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Imperium

Creato il 01 maggio 2013 da Libereditor

Sotto le candide nubi allungate, sotto il sole sfavillante, sotto il firmamento luminoso, si udì dapprima un fischio prolungato, poi la campana della nave che annunciava con insistenza il pranzo, mentre un boy malese percorreva con passo lieve e felpato il ponte superiore, per risvegliare con una rispettosa scrollata sulla spalla quei passeggeri che si erano appisolati subito dopo l’abbondante colazione. Grazie al talento del cuoco cinese dal lungo codino, la Norddeutsche Lloyd, maledizione a lei, offriva ogni mattina ai viaggiatori di prima classe squisiti mango alphonso da Ceylon, tagliati per il lungo e serviti ad arte, uova al tegamino con pancetta, petto di pollo alle spezie, gamberetti, riso agli aromi e una robusta Porter inglese. In particolare la degustazione di quest’ultima creava uno spettacolo alquanto riprovevole, quasi immorale tra i piantatori a bordo che – rivestiti della candida flanella della loro corporazione – si erano gettati in maniera alquanto scomposta a dormire sulle sdraio del ponte superiore del Prinz Waldemar. Calzoni con la patta aperta e bottoni che penzolavano semiscuciti, panciotti impiastricciati di macchie di curry giallo zafferano. Era assolutamente inammissibile. Quei tedeschi pallidi, ispidi, volgari, quei tedeschi simili a tapiri lì sdraiati, che si risvegliavano intontiti dal sonno della digestione, erano tedeschi all’apice del loro potere nel mondo.

imperiumAugust Engelhardt è a bordo del Prinz Waldemar ed è in viaggio verso la Nuova Pomerania per acquistare della terra. Non sa ancora né quanta né dove, ma sa che vuole avviare una piantagione di noci di cocco. Vuole diventare “piantatore” e ha la convinzione di poter cambiare, grazie alla forza della sua grande idea, il mondo che gli appare ostile, stupido e raccapricciante.
“Dopo un processo di eliminazione che lo aveva indotto a ritenere impuri tutti gli altri alimenti, Engelhardt si era imbattuto nel frutto della palma da cocco. Non c’era altra possibilità; la Cocos nucifera, questa fu la conclusione cui Engelhardt giunse, era letteralmente la regina della creazione, il frutto dell’albero del mondo Yggdrasil. Cresceva nel punto piú alto della palma, rivolta verso il sole e il fulgido Signore Iddio; ci donava acqua, latte, grasso di cocco e polpa nutriente; forniva all’uomo, unica nella natura, il selenio; con le sue fibre s’intrecciavano stuoie, tetti e funi; con il suo tronco si costruivano mobili e capanne intere; dalla sua polpa si ricavava un olio per scacciare le tenebre e ungere la pelle; persino il guscio concavo e vuoto rappresentava un recipiente perfetto da cui ricavare ciotole, cucchiai, brocche, persino bottoni; infine gli stessi gusci vuoti costituivano non solo materiale da ardere superiore a qualsiasi altra legna disponibile, bensì anche un rimedio idea!e per tenere lontane zanzare e mosche grazie al loro fumo; in breve, la noce di cocco era perfetta.”
August è convinto che chi saprà far diventare il cocco il proprio unico nutrimento può davvero aspirare all’immortalità. Il suo desiderio piú grande, la sua vocazione, è dar vita a una colonia di coccovori mangiatori di cocco.
Engelhardt si considera profeta e missionario insieme e per questo naviga verso i mari del Sud.

Un grande divertimento letterario questo Imperium di Christian Kracht. Un sorprendente e inconsueto divertissement con tutte le forme del romanzo d’avventura storica di Melville, Joseph Conrad, Robert Louis Stevenson e Jack London.
Uno stile di scrittura suggestivo e originale, molto divertente da leggere, che ben descrive il triste fascino dell’esotico (quasi alla maniera di Somerset Maugham o anche del Corto Maltese di Hugo Pratt) facendo conoscere e capire un momento della storia tedesca forse troppo poco esplorato.

Christian Kracht, Imperium, traduzione di Alessandra Petrelli, Bloom, Neri Pozza, 2013.


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