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Ilaria Borletti Buitoni scrive invece di fare

Creato il 23 agosto 2013 da Nicolamisani

Ilaria Borletti Buitoni scrive invece di fare

Ilaria Borletti Buitoni durante
la campagna elettorale

Ilaria Borletti Buitoni, già presidente del FAI, oggi ha un lungo articolo sul Sole 24 Ore dove auspica l'ingresso dei privati nel finanziamento e nella gestione del patrimonio culturale italiano. La Borletti Buitoni critica (scrivessi sui giornali direi "si scaglia contro") chi si scandalizza che i privati vogliano abbinare il loro nome a monumenti o musei:
"... un efficace esempio è stato l'accordo tra il Mibac [Ministero dei beni e delle attività culturali] e Diego della Valle per il restauro del Colosseo, accordo contestatissimo da chi ritiene che si sia svenduto il marchio del monumento più importante d'Italia ad un fabbricante di scarpe. Utile ricordare che tante voci non si erano levate mai in passato davanti agli infiniti oggetti che sulle bancarelle di mezzo mondo raffiguravano il Colosseo [...]. Forse che a Londra ci si è scandalizzati quando è stata chiamata e tuttora si chiama "The Sainsbury wing", dalla celebre famiglia di imprenditori della grande distribuzione, la nuova ala della National Gallery, Museo che, va sempre ricordato, è gratuito?".
Conosco la Sainsbury Wing, che fra l'altro è piena di pittura italiana e mi ha fatto scoprire il magnifico Crivelli. Non solo la famiglia Sainsbury non ha chiesto di metterci un banco del pesce o una svendita di divani, ma ha accettato che "Sainsbury" fosse scritto nel carattere tipografico delle altre sale, tanto che non mi era venuto in mente che fossero i Sainsbury del supermercato.
E' vero che la National Gallery è gratuita, come gli altri musei di Londra, ma è così bella che ti vergogni a uscire senza lasciare la donazione raccomandata di 5 sterline.
La Borletti Buitoni ritiene inoltre che i mecenati meritino una sedia nei consigli di amministrazione delle istituzioni che finanziano:
"Annette de la Renta generosa filantropa, moglie del celebre sarto Oscar de la Renta, è la Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione del Metropolitan Museum di New York. Nel Board del British Museum di Londra siede Martin Sorrell uomo d'affari e presidente del WPP Group una delle maggiori società di comunicazione, media e pubblicità del mondo. Strano? No, anzi. Porte aperte al suo contributo probabilmente oltre che economico fatto di idee. Il mecenate [...] più ha dimostrato generosità più intenderà mantenere un rapporto con l'istituzione che gli potrà persino permettere di avere voce in capitolo anche nella gestione."
L'ex presidente del FAI non dimentica il terzo settore:
"L'immenso patrimonio storico e artistico potrebbe certamente per quello che riguarda beni trascurati o minori essere affidato a cooperative di gestione o ad enti non profit per essere reso fruibile e mantenuto: sempre felice l'esempio della cooperativa "la Paranza" che gestisce le catacombe di San Gennaro a Napoli".
Questa mirabile donna si augura infine che il Mibac sappia come intervenire:
"Il Ministero dei beni culturali si appresta ad una radicale riforma [...] obbligata dalla spending review: spero che la tanto discussa Direzione Generale per la Valorizzazione che fu creata nel 2003 non sia tra quelle che verranno ritenute superflue. Se dovesse prevalere questa scelta che ha non pochi sostenitori al Mibac, la valorizzazione non sarebbe più un obbiettivo strategico [... ]. Inutile quindi che i partiti si affannino nei loro programmi elettorali a dichiarare che con la "cultura si mangia" [...]. Solo uno Stato capace di aprirsi senza pregiudizi alle risorse e alle competenze dei privati con regole trasparenti, di avvalersi del terzo settore in modo strategico, di rendere efficace e coordinato il rapporto con gli Enti Locali, di investire quindi nel consolidare una visione che veramente valorizzi il patrimonio nazionale potrà rispondere a quanto prescrive l'articolo 9 della Costituzione. Un investimento nella deducibilità totale per i mecenati privati, nella riduzione delle imposte dirette e indirette per chi mantiene i segni della nostra straordinaria cultura, nell'impresa culturale come motore anche per l'occupazione giovanile sono tra i presupposto per sostenere un percorso che non solo a parole ponga la bellezza, l'arte, la cultura come cuori del grande progetto di rilancio del Paese".
Bel programma.
Il problema è che quando arrivate in calce all'articolo leggete che Ilaria Borletti Buitoni è "Sottosegretario al ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo", con delega ai beni culturali (l'unico altro sottosegretario, Simonetta Giordani, ha la delega al turismo).
E' a lei, Ilaria Borletti Buitoni, che lo Stato ha affidato l'incarico retribuito di proteggere e valorizzare questi beni.
E' lei, Ilaria Borletti Buitoni, che deve battersi perché la Direzione Generale per la Valorizzazione non cada sotto la spending review, invece di limitarsi a sperarlo e parlare dello Stato come fosse una osservatrice, mentre è pure un deputato di Scelta Civica, uno dei partiti che "si affannavano" a parlare di cultura nei programmi elettorali.
E' lei, Ilaria Borletti Buitoni, nella qualità di sottosegretario con delega ai beni culturali, che deve lanciare i progetti di legge per la deducibilità delle donazioni e le altre innovazioni fiscali e normative che propone. Oppure deve convincere il ministro Bray a farlo, magari parlandogli di persona.
Ilaria Borletti Buitoni sembra invece aspettare l'intervento di qualche entità soprannaturale pronta a "sostenere un percorso non solo a parole", ed evidentemente non parla di se stessa.Nicola Misani su Twitter: Segui @nicolamisani

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