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(Im)perfezione

Creato il 10 marzo 2014 da Fedesku
Il dibattito sull’immagine della donna in tv, sui giornali e sul modo in cui la pubblicità usa la bellezza femminile è sempre acceso. Gli spunti non mancano: dall’eccesso di nudo al fisico irraggiungibile delle modelle sui magazine, dalle provocazioni di alcuni format tv alle proposte di legge per censurare campagne che parlano ai consumatori solo attraverso il corpo femminile. I media contribuiscono alla formazione di un’autoimmagine negativa delle donne, condannate a confrontarsi continuamente con canoni di perfezione inesistenti. L’industria cosmetica si nutre e al tempo stesso alimenta il perfezionismo centrato sul corpo, facendo leva sul raggiungimento di standard sempre più elevati, di un’eterna bellezza, che non è più nemmeno capacità di seduzione, ma più orribilmente, annullamento della femminilità, attraverso la cancellazione delle forme femminili e del tempo, nel mito dell’eterna giovinezza.  E’ ora di dire basta. “La donna perfetta è una cretina“, proclama il saggio cult in Francia scritto dalla giornalista Anne Sophie e dalla comica Marie Aldine Girard che in origine pensavano di scrivere una gag, ma poi il titolo è diventato il mantra della nuova generazione di noi donne stanche di inseguire la perfezione. Lo sforzo di aderire a modelli assoluti è una forma di difesa, ma anche una fuga da noi stesse, ci impedisce di fare i conti con le nostre fragilità mostrando sempre più frequenti segnali di insofferenza verso un ideale tanto irraggiungibile quanto frustrante. Negli Usa la campagna della lingerie Aerie Real non ha “aggiustato” con Photoshop la protagonista delle sue affissioni. “Niente supermodelle. Niente ritocchi. Perché essere la vera te è sexy“, recita lo slogan sui manifesti. Usare il computer per rifare l’essere umano vuol dire attaccare ciò che uno è per natura. O dire che non vale abbastanza…Contro gli standard irrealistici si è scagliata anche la scrittrice americana Deborah Spar, che nel suo “Wonder Woman: sex, power, and the quest for perfection” ha invitato le ragazze a smettere di voler fare sempre tutto al meglio, puntando al top in alcuni ambiti ma rilassandosi negli altri riguardanti falsi miti sulla perfezione esteriore che esercitano solo una forte pressione sociale per conformarci ad un’idea di bellezza che non è nata dai nostri reali bisogni né dalle nostre personali inclinazioni ma è progettata artificialmente per farci sentire minorate. E’ ora di ribellarsi a questa tirannia e di costituire un modello alternativo carismatico di affermazione femminile.

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