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Il tempo universale sta rallentando

Creato il 14 luglio 2010 da Zonwu

Il tempo universale sta rallentando - seconda parte Il tempo universale sta rallentando

Alcuni di voi avranno familiarità con concetto di universo in espansione e in accelerazione. Secondo questa teoria, il nostro universo si sta espandendo fin dalla sua origine, ed incrementando la sua velocità di espansione man mano che il tempo passa.
Ma una ricerca dell' Università Basca di Bilbao e dell'Università di Salamanca ipotizza che l'accelerazione nell'espansione dell'universo sia soltanto un effetto ottico, una sorta di illusione che nasconde una realà ben più curiosa: il tempo sta rallentando.
L'espansione e l'accelerazione dell'universo viene spesso spiegata chiamando in causa la famosa "energia oscura", un'energia che nemmeno si sa se esista realmente. E' una forza anti-gravitazionale che viene spesso citata per spiegare alcuni meccanismi dell'universo che sarebbero guidati dalla una presenza energetica che sfugge ancora alla nostra comprensione.
Il tutto nasce qualche decade fa, quando ci si accorse che alcune supernovae ai limiti dell'universo osservabile sembravano muoversi più velocemente di quelle vicine al centro dell'universo. L'osservazione suggerì che ci si potesse trovare di fronte ad una accelerazione di queste supernovae guidata da un'energia che non ci è ancora possibile calcolare o vedere.
Ma ad oggi, nessuno è stato in grado di capire cosa sia l'energia oscura, da dove possa essere saltata fuori, e nemmeno come sia possibile poterla rilevare. Questo causa non solo molti grattacapi agli scienziati di tutto il mondo, ma costituisce anche un freno all'espansione della nostra conoscenza dell'universo.
Il team spagnolo, composto da José Senovilla, Marc Mars e Raül Vera, ha proposto una spiegazione alternativa: l'accelerazione delle supernovae che possiamo osservare ai margini dell'universo non sarebbe guidata dall'energia oscura, ma sarebbe un effetto ottico che inganna le nostre misurazioni.
Come è possibile che un effetto ottico possa manifestarsi con ordini di grandezza così ampi, e che possa aver ingannato i fisici fino ad ora? L'ipotesi si basa sul fatto che il tempo stia rallentando. "Non diciamo che l'espansione dell'universo sia in tutto e per tutto un'illusione" spiega Senovilla. "Diciamo che l'accelerazione di questa espansione potrebbe esserlo".
Se il tempo stesse rallentando infatti, "ma continuassimo ad utilizzare le nostre equazioni per determinare i cambiamenti dell'espansione sulla base del 'flusso standard del tempo', il modello che abbiamo costruito nella nostra ricerca mostra che effettivamente c'è un'accelerazione del ritmo di espansione".
Il rallentamento del tempo è infinitesimale, soprattutto se paragonato alla vita umana. Ma potrebbe essere facilmente misurato se davvero fosse il "motore" dietro all'espansione accelerata dell'universo.
L'espansione ed il suo ritmo vengono calcolati attraverso una tecnica chiamata "red shift", che comporta la misurazione dello spettro elettromagnetico di una stella per determinare, attraverso lo spostamento del rosso, se si stia muovendo verso di noi o si stia allontanando.
Ma questi calcoli sullo spostamento del rosso sono basati sul fatto che il tempo sia invariabile e costante in tutto l'universo. Se il tempo stesse rallentando, secondo la ricerca del team spagnolo le supernovae lontane che sembrano accelerare si troverebbero in una diversa dimensione temporale, e l'effetto percepito sarebbe proprio quello di un'accelerazione. "I nostri calcoli mostrano che l'espansione dell'universo stia accelerando" afferma Senovilla.
Il tempo, secondo questa ricerca, prima o poi è destinato a fermarsi, immobilizzando l'universo in una sorta di istantanea di proporzioni ciclopiche. "Ogni cosa sarebbe congelata, come la fotografia di un istante, per sempre. Il nostro pianeta sarà scomparso da parecchio tempo in quel momento".
I calcoli tuttavia si basano sul fatto che il nostro universo abbia una sola dimensione temporale. Il che non è da dare per scontato, visto che all' Università della California è stata avanzata l'ipotesi che il tempo sia costituito da due dimensioni distinte.
"Una cosa che di sicuro non è inclusa nei nostri modelli è la possibilità che il tempo abbia più di una dimensione".
Ma i calcoli di Senovilla e del suo team sembrano molto meno bizzarri di quanto possano apparire, trovando supporto in alcuni ambienti della fisica. Gary Gibbons, professore della Cambridge University, sostiene che "crediamo che il tempo sia emerso durante il Big Bang, e se il tempo può emergere, può anche scomparire. E' solo l'effetto inverso".
Brian Cox, della Manchester University, dice che "La cosa meravigliosa di questa spiegazione è che il Large Hadron collider potrebbe dimostrare l'esistenza di dimensioni extra nell'universo. Se dovesse accadere, queste teorie si sposterebbero dal campo delle speculazioni a quello della fisica reale".
Time is running out - literally, says scientist


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