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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 4: Eddard

Creato il 11 gennaio 2012 da Martinaframmartino

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 4: EddardDopo averlo visto dall’esterno finalmente entriamo nella testa di Eddard. La scena all’inizio è sfarzosa, l’arrivo del re e del suo corteo a Grande Inverno. Nella serie televisiva c’è un cambiamento divertente, una scenetta con Arya che si presenta all’ultimo momento con in testa un elmo da soldato. Sono piccoli dettagli, ma che rendono bene il carattere della ragazzina. E poi c’è lo sguardo che si scambiano Sean Bean e Mark Addy. Martin ha dichiarato che fin dal principio il loro sogno era avere Sean Bean per il ruolo di Eddard Stark, e Peter Dinklage per quello di Tyrion Lannister. Desiderio avverato, e ottimi risultati direi. Il sopracciglio inarcato di Sean Bean in risposta all’accusa di Mark Addy di essere ingrassato è impagabile.
Ma non è la serie televisiva ad avermi conquistata. Sono i romanzi, e come sempre ogni capitolo è incredibilmente ricco.
Finalmente a pagina 47 George inizia a raccontarci un po’ della ribellione Baratheon. Prima c’era stato solo qualche rapido accenno, ora iniziamo a farci un’idea di cosa sia accaduto quindici anni prima, ma le rivelazioni su quei fatti continueranno per tutto il corso della saga. Martin ha affermato che non scriverà mai racconti prequel dedicati alla giovinezza di Ned e Robert, perché tutto quello che abbiamo bisogno di sapere lo racconterà in questi libri. Intanto sappiamo che ora Robert è un panzone spaventoso, ma che una volta era uno di quegli uomini capaci di far girare la testa alle fanciulle. Abbiamo un primo accenno alla rivolta Greyjoy che ci aiuta a inquadrare meglio la figura di Theon, e abbiamo la descrizione del “great antlered helmet of his House”, “l’elmo munito di corna di cervo della sua nobile casa” (pag. 47). Cervo e unicorno non sono esattamente lo stesso animale anche se entrambi sono dotati di uno o più corna, ma Martin usa la parola antlered, e ogni volta che parla del corno dell’animale che ha ucciso la meta-lupa lo definisce antler. Che voglia che il lettore faccia 1+1?
I due scendono nelle cripte, e noto che le statue degli Stark defunti portano sulle gambe una spada di ferro per “tenere gli spiriti della vendetta imprigionati nelle cripte” (pag. 50). E io mi domando se sia solo una leggenda o se non nasconda un fondo di verità, mentre Sergio Altieri scrive la solita altierata e dice che Ned “non volle crederci”, ma secondo Martin lui si limitò a sperarlo, “He hoped not”. Proseguendo su questa linea credo non ci si possa più stupire se Martin scrive che Brandon, il primogenito del lord di Grande Inverno, era “born to rule”, nato per governare, visto che il regno è uno solo e che sul trono siede un Targaryen, e in italiano troviamo che era “nato per regnare” (pag. 51). E che fra i significati di rule oltre che governare ci sia anche regnare conta poco, se pensiamo al contesto in cui è inserita la parola. Dubito che Aerys sarebbe rimasto tranquillo sul trono di un regno dimezzato mentre qualcun altro regnava su tutto il Nord.
Quindi incontriamo per la prima volta lo spettro di Lyanna, fanciulla bellissima amata intensamente – anche se in modo diverso – da suo fratello e da colui che era il suo promesso sposo. Incidentalmente noto che il nome completo della fanciulla del racconto di Martin Un canto per Lya è Lyanna, e che anche il suo destino è tale da infrangere il cuore. Martin ama i personaggi tragici, ricordiamolo. E con l’inverno che sta arrivando ancora non abbiamo la certezza che per chi è sopravvissuto a migliaia di pagine di intrighi, guerre e tradimenti le cose finiranno bene. Leggiamo della promessa, senza sapere cosa Ned prometta, e scopriamo dell’odio di Robert per i Targaryen. Ma la descrizione della morte di Lyanna è un po’ diversa nelle due lingue. Fra “le dita di lei che abbandonavano le sue lasciando cadere petali disseccati, anneriti” (pag. 52) e “how tightly her fingers had clutched his as she gave up her hold on life, the rose petals spilling from her palm, dead and black” c’è di mezzo la volontà della ragazza. Lei ha stretto con forza le dita di Ned, finché ha rinunciato alla presa sulla vita. Ha rinunciato, Lyanna, rifiutandosi di morire finché Ned non le ha fatto una promessa che era più importante della sua stessa vita.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 4: Eddard

La copertina di uno dei tanti volumi dell'edizione cinese di A Game of Thrones

Segue una piccola lezione di storia e politica dei Sette Regni: Battaglia del Tridente, morte di Jon Arryn, primo accenno a quel simpaticone di Tywin Lannister. E dimostrazione come i personaggi MartinAltierani sappiano interpretare correttamente il senso delle frasi anche quando altri, come i lettori italiani, non ci riescono. Robert afferma categoricamente che Robert Arryn succederà al padre “nel Nido dell’Aquila e in tutti i suoi proventi” e poi conclude con un perentorio “Adesso però basta parlarne” (pag. 54), “No more”. Letteralmente la traduzione è corretta, ma se è così perché Ned viene colto di sorpresa? Al massimo dovrebbe essere infastidito dalla secchezza con cui viene zittito. Le opzioni principali per il suo stupore, a mio giudizio, sono due: o ha letto nel pensiero del suo amico o ha avuto anche lui sottomano la versione inglese e ha capito che quel No more significa invece Nulla più, cioè che Robert Arryn non erediterà uno dei titoli che erano appartenuti a suo padre, quello di protettore dell’Est. Robert Baratheon in questo caso non taglia corto su una discussione, ma taglia senza mezzi termini uno dei titoli di uno dei suoi vassalli, e Ned se ne stupisce. Dettaglio sulla serie televisiva: Robert Arryn è stato rinominato Robyn perché la produzione aveva paura che due nomi uguali avrebbero mandato in confusione gli spettatori. Anche se, a parte il nome, i due personaggi non hanno proprio nulla in comune.
Robert fa al suo amico due di quelle offerte difficili da rifiutare: gli offre il secondo posto più importante del regno, e progetta di unire in matrimonio i loro figli. Ned decide di pensarci su. “Il suo posto era in Nord”, leggiamo a pagina 57. “This was his place”, con la parola This scritta in corsivo. Sono solo suggestioni, o c’è qualcosa di vero in questi presagi di un uomo che non crede ai presagi?

Sotto la foto parlo della mamma di Jon Snow. Non ci sono spoiler, nel senso che non faccio alcun riferimento ad avvenimenti futuri, ma mi baso comunque sulla mia conoscenza della saga. Quello della mamma di Jon Snow ormai è un finto mistero, sappiamo tutti chi sia (almeno, tutti coloro che hanno letto i romanzi più di una volta e hanno notato determinati dettagli, o che hanno letto le relative discussioni su internet), ma ufficialmente Martin non lo ha ancora detto. Come lui stesso ha sottolineato, è uno dei problemi di internet: una volta un fan scopriva quel che lui stava cercando di tenere nascosto, ma lo sapeva solo lui. Per tutti gli altri la vicenda era ancora avvolta nel mistero. Ora un fan lo scopre, lo scrive su internet e nel giro di pochissimo tempo lo sappiamo tutti. Anche a me è stato detto, e non direttamente da Martin, ma so che è vero. Si tratta della notissima teoria R+L=J. Nelle righe sottostanti mi limito a evidenziare gli indizi disseminati da Martin in queste pagine.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 4: Eddard

La sigla è quanto di più semplice ci sia: Rhaegar Targaryen + Lyanna Stark = Jon Snow. Rhaegar e Lyanna hanno fatto una fuga d’amore, perché per loro non c’era un futuro insieme. Lui era sposato con Elia Martell. e da lei aveva avuto due figli. Lei era promessa sposa a Robert Baratheon. Purtroppo la loro fuga è stata male interpretata da chi gli era vicino, e la situazione è precipitata in un modo che difficilmente chiunque avrebbe potuto prevedere. Nei prossimi capitoli vedremo come e perché. Intanto vediamo cosa ci dice lo zio George.
Pagina 50: “Robert Baratheon (…) era sempre stato un uomo di colossali appetiti, pronto a immergersi nei piaceri della vita. Una cosa che nessuno avrebbe mai potuto dire di Eddard Stark”. Cioè, Ned non è il tipo da dimenticare tutto il resto, dettagli come il fatto di essere sposato, per andare a divertirsi con la prima fanciulla che incontra.
Ned parla del desiderio di Lyanna di essere riportata a Grande Inverno, e subito dopo pensa alla promessa. Lei sta morendo e lo sa, come può il fatto di sapere di essere deposta in una tomba piuttosto che in un’altra farle passare la paura? Eppure è questo che ci viene fatto credere a una prima lettura. In inglese è ancora più evidente quanto lei tenga alla vita, almeno finché non riceve la famosa promessa.
C’è molto sangue in quella stanza, perché lei sta morendo di parto. Non viene detto chiaramente, ma cos’altro potrebbe essere a provocare la sua morte? Non ferite infertele da Rhaegar, morto da diversi mesi. In mancanza di ipotesi migliori – e per chi non ha letto i volumi successivi segnalo che questa scena tornerà ancora nella mente di Ned, e tutti i dettagli descritti puntano in direzione di una donna che partorisce – è questo che sta avvenendo: sta nascendo Jon, e sua mamma sta morendo. Ricordiamolo, lei si trova in una torre isolata, senza nessuna assistenza. Ned viene ritrovato molto dopo da Howland Reed mentre stringe il suo corpo fra le braccia. Significa che non poteva esserci nessun altro. Forse Howland non era andato nella torre per discrezione, e si decide a farlo solo quando capisce che c’è qualcosa che non va. E alla rievocazione della Battaglia dei Tridente (pag. 52) “non c’era nulla che Ned potesse dire” perché se solo provasse a spiegare che Lyanna e Rhaegar si amavano Robert vedrebbe in Jon un Targaryen, il figlio dell’uomo che odia con tutte le sue forze, e lo ammazzerebbe.

Sotto la foto c’è uno spoiler pesantissimo da Il grande inverno.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 4: Eddard

La copertina dell'edizione rilegata italiana

Robert scherza sulla sua prematura scomparsa, ma a quanto pare è più prematura di quel che pensava lui. Muore con coraggio, bisogna dargliene atto, ma si ficca nei guai per il solo fatto di fare tutto senza ragionare, e prendendo ogni cosa con superficialità. Da sua moglie ai cinghiali, Robert commette un bel po’ di errori di valutazione, e il voler far provare un po’ d’estate al suo amico porta alla rovina anche lui. Avremmo dovuto ricordare le ultime righe di questo capitolo: Quello era il suo posto, i morti lo sapevano. E l’inverno stava arrivando.
Sotto la foto spoiler da I fuochi di Valyria (A Dance with Dragons parte 2).

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 4: Eddard

Alcune spade sono corrose, altre le portano via Bran e Rickon nella loro fuga. Che ci siano davvero spettri che vagano fra le mura di Grande Inverno? In un primo momento viene spontaneo pensare a Mance Rayder, ma possiamo davvero essere sicuri che sia solo lui lo spettro che si aggira in cerca di vendetta?
E Bran vede molte cose attraverso gli occhi degli alberi diga. Prova a parlare, ma chi lo ascolta sente solo il frusciare delle foglie nel vento. È solo suggestione quella che prova Eddard Stark, o davvero sta sentendo qualcosa?



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