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Imbrattato e sfregiato il Museo della Liberazione di Lucca

Creato il 03 novembre 2014 da Marvigar4

Imbrattato e sfregiato il Museo della Liberazione di Lucca

Se avessero imbrattato con uno sbaffo di pennarello un altro luogo, un’altra sede, o chissà che cosa, le autorità e i “soliti noti” avrebbero pontificato con la loro retorica bolsa stracciandosi le vesti e gridando al delitto (ricordo quando qualche anno fa venne imbrattato il monumento di Garibaldi a Capannori e uno di questi si scagliò contro i “giovinastri”, parola che già di per sé meriterebbe l’obbligo di tornare sui banchi di scuola per chi la usa…). La verità? L’ha già espressa Orwell nel suo Animal Farm: «All animals are equal, but some animals are more equal than others». Non c’è altro da aggiungere.

Ecco il comunicato ufficiale del Museo Storico della Liberazione:

Imbrattato e sfregiato il Museo della Liberazione di Lucca

Un gesto senza colore o ideologia dettato dall’ignoranza

Abbiamo atteso la fine della grande e coinvolgente festa dei Comics per segnalare che nei giorni scorsi la targa, il portone e parte degli infissi dell’ingresso principale del Museo della Liberazione di Lucca sono stati oggetto di vandalismo con spray nero.

Ricordando che il Museo è una struttura apolitica e apartitica e che proprio in questi giorni abbiamo ospitato giochi legati ai Comics intitolando l’evento “Perché la guerra sia solo un gioco”, ci troviamo rammaricati nel dover commentare questo gesto.

Gesto che classifichiamo tra quei passaggi delle ignoranze che non hanno colore o bandiera, ma che dimostrano quanto sia importante il messaggio che il Museo sta perseguendo: ovvero raccontare l’orrore della guerra, delle divisioni, degli scontri fratricidi per dire mai più. Dunque il Museo come laboratorio di Pace. Come luogo di incontro nel quale sono esposti cimeli e documenti di soldati di ogni esercito. Ragazzi spesso giovanissimi che hanno indossato divise degli italiani del Regio esercito in Africa orientale, quelle dei tedeschi, degli alpini sul Don, degli americani della Buffalo, dei brasiliani della FEB, degli alpini della Monterosa in Garfagnana, dei partigiani e patrioti che contribuirono alla Liberazione (ricordando Pippo e Leandro Puccetti), dei piloti americani che distrussero con i loro bombardieri mezza Europa, delle crocerossine, dei Carabinieri, fino ai tanti che nel Ventennio sfilarono con un fez fascista. E poi i volti dei tantissimi sacerdoti caduti durante la furia e l’orrore o i tanti lucchesi rastrellati e portati in Germania a lavorare.

Il Museo della Liberazione è luogo dove nulla è nascosto della storia perché la nostra storia deve essere collante della società contemporanea, utile a evitare che simili orrori possano accadere ancora.

Ricordando con forza che ora, in questo istante, nel mondo si stanno consumando nuove Sant’Anna di Stazzema, perché non siamo ancora capaci di allargare il messaggio di Pace.

E proprio nei prossimi giorni saranno distribuiti 25.000 tra depliant e volantini che presentano alla cittadinanza il Museo della Liberazione come laboratorio di Pace aperto a tutti, senza colori o bandiere.

Cogliamo dunque questo stupido e inutile gesto – non faremo ripulire la targa affinché sia memoria visibile a tutti – per sottolineare che non inquadriamo il fatto in un campo ideologico, ma solamente nel vasto terreno di nessuno delle ignoranze. E’ la mancanza di conoscenza e la mancata visita al Museo che hanno armato la mano di chi ha imbrattato. Nulla d’altro. Non c’è bandiera o fazione dietro questo fatto.

Invitiamo dunque le autorità dall’astenersi dal concedere dichiarazioni di vicinanza o solidarietà (ne abbiamo già ricevute in privato e ringraziamo per questo) per invitarle caldamente a manifestare invece l’intenzione di aiutare le scuole, la didattica, la formazione, insegnando la bellezza della Pace. Perché solo attraverso questo gesto potremo aiutare la nostra società a non vivere mai più l’orrore della guerra.

Il Museo della Liberazione di Lucca


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