Immaturi. Il viaggio – di P. Genovese

Avevamo lasciato gli “Immaturi” sulla soglia dei quarant’anni, quando una raccomandata del Ministero della Pubblica Istruzione annullava l’esame di maturità sostenuto anni prima e imponeva loro di rifarlo, mettendo in luce debolezze e fragilità di una generazione divisa tra il “dover essere qualcuno” e il “sentirsi altro”.
Ritroviamo i protagonisti qualche tempo dopo, mentre decidono di organizzare una sorta di viaggio premio in Grecia, per vivacizzare uno spirito tardoadolescenziale mai perso, noncuranti di essere –forse– fuori tempo massimo.
Il desiderio di evasione, misto ad una buona parte di horror vacui, spinge i quarentenni e cercare a tutti i costi un clima goliardico e cameratesco  – vedremo poi con quali conseguenze, dal momento che i protagonisti sono ormai lontani dall’età in cui una leggerezza di troppo sarebbe stata ammessa senza troppe complicazioni.
Come spesso accade nella narrativa letteraria e cinematografica, il viaggio diventa  strumentale alla scoperta autentica di sé.
La regia è firmata nuovamente da Paolo Genovese che, più o meno sottovoce, sembra voler ribadire in più salse un unico concetto: la vera maturità non si raggiunge mai completamente, è inutile illudersi.
Il cast rimane invariato rispetto al primo capitolo: sulla scena, ancora il duo Luca e Paolo (Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu), Ambra Angiolini, Barbora Bobulova, Raoul Bova, Ricky Memphis e Anita Caprioli (figlia d’arte di Vittorio Caprioli).
Il film, in uscita per il prossimo 4 gennaio, non si mette volutamente in diretta competizione con il cinepanettone: la scelta sarebbe stata dettata dal desiderio di creare un’aspettativa cinematografica qualitativamente più elevata. Speriamo in bene.

di Angela Laurino