Magazine Informazione regionale

Il teleriscaldamento è un progetto fallito e costoso per gli utenti. E perché sono state allacciate le case popolari?

Creato il 12 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

20130612-033725.jpg

20130612-033703.jpg

Lieti modellini che illustrano il teleriscaldamento. Peccato che abbia un senso nelle grandi città, con alta densità di popolazione.

Il pretesto ecologista viene usato spesso, anche male. Il teleriscaldamento presenta costi di gestione elevati, che possono essere ripagati solo grazie a una fittissima rete di distribuzione per numerosi utenti, altrimenti le singole bollette inevitabilmente rimangono alte.
Le strade di Cremona, con la solita delicatezza, vennero aperte e furono collocati i tubi del teleriscaldamento. Ma i privati non si allacciano: le spese li spaventano. Non è obbligatorio allacciarsi, nessuno viene costretto, ma se un condominio accetta le pratiche si semplificano. Ogni nuovo condominio viene allacciato, ma non basta. L’operazione presenta punti critici che non vengono messi in dubbio.
L’ideologia baldanzosa del teleriscaldamento ecologico venne espresso dal sindaco Bodini quando Arvedi voleva realizzare una centrale a turbogas, che Spinadesco e Cavatigozzi non hanno voluto per niente.
Il Comune di Cremona proponeva un calcolo particolare, il “bilancio ambientale”. Realizzando la centrale si sarebbero aumentate le emissioni, che pero sarebbero diminuite aumentando la diffusione del teleriscaldamento.
L’idea venne bocciata e Arvedi acquistò energia dalla Francia, avendone un gran bisogno. Il costo del servizio elettrico da tanti anni penalizza le imprese. Allora si parlava di una spesa del 30% o 40% in più in Italia rispetto alla Francia.
Ma perché a Cremona sono state allacciati i condomini dell’Aler e del Comune, sempre popolari, a un servizio così costoso?
Non si vede la ragione. Il riscaldamento con caldaia è meno ecologico e inquina, ma la spesa è sostenibile. Il consumo viene regolato dal residente. Il teleriscaldamento no: funziona 24 ore su 24.
Com’era pensabile che proprio gli assegnatari di case popolari, di Borgo Loreto o di Largo Pagliari, potessero pagare? La recessione li ha condannati.
E quali contromisure furono scelte? Nessuna. Nessun ammortizzatore, nessun fondo sociale di alcuna azienda.
Resta il danno dell’inquinamento, che aumenta continuamente. Ancora una volta non si prendono contromisure. L’automobile è sacra, le ciminiere sono protette con devozione mistica.
Poi si scopre che le utenze teleriscaldate vengono staccate per morosità negli alloggi popolari.
Ma l’alternativa? Si penserà a una soluzione diversa o si procederà imperterriti?

L’interessante pagina del sito dell’Aem (link) parla, in due righe in fondo di “libertà di scelta”. Ma è una libertà informata ed esercitata?
Oltretutto il teleriscaldamento, partito nel 1985-86, fu una scelta aziendale, non dei cittadini. Aziendale e politica. Primo cliente: l’ospedale, in un sistema che per diffondere una cultura ecologica sfrutta l’inceneritore, ormai giunto a fine vita per le norme europee.

Cremona ovviamente investe nell’ammodernamento dell’inceneritore, un totem cittadino, da destra a sinistra, una divinità crudele, un dio Baal, viste le mai confutate teorie sulle nanoparticelle.

Ciononostante a Cremona per l’Aem si può solo fare il tifo.

Ma che vuol dire? Che senso ha?

45.284812 9.845890

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog