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Il #terremoto in Emilia e il deposito di gas naturale sull'epicentro

Creato il 30 maggio 2012 da Intervistato @intervistato

E' passata poco più di una settimana dal sisma che ha colpito l'area della bassa padana, identificata tra le provincie di Modena, Bologna e Ferrara, e che ha fatto sei vittime e oltre 7000 sfollati. Lo sciame sismico prosegue e, dicono gli esperti, potrebbe proseguire ancora per mesi.  
Il #terremoto in Emilia e il deposito di gas naturale sull'epicentro Con il sisma però, oltre ai drammi e ai danni, sono arrivate sul vassoio della cronaca nazionale anche le polemiche e le preoccupazioni (più che motivate) riguardanti il progetto del mega impianto di stoccaggio Gas che dovrebbe sorgere a Rivara, frazione di San Felice sul Panaro.
Il primo a parlarne è Giovanni Tizian in un articolo del 21 maggio 2012, il giorno dopo il sisma. Lo fa sull’espresso in un articolo in cui viene ricordato come proprio nell’area dell’epicentro, a Rivara di San Felice sul Panaro, “la società Ers (Erg Rivara Storage) vuole realizzare il deposito di gas naturale, presente nel sottosuolo di quell’area. L’impianto permetterebbe di stoccare 3,2 miliardi di metri cubi di gas a 2800 metri di profondità nel sottosuolo”.
Del deposito di Gas si parla da anni nella zona. Dopo il terremoto gli enti locali e i comitati cittadini, che hanno sempre posto dinnanzi al progetto un rigoroso NO, si sono tornati ad interrogare sulla faccenda che rappresenta un interrogativo sia sotto il profilo della sicurezza che della tutela ambientale. Quell’impianto non lo vuole nessuno, nessuno a parte la società in questione e l’onorevole Carlo Giovanardi (PDL), che sulla realizzazione dello stesso ha insistito fortemente. Ancora fino a 20 giorni prima del terremoto, come scriveva anche Tizian. Sulla questione si era mosso anche l’allora governo Berlusconi cercando con un decreto ad hoc di venire incontro alle pretese dell’allora Ministro Giovanardi. Le cronache riportano anche un botta e risposta tra l’ex presidente del consiglio e l’onorevole Giovanardi. Lo trovate a questi due link: 1 - 2.
All'opera si era opposta anche la Lega Nord (come affermava Angelo Alessandri (Lega) in un articolo di Gazzetta di Modena del 29/05/2011) votando per la risoluzione in Commissione Ambiente della Camera. Il Pdl invece si era espresso contrariamente. «Abbiamo cercato una mediazione - ha spiegato Alessandri - ma non l'abbiamo trovata. Nonostante ciò non c'è una spaccatura, anzi ho apprezzato il mancato ostruzionismo che dimostra come Giovanardi abbia posizioni personali».
Ma tornando ad oggi c'è da annotare la dichiarazione di Grayson Nash, amministratore delegato di Ers, che il 23 maggio sera si esprimeva così: «Non sono un sismologo, ma abbiamo coinvolto i geologi dell'Università di Catania. La zona rimane a bassa sismicità» e ancora in riferimento  all'evento sismico del 20 notte: «è del tutto prevedibile ed inferiore alle previsioni nei nostri studi».
Ma a riguardare la fattibilità del progetto, con tutto ciò che ne consegue, vi è anche la relazione ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Interessante da leggere perché analizza e riporta sia le proposte e le analisi del richiedente, sia le verifiche dell’istituto. Chi vi scrive non è un esperto di sismi, ma in alcuni passaggi di quella relazione si fa più volte riferimento alle dinamiche sismiche del territorio. Lungi da me esprimere un giudizio in merito. Mi limito quindi a riportarle:
Riporto alcuni passaggi:
2.2.3.11.3.2 Caratteristiche sismiche della zona
Dall’esame del catalogo sismico INGV (1981-2006) il Proponente (cioè Ers, Erg Rivara Storage) ricava che la zona in esame “è caratterizzata da scarsa sismicità, localizzata fino a profondità crostali di 25 km…Negli ultimi 25 anni si sono verificati sporadici terremoti di magnitudo inferiore a Md 3.5 lungo l’alto strutturale e principalmente a profondità inferiori ai 15 km (vedi figura). Non sono presenti, all’interno del catalogo della sismicità strumentale, sequenze di terremoti ravvicinati nel tempo o sciami sismici. La sequenza sismica più importante avvenuta diversi chilometri a sud ovest dell’area è quella di Reggio Emilia (1996), con repliche che si sono protratte per circa un mese a seguito di un mainshock di ML> 5.0”.

Il #terremoto in Emilia e il deposito di gas naturale sull'epicentro
La relazione continua nei suoi passaggi in riferimento al contesto sismico riportando:
4.3.3.1 Analisi geologico-strutturale-sismologica della struttura di Rivara
E’ stato accertato (vedi figura) che la struttura di Rivara è costituita da una piega anticlinale fagliata, sviluppata a seguito della propagazione di un sovrascorrimento sepolto sotto la Pianura Padana. La struttura è ulteriormente frammentata al suo interno in più blocchi, secondo faglie o sistemi di faglie che vengono distinte in faglie di tipo compressivo (sovrascorrimento principale, splay e retroscorrimento) e ulteriori 2 sistemi di faglie (dirette), la cui natura però non viene indicata nel dettaglio. Il serbatoio dello stoccaggio è in posizione di alto strutturale ed è delimitato dal sovrascorrimento principale, dallo splay e dal retroscorrimento verso NE, NW e SW, ma non risulta chiaramente confinato verso SE. La conoscenza di tale assetto strutturale deriva principalmente dai rilievi di sismica a riflessione già realizzati da ENI entro gli anni ‘80 per l’individuazione di giacimenti di idrocarburi e dalla perforazione di alcuni pozzi profondi.

Il #terremoto in Emilia e il deposito di gas naturale sull'epicentro
In particolare è stata evidenziata (ERS_04_0_00_R_SUO_01_00, ERS_04_0_00_R_UNI_01_00, ERS_04_0_00_R_DOG_01_00) l’interpretazione geologica di una linea sismica che attraversa l’area della concessione in senso SW-NE, sulla quale sono stati proiettati i pozzi Camurana 2 e Rivara 1 (vedi figura seguente)

Il #terremoto in Emilia e il deposito di gas naturale sull'epicentro
Inoltre, a partire dall’interpretazione di tutte le linee sismiche disponibili sull’area è stato sviluppato il modello tridimensionale del sottosuolo, interpretando le linee a partire dagli orizzonti sismici e dalle faglie riconosciute. Interpolando ai nodi di una griglia e tramite apposito contouring, sono state ricostruite le mappe strutturali in tempi doppi riferite agli orizzonti interpretati. Successivamente, operando la conversione nel dominio delle profondità, sulla base della curva tempi-profondità registrata con un check shot sul pozzo San Felice al Panaro 1 e delle velocità intervallari calcolate per gli altri pozzi presenti nell’area, sono state ottenute le profondità in metri dei vari orizzonti sismici. Da ciò discende il modello della struttura, ricostruito però solo per alcuni orizzonti che “delimitano dei gruppi di unità con comportamento geomeccanico comparabile (superficie topografica, top della scaglia, base delle Marne del Cerro, top Lumachella)”. La formazione delle Marne del Cerro a diretto contatto con le rocce del serbatoio costituisce il seal, cioè il sigillo superiore all’eventuale perdita di gas in corrispondenza del culmine del serbatoio, e mostra localmente uno spessore di soli 7 metri. Spessori comunque contenuti sono stati indicati anche nella maggior parte delle perforazioni eseguite nell’area (Camurana 2: spessore 6 m; Spada 1: spessore 26 m; Bignardi 1: spessore 49 m). La sequenza di copertura sovrastante, che è considerata impermeabile e in sovrapressione al pari delle Marne del Cerro, comprende la formazione della Scaglia Rossa, composta principalmente da termini calcarei con livelli marnosi e quindi a potenziale comportamento fragile in conseguenza di intense deformazioni tettoniche. Pertanto, tenendo conto di quanto dichiarato riguardo all’intensa fratturazione dei Calcari grigi di Noriglio, della Maiolica e delle successioni condensate giurassiche sottostanti, è verosimile che anche le Marne del Cerro e soprattutto la Scaglia Rossa possano essere interessate da fratture, anche se in minore entità. L’assunzione dell’impermeabilità della scaglia è basata sullo studio eseguito dalla Schlumberger per sviluppare il modello geomeccanico della struttura a partire dalle analisi petrofisiche e dai logs geofisici eseguiti lungo i pozzi profondi. Lo studio, che è stato condotto per verificare la possibilità di variazioni delle tensioniinterne alla struttura, tali da poter riattivare le faglie e danneggiare l’integrità della roccia di copertura, con il variare della pressione durante le fasi di iniezione del gas, ha concluso che non vi è rischio di rilievo né di riattivazione di faglie né di fratturazione significative delle rocce di copertura. In tale ambito si rimarcano però alcune considerazioni:
• dal confronto tra l’analisi petrofisica eseguita sul tratto 3,750-4,260 metri di profondità lungo il pozzo Spada 1 e il profilo dello stesso pozzo, si evince come all’interno della formazione della scaglia calcarea esistano dei livelli potenzialmente fratturati o almeno con una sensibile permeabilità di matrice. Pertanto, anche perché i dati di perforazione costituiscono sempre dei valori puntuali mentre la caratterizzazione dal punto di vista della permeabilità secondaria per fratturazione è una problematica da valutare alla scala del giacimento, sorgono alcune perplessità riguardo a quanto è stato asserito circa l’evidenza che:
- la roccia di copertura, che includerebbe anche la Scaglia Rossa calcarea, abbia sicuramente un adeguato stato geomeccanico e un comportamento schiettamente plastico e impermeabile;
- la transizione tra roccia serbatoio e roccia di copertura sia effettivamente netta. In definitiva, sebbene la roccia del serbatoio sembra essere stata modellizzata dal punto di vista strutturale abbastanza compiutamente, per quanto riguarda le rocce che costituiscono la copertura (soprattutto la Scaglia) non sembra esserne stata verificata adeguatamente l’integrità strutturale e la continuità laterale.
• non è detto che sia realmente assicurata la tenuta nel fianco rovescio dell’anticlinale, dove è presente lo splay nel sovrascorrimento principale;
• la problematica relativa alla presenza, nella zona degli interventi, di terreni soggetti a possibile liquefazione in seguito al moto sismico non è stata definita con sufficiente dettaglio, considerando la presenza di strutture sismotettoniche attive;
• non è da scartare a priori la possibilità che, essendo presenti giacimenti di metano in posizioni limitrofe e non nella zona di Rivara, dove sono state rilevate solo perforazioni sterili, l’anticlinale in oggetto potrebbe non essere in realtà idonea a fungere da “trappola” per gli idrocarburi.
Infine, è stata descritta una faglia diretta con rigetto circa 950 m nel fianco normale SW dell’anticlinale (§6.2 del documento ERS_02_C_AC_R_AMB_01_000), quindi con risvolti non banali sulla tenuta della struttura stessa, che non ha riscontro nelle varie sezioni interpretative elaborate, e potrebbe pertanto rappresentare un refuso da verificare.


Qui vi rimando al link con la relazione completa, mentre questo è il sito di ambientesaluterivara dove sono disponibili documenti, comunicati e altro materiale inerente al progetto dell'impianto stoccaggio Gas.
La mappatura sismica del paese viene stilata in base alla memoria storica e agli eventi che via via in epoca moderna sono stati studiati e registrati. L'evento sismico del 20 maggio richiederà forse nuove valutazioni. Va inoltre ricordato che il Ministro Clini nei giorni scorsi ha intrapreso una retromarcia sul progetto indicando la necessità di effettuare nuove valutazioni, e pure la regione Emilia Romagna ha ribadito il suo NO: "Le nostre preoccupazioni legate alla sismicità erano fondate - afferma l'assessore Paola Gazzolo - Le ragioni delle nostre contrarietà non possono che essere ribadite con maggior forza".
Ricordiamo inoltre che il progetto aveva avuto assenso sia dal governo Prodi che da quello Berlusconi, oltre ad una strenua difesa da parte dell'On. Carlo Giovanardi.
La questione sull’impianto non è ancora chiusa, da quel che ho capito. Ma dopo il terremoto, i morti, i feriti, i danni, una rivalutazione generale forse è d’obbligo.
Prima di tutto, prima degli interessi, vi è la sicurezza dei cittadini.
Matteo Castellani Tarabini - @contepaz83



The earthquake in Emilia and the Gas storage plant on top of the epicentre
Just a bit more than a week has passed since the earthquake that has hit the southern part of the Padanian plane, identified between Modena, Bologna and Ferrara, which has claimed 17 victims and more than 7000 evacuated people. The swarm continues and it might continue for months, experts say. With the earthquake, apart from damages and drama, other issues have been raised, such as the worries (more than motivated) about the project for the huge implant of gas storage that should be built in Rivara, fraction of San Felice sul Panaro.
The first to talk about it was Giovanni Tizian in an article dated May 21st 2012, the day after the earthquake. He writes about it on L'Espresso in an article in which he reminds that in the area of the epicentre, at Rivara - San Felice sul Panaro, "the company ERS (Erg Rivara Storage) wants to realize a natural gas storage implant, since the area is quite rich of it. The implant would allow to stock 3.2 billion cubic metres of gas, 2800 metres under the ground."
In the area there has been talk of the Gas deposit for years. After the earthquake, the local institutions and citizen comittees, which have always said NO to this project, have returned to ask questions about this matter that is quite peculiar, both from a safety and an environment point of view. Nobody wants that plant, nobody apart from the company that should build it and Mr. Carlo Giovanardi (PDL), who has insisted very much on the realization of this project. Up until 20 days before the earthquake, writes Tizian. On the matter the former government Berlusconi tried to intervene by creating a decree to satisfy Giovanardi, who at the time was minister. Newspaper archives also reveal a QA between Berlusconi and Giovanardi at the time. You can find it at these two links: 1 - 2.
Lega Nord had also opposed the project (as Angelo Alessandri stated in an article on the Gazzetta di Modena, dated May 29th 2011) voting for the resolution in Environment Commission in Parliament. PDL had expressed a contrary opinion. "We looked for some common ground - explained Alessandri - but we haven't found it. Nevertheless I have appreciated the lack of obstructionism which demonstrates that Giovanardi has personal positions."
But let's come back to today, it's interesting to note the declaration of Grayson Nash, CEO of ERS, that on May 23rd he said: "I am no sysmologist, but we're involved the geologists of the Catania University. The area remains a low seismicity" and again about the earthquake during the night of May 20th: "it's predictable and inferior to our previsions in our studies."
If we look at the possibility to actual do the project, with all its consequences, there's also the ISPRA (Superior Institute for Environmental Protection and Research) research. Quite interesting to read because it analyzes and explains the proposals and analyses of the requester, and the institute's results. Who writes isn't an expert of earthquakes, but in some passages in that research there are several references to sysmic dyamics of the territory. I'm not here to express any judgement, so I'll simply let you read them:
Here are some passages:
2.2.3.11.3.2 Seismic characteristics of the area
From the examination of the seismic catalogue INGV (1981 - 2006) the Proponent (Ers, Erg Rivara Storage) concludes that the examinated area "is characterized by low seismicity, localized 25km deep... During the last 25 years there have been sporadical earthquakes of magnitude inferior to Md 3.5 along the structure and principally at depths inferior to 15 km (see figure). There are no sequences of earthquakes that are close in time or swarms. The most important seismic sequence happened several km south-west from the area, near Reggio Emilia (1996), with replicas that have lasted for about one month after the ML>5.0 mainshock."
The report continues with the sections about the seismic context:
4.3.3.1 Geological structural seismologic analysis of the Rivara structure
It has been verified (see figure) that the Rivara structure is constituted by a anticline fault, developed after the propagation of an overthrust under the Padanian Plain. The structure is also fragmented in blocks, following faults and systems of faults that are divided in comprehensive faults (principal overthrust, splay and retro-overthrust) and two other fault systems (direct), the nature of which isn't specified in detail. The storage vault is in a position of structural high and is delimited by the principal overthrust, the splay and the retrooverthrust towards NE, NW and SW, but isn't clearly delimited toward SE. The knowledge of this structure derives mainly from seismic reflection analyses done by ENI in the '80s to find hydrocarbons, and from the perforation of some deep wells.
In particular there is a highlight on the geological interpretatio of a seismic line that crosses the area of concession in direction SW-NE, on which the Camurana 2 and Rivara 1 wells have been projected (See figure).

Above is the link with the complete report, and also is the website of AmbientesaluteRivara where there are documents, communications and other materials about the project of the gas storage plant.
The seismic mapping of the country is made from historical memory and events that have happened, have been studied and registered. The seismic event of May 20th will require new evaluations. We must remember that Minister Clini during the last few days has backed down from the project, indicating the need for new evaluations, and the Emilia Romagna region has repeated its NO: "Our worries linked to seismicity were founded - says Paola Gazzolo - the reasons for our denial can only be enforced."
We remind you that the project had the ok both from the Prodi and the Berlusconi governments, a part from a strenuous defense by Carlo Giovanardi.
The issue about the plant is not yet closed, but after the earthquake, the deaths, the wounded, the damages, a general re-evaluation is probably needed.
First of all, before interests, there's the safety of citizens.
Matteo Castellani Tarabini - @contepaz83


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