Aldo Toscano, Giovanni Carta, Cosimo Coltraro, Giampaolo Romania, Yvonne Guglielmino e Alessandro Idonea; la piccola sala del Teatro Angelo Musco diventa tutta un palcoscenico: gli attori non entrano dalle quinte ma dalla platea fischiando, urlando, correndo, rendendo vivo lo spettacolo. Il linguaggio usato è un’unione di diversi canoni, è colloquiale, a tratti poetico, con delle citazioni in lingua spagnola per conservare il tratto autentico di Cervantes. Notevoli i giochi di parole come quello utilizzato dai due protagonisti Mignemi e D’Angelo che in uno dei loro battibecchi dicono: «l’hai visti i visti? Ma li hai visti o non li hai visti i visti?», ricordando anche qui i testi martogliani. Vi è una freccia verticale immaginaria in tutto lo spettacolo che attraversa la cultura mediterranea e la mescola, Sicilia e Spagna in un connubio perfettamente funzionale che ricorda la genialità di Cervantes, il quale aveva saputo tirar fuori due aspetti principali della mediterraneità: la festa e la malinconia che si contrastano ma si intrecciano e si completano insieme. Come diceva Foucault la verità del teatro è l’illusione e questo spettacolo ne è la prova; così come recitano bene gli attori de Il teatrino: «con la falsità è l’inganno si vive mezzo anno, con l’inganno e la falsità si vive l’altra metà».

Gli scatti inseriti nell’articolo sono stati gentilmente concessi dal Teatro Stabile di Catania – Fotografie di Antonio Parrinello

Il Teatrino delle Meraviglie: Va in Scena l’Illusione

Il teatrino delle meraviglie

da Miguel de Cervantes

Testo, Regia, Scene e Costumi: Roberto Laganà Manoli – Musiche: Carmen Failla – Coreografie: Silvana Lo Giudice

con Mimmo Mignemi, Fulvio D’Angelo, Ester Anzalone, Giovanni Carta, Cosimo Coltraro, Yvonne Guglielmino, Alessandro Idonea, Margherita Mignemi, Giampaolo Romania, Maria Rita Sgarlato, Aldo Toscano, Manuela Ventura

Produzione: Teatro Stabile di Catania

Catania, Teatro Musco, dal 10 febbraio 2012 all’11 marzo 2012



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