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Il "testamento spirituale" del cardinale Martini

Creato il 03 settembre 2012 da Paopasc @questdecisione

L'ultima intervista ovvero il

Come orgogliosamente scrivono sul Corriere di ieri

In cima alle classifiche internazionali. Richiamato dal Nyt, Seconda notizia più letta suLe Monde. 903 commenti sul sito della Bcc (dove è stata in cima agli share). 

Si parla del testamento spirituale ovvero ultima intervista concessa dal cardinal Martini al Corriere. L'intervista è dell'8 agosto, è stata pubblicata il primo settembre ed è disponibile qui: «Chiesa indietro di 200 anni ». Tutto questo interesse intorno a questa intervista, seppure aumentato dall'essere stata pubblicata nell'imminenza della morte, è dovuto a un reale interessamento alle questioni filosofiche e spirituali delle quali si discute oppure si deve a una più spicciola curiosità relativa a tutte le cose del genere ultima? Sia come sia, non è mai male che questioni rilevanti e non esclusivamente materiali impegnino la mente delle persone, seppure in modo passeggero. Ogni cosa è in grado di lasciare un suo segno. Certo, ho come l'impressione che tra lo stuolo di lettori interessati non vi sia chi dovrebbe o avrebbe dovuto interessarsene, ma questa è un'altra questione.
Ma cosa dice di così eclatante  il cardinal Martini in quest'ultima intervista? Come vede la situazione della chiesa, chiedono i due intervistatori [Padre Georg Sporschill, il confratello gesuita che lo intervistò in Conversazioni notturne a Gerusalemme , e Federica Radice] al cardinale:

La Chiesa è stanca, nell'Europa del benessere e in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l'apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi. Queste cose però esprimono quello che noi siamo oggi?

La chiesa non solo è stanca ma è anche priva di eroi, ovvero di punti di riferimento. Dove sono da noi gli eroi a cui ispirarci? si chiede Martini. E se la chiesa è stanca e priva di eroi c'è bisogno di qualcuno che la aiuti.
Chi potrà mai farlo? Martini è stato una delle voci più critiche nei confronti della chiesa, di cui del resto faceva parte, e la risposta a questa domanda non smentisce questa sua fama: l'esempio che fa è della brace che cova sotto la cenere, aggiungendo che di cenere ce n'è tanta. Il suo consiglio al Papa è di ritrovare le antiche passioni attraverso la ricerca di  persone non comuni:

Io consiglio al Papa e ai vescovi di cercare dodici persone fuori dalle righe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai più poveri e che siano circondati da giovani e che sperimentino cose nuove. Abbiamo bisogno del confronto con uomini che ardono in modo che lo spirito possa diffondersi ovunque.

È come un'implicita ammissione, che poi segue la serie di scandali che ha travolto il Vaticano, che l'aspetto materiale ha prevalso, in questi tempi recenti, su quello spirituale, quello autentico. Che Martini, per queste convinzioni espresse già altre volte, non fosse particolarmente amato all'interno della gerarchia ecclesiastica, sembra di indovinarlo anche dalla titubanza del Papa a presenziare al funerale:

 E il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone fa sapere che Papa Benedetto XVI «valuterà personalmente» se essere presente a Milano lunedì prossimo per i funerali dell'arcivescovo emerito. Le parole di Bertone fanno seguito alle domande dei giornalisti, nate anche sulla scorta della sollecitazione del Corriere: la presenza del Papa «sarebbe un gesto altamente simbolico per l'unità della Chiesa» ha scritto il direttore Ferruccio de Bortoli.[Corriere, Il Papa deciderà se partecipare ai funerali]

Quello che dice nel seguito dell'intervista Martini non fa che confermare questa tesi: la chiesa deve riconoscere i propri errori e cambiare radicalmente, a cominciare dal Papa. Questo è uno dei tre strumenti immaginati dal cardinale contro la stanchezza della chiesa. Tra tutti questi errori spunta quello riguardante la sessualità e la pedofilia: la chiesa, si chiede Martini, sul tema della sessualità è ancora un punto di riferimento per i credenti oppure è una caricatura? Il terzo strumento è un ripensamento dei sacramenti: essendo uno strumento di guarigione, secondo la sua ricostruzione, serve proprio ai più deboli,  per esempio ai divorziati o alle famiglie allargate:

Una donna è stata abbandonata dal marito e trova un nuovo compagno che si occupa di lei e dei suoi tre figli. Il secondo amore riesce. Se questa famiglia viene discriminata, viene tagliata fuori non solo la madre ma anche i suoi figli.


Infine la chiusa: Lei cosa fa personalmente?, chiedono i due intervistatori. Nella risposta il cardinale tiene comunque la mano leggera: la chiesa è rimasta indietro di 200 anni, come mai non si scuote?, dice, ma forse è ancora più vecchia. Il Papa attuale non ha il carisma del polacco, specie dell'ultimo periodo, e non si può competere adeguatamente con la sola ragione e la stretta osservanza la battaglia della fede. Il finale è una domanda aperta, tu cosa fai per la chiesa, chiede Martini al lettore, ma forse il cardinale pecca di ingenuità, perchè  la domanda non è valida per tutti allo stesso modo. Se è vero che ognuno di noi, in quanto cittadino, è chiamato a fare qualcosa per il buon andamento della società altrettanto non è richiesto nei confronti della chiesa, dato che la fede è una libera scelta individuale. Noi siamo tenuti a comportarci in modo tale da conservare diritti e libertà raggiunti ma non siamo obbligati a credere. Che poi rispettare la democrazia comporti azioni che sarebbero approvate anche dalla chiesa è un'altra questione e attiene alla trasversalità dei meccanismi di mantenimento di una società ordinata e rispettosa. Ma mantenere la chiesa viva e vegeta è da considerare un compito indispensabile al buon andamento della società, solo per il fatto che esistono concetti e precetti simili?In chi pensa che il libero arbitrio non sia sufficiente a dotare gli individui degli strumenti necessari per farlo, sì. L'autorità, fosse pure solo morale, della chiesa supplirebbe, in questo modo,a carenze soggettive dei singoli.
Certo che la soluzione delle religioni è molto spesso solo autoritaria mascherata, come nel caso del cattolicesimo, dall'universalismo dell'amore. La chiesa non cambierà mai la sua posizione su molte questioni, da quelle etiche a quelle sociali o, se lo farà, non sarà tanto presto. Le gerarchie ecclesiastiche continuano a pensare, e forse anche a preferire, i credenti come incapaci di scegliere liberamente il bene e quindi bisognosi di esservi forzati. La religione, in questo senso, assomiglia a un insieme di leggi vigenti in uno Stato, con la non piccola differenza che queste leggi religiose sono difficilmente mutabili. L'immutabilità, come rilevato da Martini, con la sua retrodatazione lieve, è forse una delle cause più evidenti della perdita di fede, per la forse spiacevole conclusione che l'assoluto è di difficile definizione e appartiene più agli universali che  ai metodi per mettere in pratica. La dottrina che guida la chiesa non è solo vecchia di 200 anni ma di 2000 anni, e sente il peso di questa antichità. Mentre concettualizzare di amare il prossimo è un'idea senza tempo, fare la classifica dei buoni e dei cattivi risente del periodo storico in cui ci si trova. Alcuni comportamenti che sarebbero stati censurati un tempo ora sono perfettamente leciti ed espressione della libertà individuale. Non accettare questi cambiamenti nel considerare le dinamiche sociali ti espone all'oscurantismo e al disamore. Del resto, mettere in discussione alcuni postulati rischia di compromettere tutta la dottrina? Gli stessi fedeli, aderiscono al cattolicesimo per intima convinzione e ricerca del bene o perchè  all'interno vi trovano certezza di pensiero? Dico questo perchè, a volte, il dubbio è salvifico, ma può essere pure un supplizio.
Con la morte di Martini viene meno una voce autorevole e critica all'interno della chiesa. È probabile che le altre, meno autorevoli, vengano in parte smorzate. Questo significa che seguirà un periodo di richiamo all'ordine all'interno del Vaticano? Difficile dirlo. Sarebbe interessante però che questa morte sollevasse una più ampia discussione su ruolo e funzione della chiesa, sul recupero del suo mandato più spirituale, sulla maggiore aderenza alla parola del suo messia, più che sulla classifica di buoni e cattivi, sia da questa parte, nel vecchio Continente, sia dall'altra, nel nuovo.


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