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Il Wi-Fi pubblico è veramente libero

Da Pinobruno

Il Wi-Fi pubblico è veramente libero. L’Autorità garante della Protezione dei dati personali ha confermato che gli esercenti di bar, ristoranti, discoteche, stabilimenti balneari, eccetera, possono mettere liberamente a disposizione degli utenti la connessione Wi-Fi ed eventualmente computer e terminali di qualsiasi tipo. Gli esercenti dunque non sono obbligati a registrare i dati personali degli utenti, né possono essere ritenuti corresponsabili di violazioni connesse alla frequentazione dei siti da parte dei clienti in caso di connessione alla rete con l’accesso telematico fornito dal locale.

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha così dato ragione alla Federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese. Il problema era nato da un’interpretazione controversa dei provider che forniscono programmi di archiviazione. A loro dire, sui gestori incombeva l’obbligo di registrazione.

“Pertanto – dice la Fipe –  gli esercenti che ancora dispongono di strumenti per il monitoraggio e l’archiviazione dei dati possono eliminarli, senza il rischio di alcuna responsabilità, rendendo così realmente libero il servizio di Wi-Fi offerto; altrimenti, se vogliono continuare ad utilizzare tali sistemi in maniera legittima, sono tenuti a rendere informati i propri avventori dell’utilizzo che viene fatto dei dati monitorati, attraverso la sottoscrizione da parte loro del consenso al trattamento degli stessi, di cui all’art. 13 del Codice”.

L’obbligo di registrazione dei clienti era previsto dal Decreto Pisanu, che non è più in vigore dal primo gennaio 2011.  Fino a quel giorno i gestori erano costretti a fotocopiare i documenti dei clienti e conservarli in un archivio cartaceo.


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