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“il volo” a villa erba di cernobbio (23/07/2015): “sold out” (gia’ in conto) e “grande amore” … del pubblico

Creato il 24 luglio 2015 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

il volo

Sto “mutando pelle” a una velocità vertiginosa, tanto da non riuscire a capacitarmene, dopo la parentesi “underground” della scorsa settimana (di cui ho detto), ieri mi sono dovuta “ricomporre” per una serata all’insegna di eleganza e “bel mondo”, quindi abitino “(misto) seta di Como” a fioroni, disegno genere Rocco Barocco (o meglio “tarocco”, l’alta moda non mi si addice), giacchino, occhiali da sole tipo Luxottica, scarpina, gioiellino Svarowski. E’ che la circostanza lo imponeva, un concerto a Villa Erba di Cernobbio, ex-proprietà di Luchino Visconti, a meno di 10 minuti di macchina dalla continuamente paparazzata Villa Oleandra di George Clooney, in una delle zone “Vip” del Lago di Como, facevano fede le lussuose “cabriolet” che sfrecciavano sulla provinciale e le tipologie di personaggi “tirati a lucido” che ne scendevano. Una volta entrata all’interno del parco, poco prima delle 20 e preso posto, ho fatto una panoramica, con lo sguardo, del pubblico e ho notato che il “range” di età rappresentato spaziava dai 30 ai 70, con consistente presenza femminile e di coppie, immancabili le “Volovers”, le “fans” adolescenti con armamentario di cartelloni, sciarpe e berretti, ad affollare le prime file, comunque non numerosissime, generalizzato l’abbigliamento sobrio, quindi signore “griffate”, sandalo gioiello tacco 12 e accessori con strass. Il colpo d’occhio alle 21 confermava il “sold out” già annunciato da tempo, traducibile in migliaia di persone, ma quantificare esattamente è arduo.

I ragazzi de “Il Volo” sono stati, devo dire, la piacevole, inaspettata, stupefacente rivelazione, ne conoscevo le doti canore, ma non potevo immaginare l’irresistibile, comunicativa, inesauribile, festosa ondata di simpatia che sono capaci di sprigionare e che investe lo spettatore; sono una riserva continua di trovate umoristiche e intermezzi divertenti, alcuni forse improvvisati, altri no e battute folgoranti catturate “nell’aria” o da spunti offerti dalla platea. Qualche esempio a caso?Piero (Barone) si è presentato sul palcoscenico per il consueto discorso introduttivo “Buonasera, Cernobbio!grazie al pubblico perché comprate i dischi, venite a sentirci, ci seguite …” ed è stato immediatamente interrotto da Ignazio (Boschetto) “Ma che atto diruffianismo’ è questo?” e l’altro “Ignazio, vai a farti una lezione di grammatica”, poi è intervenuto Gianluca (Ginoble), che, a differenza degli amici, è abruzzese “Ma questi due devono parlare sempre con accento siciliano?Siamo al Nord” e Ignazio “Io sono di Bolzano Sud”. Ignazio è praticamente un comico consumato, ha funto da presentatore, si è sostituito ogni tanto al direttore d’orchestra, ha imitato Pippo Baudo, si è spruzzato l’Autan, alla faccia dei “comparuzzi” che non lo volevano, ha spostato gli sgabelli su cui dovevano sedere i colleghi “E’facchinaggio artistico”, spariva e poi riappariva in scena con fare furtivo e canagliesco e breve “spot” autoriferito “Ignazio is back” oppure “Cà sugno!” (“Sono qua”), chiaramente tutto il “parterre” di “fimmini” sotto i 18 anni era per lui, che è sceso anche disinvoltamente fra le ammiratrici, dove, cinto d’assedio, ha abbracciato e baciato chi gli capitava a tiro.

In scaletta, vecchi successi riproposti nel loro recente cd sanremese, come “Canzone per te” di Endrigo, “Piove (Ciao ciao bambina)” di Modugno, “L’immensità” di Don Backy, “Ancora” di De Crescenzo, classici della canzone melodica italiana “Il Mondo”, “Io che non vivo più di un’ora senza te”, “Un amore così grande”, in particolare Gianluca, con accento polemico (ricordiamo i duri attacchi  rivolti al trio a Sanremo da qualche critico sputasentenze) ha ribadito “Portiamo il belcanto italiano nel mondo, per noi è motivo di orgoglio”, con la sua impostazione da “crooner”, ha cantato Elvis Presley e “My Way” di Sinatra, creando la giusta “atmosfera” per le coppie in platea. Graditissimo tributo di Ignazio, al piano, alla memoria di Pino Daniele, a cui ha dedicato “Napul’è”, “Quando” e “Chiove” e intensissima e carezzevole interpretazione, con quel suo timbro caldo, di “Memory” (ndr da “Cats). Noi del pubblico, invece, abbiamo collaborato, in veste di “coro”, per le celeberrime “O’Sole mio” “Torna a Surriento” e “Core ingrato”. Piero, da parte sua, ha sbalordito nella romanza, dalla “Tosca” pucciniana “E lucean le stelle”, cantata con voce molto potente per volume, tono, altezza, letteralmente “spaccando”, con tanto di “standing ovation”, applausi scroscianti e dei continui “Bravo!”. Apoteosi sul congedo con “Grande amore”, che ha trionfato a Sanremo 2015, intonata anche da giovanissime e signore, che poi sono corse all’assalto del palco, da dove i ragazzi hanno abbracciato idealmente tutti, io sono riuscita a stringere la mano a Ignazio e Gianluca, a cui ho lanciato un “Ciao, bello!”, mi ha sorriso.

Grande spettacolo per gli occhi, indubbiamente, ma che mira dritto al cuore.

[Articolo di Fede]


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