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Il Tempio di Salomone

Creato il 08 maggio 2015 da Csunicorno

Pagg. 30-32: "Il crescente aumento dei cavalieri e la necessità di ufficializzare la confraternita portò Hugues a cercare l'appoggio di Baldovino II di Gerusalemme, il quale accolse benevolmente la richiesta. Durante il Concilio di Nablus del 1120 il re approvò l'attività dei futuri templari e, avendo spostato la sua residenza nel Palazzo di Davide, concesse loro il precedente palazzo reale, situato sulla cosiddetta "Spianata del Tempio". Da questa nuova sede essi presero il nome di "Poveri cavalieri del Tempio di Salomone" o, più semplicemente "cavalieri del Tempio" o "templari", nomi con cui sono stati sempre identificati.
La Spianata del Tempio, ubicato nel quartiere detto "La Moria", era il luogo più importante della Città Santa, poiché occupava l'area in cui il famoso re Salomone aveva fatto costruire il suo maestoso edificio, distrutto poi nel 588-587 a.C. dal re babilonese Nabucodonosor. Circa cinquanta anni più tardi (535 a.C.) gli ebrei iniziarono la ricostruzione del tempio, che Erode il Grande volle più imponente e maestoso del precedente.
Sotto l'occupazione romana, nel 70 d.C., questo venne distrutto e incendiato dall'imperatore Tito, mentre un altro imperatore, Adriano, fece costruire nel 119 un monumento dedicato a Giove Capitolino. Questo edificio venne abbattuto sotto Costantino, quando nel 332 emanò un editto che ordinava la demolizione di tutti i templi idolatri.
Nel 363 Giuliano l'Apostata, per accontentare gli ebrei, rimasti privi di luoghi di culto, ordinò la costruzione dell'ennesimo tempio, sulle rovine del precedente: i lavori erano appena iniziati quando l'edificio crollò completamente. Ogni altra idea di riedificazione venne accantonata e l'area venne utilizzata come discarica.
Sulla Spianata del Tempio, lungo il lato meridionale, è visibile l'antico refettorio templare, che oggi ospita il Museo Islamico, nei pressi del quale si trova una iscrizione, purtroppo rovinata, in cui è ancora possibile leggere: "erat [...] Militia Tēpli : sit"; sul fianco sinistro del refettorio è addossata la moschea di Al Aqsa, mentre quella di Omar è situata al centro della Spianata.
Quest'ultima, voluta dal califfo Omar, tra il 687 e il 691, è l'unica in Terrasanta a pianta ottagonale. Dopo la presa di Gerusalemme, i crociati costruirono un altare al suo interno, innalzarono una grande croce d'oro sulla cupola, anch'essa dorata, e trasformarono l'edificio in chiesa col nome di Templum Domini. È anche detta "Cupola della Roccia" poiché al suo interno è conservato un masso sul quale, secondo la tradizione, Giacobbe si addormentò e ricevette la visione della scala. Quando, nel 1187, Saladino riprese la Città Santa, la croce e l'altare furono rimossi e tutta la zona venne purificata con l'aspersione di acqua di rose.
L'altra moschea, Al Aqsa, la cosiddetta "moschea lontana", ricorda il volo notturno che Maometto fece dalla Mecca a Gerusalemme, trasportato da Buraq, il bianco destriero mistico venuto dal Paradiso islamico. Venne edificata dal califfo al-Walid (709-715) ma, distrutta da due terremoti, fu ricostruita dal califfo al-Mahdi nel 780. Il terremoto del 1033 la distrusse nuovamente; il califfo az-Zahir la fece riedificare, riducendo però a sette le quindici navate laterali.
Dal 1104 al 1120 ospitò la corte dei re di Gerusalemme; successivamente Baldovino II cedette l'intera area della Spianata ai cavalieri templari, che vi rimasero fino alla conquista della città da parte di Saladino.
Un pellegrino tedesco, Teoderico da Würzburg, che fu in Terrasanta tra il 1169 e il 1175, ci fornisce una ampia descrizione della magnificenza della sede templare di Gerusalemme, da lui visitata nel 1172:

"Poi, a meridione, viene il Tempio di Salomone che è oblungo e sostenuto da colonne interne come una chiesa, e alla fine è rotondo come un santuario e sovrastato da una grande cupola, cosicché, come ho detto, assomiglia ad una chiesa. Questa costruzione, con tutti i suoi annessi, era passata nelle mani dei cavalieri del Tempio che stanno sempre in guardia per sorvegliare e proteggere il paese, e che abitavano in essa e negli altri edifici contigui, contenenti molti magazzini di armi, di cibi e di vestiari. Sotto di essi ci sono le stalle per i cavalli costruite da re Salomone stesso nei giorni andati; una meravigliosa e intricata costruzione poggiante su pilastri e contenente un'infinita complicazione di archi e di volte, la quale dichiaro, secondo il nostro calcolo, potrebbe contenere diecimila cavalli con i loro stallieri. Nessun uomo potrebbe con un solo tiro di balestra scagliare una freccia da un capo all'altro dell'edificio sia longitudinalmente che per traverso. Sopra di esso abbondano le stanze: appartamenti pieni di luce ed altri ambienti adatti a tutti gli usi. Coloro che camminano sul tetto scopriranno un'abbondanza di giardini, cortili, anticamere, vestiboli e di cisterne per l'acqua piovana, mentre di sotto l'edificio contiene uno stupefacente numero di bagni, depositi, granai, e magazzini di legname e di altre necessarie provviste. Dall'altro lato del palazzo, cioè sul lato occidentale, i templari hanno eretto una nuova costruzione. Potrei dare le misure della sua altezza, e della lunghezza ed ampiezza delle sue cantine, dei suoi refettori, scale e del tetto che si alza in alto e che è diverso dai tetti piatti di questo paese; ma anche se lo facessi, i miei ascoltatori difficilmente potrebbero credermi. I cavalieri hanno costruito un nuovo chiostro oltre a quello che avevano dall'altra parte dell'edificio. Inoltre essi stanno costruendo le fondamenta di una nuova chiesa di magnifiche proporzioni e fattura a lato della corte maggiore. Non è facile per nessuno farsi un'idea del potere e della ricchezza dei templari perché loro e gli ospitalieri hanno preso possesso di quasi tutte le città di cui un tempo era arricchita Gerusalemme e che sono state distrutte dai romani, ed essi hanno costruito dovunque castelli e li hanno colmati di guarnigioni; e tutto ciò oltre alle numerosissime o, piuttosto, infinite proprietà che è risaputo che essi possiedono in altre terre" (1)".

(1) T. Tobler, Theodorici Libellus de Locis Sanctis editus circa A.D. 1172, s. e., St. Gallen-Paris 1865, p. 61.


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