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Il West italianissimo di Alberto Simioni

Creato il 22 settembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Il West italianissimo di Alberto Simioni | di Giuseppe Pollicelli
Lo Spazio Bianco

Dal 30 agosto al 7 settembre 2014, presso l’Oratorio di Breganze, in provincia di Vicenza, si è svolta la manifestazione “Tex e l’Altro, il valore dell’incontro”, nel contesto della quale è stato anche reso omaggio al fumettista Alberto Simioni e alla sua creatura più famosa, il personaggio western di Gigitex. Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo l’intervento scritto da Giuseppe Pollicelli per il catalogo della mostra.

3. Gigitex di Pollicelli & Conti (2014)

Di alcuni artisti morti giovani ci si chiede se sarebbero stati altrettanto apprezzati e celebrati qualora non fossero mancati prematuramente. Ad Alberto Simioni, invece, non è bastato neppure morire a 38 anni (nato a Bassano del Grappa il 30 aprile del 1951, è scomparso a Breganze il 21 febbraio del 1990) per vedere riconosciuti il suo valore e le sue qualità di fumettista.
Qualità indiscutibili e lampanti, che balzavano con prepotenza agli occhi di chi – come il sottoscritto negli anni Ottanta – leggeva le tavole di Simioni sulle pagine de “Il Piccolo Missionario” e che rapidamente resero Gigitex (la creazione di gran lunga più nota di Alberto) il personaggio principe del mensile edito a Verona dai Padri Comboniani.

1. Gigitex di Alberto Simioni

Gigitex, in realtà, era nato diversi anni prima, nel 1969, ideato (con il nome di Gigi West) da un Simioni ancora ragazzo, ma è negli anni Ottanta che la serie intitolata al biondo pistolero dal cuore d’oro raggiunge la piena maturità. Il tratto di Alberto, in particolare, trova un ammirevole equilibrio e si rende autonomo dai tanti, prestigiosi modelli di cui si era abbondantemente e voracemente nutrito. Del resto Alberto Simioni era a sua volta, e prima di tutto, un avido lettore e un sincero estimatore del fumetto italiano, in special modo di quello umoristico.

Se superficialmente si può dire che le ascendenze di Gigitex (plasmato sul Clint Eastwood della Trilogia del Dollaro di Sergio Leone, poncho e sigaro inclusi) siano cinematografiche, chiunque conosca un po’ i fumetti impiega ben poco a rendersi conto che i riferimenti stilistici di Simioni erano tutti quanti fumettistici. Quello di Alberto si può anzi definire autentico citazionismo. Non solo per l’omaggio a Tex Willer contenuto nel nome di Gigitex o per le raffinate versioni caricaturali tanto del medesimo Tex (e dei suoi pards) quanto di Martin Mystère (trasformato in Martin Enigma) proposte in un paio di episodi anch’essi appartenenti alla saga di Gigitex, ma (a un livello più profondo) proprio per la quantità di debiti grafici che il segno di Simioni denuncia.
A parte la chiara influenza di Carlo Peroni, di cui Alberto era anche stato allievo, nel disegno di Simioni si ravvisa (soprattutto fino alla fine degli anni Settanta) l’incondizionata ammirazione per alcuni grandi maestri del fumetto comico italiano: Jacovitti, Bonvi, Rebuffi, Del Principe, Sangalli e Clod, sicuramente, ma diversi altri nomi si potrebbero fare.

Solo che, come già detto, a partire dai primi anni Ottanta Simioni approda a una splendida sintesi che ne rende il tratto al tempo stesso sicuro e originale, fornito di una morbidezza degna di un virtuoso della matita.

2. Copertina catalogo mostra Tex e l'altro
Anche da un punto di vista narrativo, peraltro, le storie di Gigitex – pur ricreando in un contesto western il “mondo piccolo” di certa provincia veneta, con le sue figure tipiche (l’oste Nisio, il beone Clint, la graziosa maestrina Miss Lara) e la ramificata e confortante presenza della Chiesa (rappresentata dal missionario Padre Gionata) – sono strutturate in modo molto articolato e con una complessità che risente non solo dell’esempio fornito dal nostro miglior fumetto non realistico ma, addirittura, dalla stessa tradizione avventurosa della Sergio Bonelli Editore.

È davvero doloroso, e si tratta di un dolore per nulla attenuatosi dal 1990 a oggi, che proprio nel momento in cui stava per spiccare il volo (come dimostra anche l’approdo di Gigitex a una testata di maggiore rilievo – pur nell’ambito dell’editoria cattolica – quale “Il Giornalino”), il talento di Alberto Simioni sia stato stroncato da un destino a dir poco crudele.
Coloro che amano il lavoro di Alberto sanno quanto sarà difficile, di qui ai prossimi anni, farlo conoscere e rivalutare come merita, e quanto sarà arduo fare in modo che il nome di Simioni acquisti finalmente, nella storia del fumetto italiano, la centralità che gli spetta. Ma quel che si potrà fare verrà fatto, almeno di questo si deve essere certi.

 

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