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IL VATICANO “OSPITE D’ONORE” AL SALONE DEL LIBRO? | Alfredo Alì – Editing & Printing, Napoli

Creato il 04 maggio 2014 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

Riceviamo e pubblichiamo la missiva editoriale del dott. Alfredo Alì – Casa Editrice Editing & Printing di Napoli, in riferimento alla presenza del Vaticano al Salone del Libro 2014 di Torino.

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Egregio collega editore,

dopo secoli di censura e di roghi, la Santa Sede, per la prima volta in assoluto, partecipa a una manifestazione editoriale laica e pluralista. Era un appuntamento atteso dall’età dell’illuminismo, ma seppur in ritardo siamo contenti.

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Tuttavia, il rogo dei libri proibiti è scolpito nel Nuovo Testamento: san Paolo fece bruciare migliaia di rotoli di papiro a Efeso (Atti Apostoli 19,191) e fu proprio quella missione evangelica che legittimò l’Inquisizione e l’Indice dei libri proibiti, secondo le Scritture.

Il 7 maggio, nella serata inaugurale del Salone, giungeranno da ogni dove i martiri della censura ecclesiastica; una folla di anime, con nomi noti e ignoti, vagherà nell’Auditorium del Lingotto per udire la lezione magistrale del cardinal Ravasi. Ma questa volta saranno i morti a giudicare i vivi. La Santa Sede potrà essere l’ospite redento del Salone del Libro se ripudierà i brani del rogo paolino, senza raggiri esegetici o sotterfugi storicizzanti. Diversamente, invocando il mistero della fede o glissando col silenzio dell’oblio,2 il Vaticano sarà l’ospite disonorato della censura. È il responso delle anime per i conti con la storia.

In ogni caso, negli ultimi decenni la Chiesa ha raffinato il metodo censorio passando dalla proibizione dei libri 3 all’interdizione ad personam. Un esempio scandaloso è nel decreto del Sant’Uffizio del 14 febbraio 1962 4 contro l’autore dell’ultimo libro all’Indice (1961), Jean Steinmann vicario di Notre-Dame di Parigi.
Innanzitutto, «il decreto del 1962 non è consultabile…», così è scritto in una mail del Vaticano il 20 gennaio 2014 a una ricercatrice di Napoli.5 Ma nonostante «a nessuno studioso è stato concesso di consultare il decreto…», oggi conosciamo il contenuto di quel provvedimento: fu vietato all’autore di scrivere e pubblicare qualsiasi libro sulla Bibbia fino al giungere della morte; una sorta di rogo della mente con la misericordia di lasciarlo in vita. Su questo decreto secretato i ricercatori reclamano la consultazione degli atti processuali; decisione che spetta unicamente a papa Francesco. Quelle menti audaci che esplorarono orizzonti inediti attendono ora di vedere se i richiami alle prediche francescane diverranno bolle papali o effimere bolle di sapone.
Napoli, 19 aprile 2014

Editing & Printing

Dr. Alfredo Alì

La casa editrice Editing & Printing ha partecipato alla 11ª edizione del Salone del Libro di Torino, alla 9ª edizione di Galassia Gutenberg di Napoli, alla 50ª Fiera del Libro di Francoforte.

NOTE

1- «portavano i libri e li bruciavano davanti a tutti… il valore complessivo era di 50.000 monete d’argento. Così la parola di Dio cresceva con vigore e si rafforzava». Cioè, incendiati migliaia di manoscritti trafugati dalle biblioteche e dai templi giacché quasi nessuno aveva rotoli di papiro in casa.

2- Il 18 marzo 2014, nella conferenza stampa del Vaticano sulla partecipazione al Salone del Libro, nemmeno un accenno ai libri all’Indice e all’Inquisizione. Presenti G. Ravasi, G. Costa e F. Lombardi

3- Notificazione del Vaticano 14.6.1966: «L’Indice rimane moralmente impegnativo». Non è più pubblicato l’Index Librorum Prohibitorum, ma il Vaticano può condannare i libri dopo aver sentito l’autore che ha facoltà di difendersi (5ª norma, Motu proprio Integrae Servandae, perseverare inalterato, 1965).

4- Decreto voluto da Giovanni XXIII, ora santo. Anche per questo il decreto è stato secretato.

5- Disponiamo il carteggio delle mail Mail_Vaticano_decreto_contro_Steinmann_1962 con l’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede e la Biblioteca Apostolica Vaticana. Dalla corrispondenza emerge che i due organismi vaticani ignoravano l’ultima schedatura di libri proibiti pubblicata dalla Santa Sede. Cioè, l’Index Additus Librorum Prohibitorum del 31 marzo 1959, sotto il papato di Giovanni XXIII. «… finora non si aveva notizia in questo archivio» «… non risulta descritto nel catalogo della Biblioteca». Il 4 novembre 2013 la ricercatrice di Napoli ha fornito alle due istituzioni vaticane una copia certificata dell’Index Additus. Questa lista nera è stata sottratta all’Archivio della censura dei libri e alla Biblioteca del papa da dicasteri vaticani per non intralciare la canonizzazione del “papa buono” iniziata più di trent’anni fa. È molto più di un sospetto.

ELENCO DEI LIBRI MESSI ALL’INDICE


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