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Il web si schiera con le lavoratrici della Omsa di Faenza e parte la campagna di boicottaggio

Creato il 03 gennaio 2012 da Cavaliereoscurodelweb
Il web si schiera con le lavoratrici della Omsa di Faenza  e parte la campagna di boicottaggio
Articolo da Il FattoQuotidiano.it
La Golden Lady ha deciso di procedere al licenziamento collettivo dei dipendenti della Omsa di Faenza (pari a 239 persone) prevista per metà marzo ed il popolo della rete si ribella. Un evento in programma il 31 gennaio intitolato “Mai più Omsa” volto a boicottare le vendite della società di Nerino Grassi, ha già raccolto più di 20.000 adesioni con una crescita di 10 persone al minuto ed ha oltre 222.000 invitati. La pagina è stata attivata un paio di giorni fa da Massimo Malerba ed è stata rilanciata anche sul “Post viola” il blog ufficiale del Popolo Viola. Le persone che cliccheranno sul bottone “parteciperò” si impegnano a non acquistare prodotti degli 8 brand del gruppo Golden Lady (Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue, Arwa) e ad invitare almeno 10 amici a partecipare alla protesta. Ed il messaggio che veicola la campagna di boicottaggio recita: “Continueremo fino a che la Omsa non darà la garanzia di un posto di lavoro stabile per ciascun lavoratore e lavoratrice”.
E sul social network la campagna in difesa dei lavoratori e contro i prodotti Golden Lady sta prendendo sempre più piede: la pagina “Bomsa, Boicotta Omsa” ha totalizzato in pochi giorni già 4.362 “mi piace” e in bacheca riporta interviste alle lavoratrici, interventi dei partiti politici a sostegno della vertenza e i commenti di uomini e donne che esprimono solidarietà alle operaie. E ancora sono oltre 9.350 i membri del gruppo “A piedi nudi! Io non compro Omsa e Golden Lady finchè non riassumono” fondato da Alessandra Mallamo. Nella nota di descrizione del gruppo si leggono le ragioni dell’iniziativa: “320 operaie e 30 operai della Omsa perdono il posto di lavoro perché il mantovano padron Nerino Grassi, proprietario del colosso, ha deciso di licenziare, chiudere lo stabilimento in Emilia e delocalizzare il Serbia, solo per questioni di profitto. Facciamo crollare le vendite in Italia contro quest’ingiustizia!”.
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Fonte: IlFattoQuotidiano.it
Autore: redazione Il Fatto Quotidiano
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Articolo tratto interamente da IlFattoQuotidiano.it

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