Il Tredicesimo Piano è... bella fantascienza. Siamo ai giorni nostri. A Los Angeles, al tredicesimo piano di un grattacielo, ha sede la società di Hannon Fuller. Lì è stato realizzato il prototipo della futura realtà virtuale. E' un vero e proprio mondo virtuale, dettagliatissimo, ambientato nell'america degli anni trenta. Gli utenti che accedono a questo mondo vi entrano completamente, e prendono corpo in una loro replica virtuale che, senza questa intrusione, vivrebbe una sorta di propria esistenza.
Il fatto è che questo mondo virtuale ha un 'difetto'. La scoperta di ciò apre frontiere incredibili, e allo stesso tempo mette i due creatori di questo mondo, ovvero Fuller e il suo assistende Douglas, in pericolo.
Il film è impregnato di mistero, ha colorazioni da noir che ricordano i film con Humphrey Bogart. I mondi virtuali e reali che si intrecciano tra loro; gli omicidi, gli amori, le identità virtuali e reali; tutto crea qualcosa di davvero sublime. Gli attori recitano scandendo il tempo come un metronomo, i ritmi variano a seconda del mondo in cui essi si muovono, così come i colori, e la complessità dei caratteri. E' bello lasciarsi catturare dalla trama, e dai personaggi, credere che tutto ciò sia possibile, realistico. Questa pellicola ci mostra ciò che avrebbe potuto essere Matrix, e non è stato. Davvero bello...
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