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Impatto ambientale zero: solo un’illusione?

Creato il 14 aprile 2015 da Allocco @allocco_info

Non tutti sanno che cosa sia l’impatto ambientale. La definizione giuridica che troviamo nell’art.5 del D.Lgs. 152/06 descrive l’impatto ambientale come l’alterazione qualitativa e quantitativa a livello  spazio-temporale della natura. Nel concetto di natura sono considerate anche le relazioni antropiche: non dimentichiamo infatti che l’uomo è parte integrante dell’ambiente stesso. Lo studio dell’impatto ambientale dal punto di vista scientifico richiede la conoscenza approfondita dell’ambiente naturale e delle complesse interazioni eco-dinamiche in esso presenti. In realtà l’impatto zero è solo un modello, secondo il quale nella costruzione di un opera bisogna minimizzare al minimo gli impatti sull’ambiente. Appare chiaro quindi che l’intervento antropico modifica sempre l’ambiente. Negli ultimi anni, numerose lodevoli iniziative hanno però preso vita, con il duplice scopo di ridurre  a livelli accettabili gli impatti sulla natura e rendere maggiormente consapevoli i cittadini in merito a questa problematica. Un esempio per tutti è quello del progetto italiano Impatto zero ® di Life Gate, che ha contribuito a realizzare gli obiettivi del protocollo di Kyoto, riducendo le emissioni di CO2, creando e tutelando le foreste in crescita, in Italia e nel mondo. Alla ventesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, svoltasi a Lima nel 2014 hanno partecipato i delegati di 20 paesi. La decisione da essi approvata contiene il progetto: “Llmando de Lima para la Acción Climática” caratterizzato da elementi importanti, che potranno portare ad un accordo climatico, durante i lavori della prossima conferenza sul clima, la COP21 di Parigi che si terrà dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. Infine, dal 20 al 23 aprile di quest’anno, proprio in Italia a Firenze si svolgerà la 35ma conferenza dell’Associazione Internazionale per la valutazione d’impatto ambientale (IAIA). Il tema della conferenza tratterà gli impatti ambientali contestualizzandone il ruolo nell’era digitale. E’ innegabile che l’evoluzione dell’uomo modifichi gli equilibri ambientali in modo netto. Pensiamo alla rapida rivoluzione tecnologica degli ultimi trent’anni. Dispiace dirlo, ma anche i nostri smartphone, tablet e computer, che pure ci facilitano la vita di tutti i giorni  rappresentano una fonte di inquinamento elettromagnetico considerevole. Sarebbe bello, in un futuro non molto lontano poter disporre di questi moderni strumenti, senza danneggiare troppo l’ambiente e soprattutto senza diventarne schiavi, fino all’inverosimile …

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