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Impignorabilità prima casa negata. Debiti dormienti e somme alle stelle

Creato il 25 marzo 2015 da Ufficiostampafedercontribuenti @Federcontribuen
Impignorabilità prima casa negata. Debiti dormienti e somme alle stelle

Enzo, agente di commercio caduto in rovina si ritrova l'unica abitazione ipotecata da Equitalia perchè non rientra nei requisiti per la non pignorabilità anche se la Cassazione, con sentenza 19270\2014 ribadiva la retroattività delle norme contenute nel Decreto del Fare. Tra false leggende e propaganda politica la strada verso un fisco amico è ancora da intraprendere, tanto che la numero dell'AE, la Orlandi, dichiara: "Se i contribuenti non pagano le tasse, c'è poco da discutere!".

Il signore Enzo ha ereditato dal papà la casa dove ora abita la mamma in usufrutto, non ha altre proprietà eppure, gli è stata notificata l'iscrizione ipotecaria per un importo pari al doppio dei debiti risultanti: la somma dei debiti è pari a 126.800 euro. Uno dei requisiti per l'impignorabilità della casa è di non avere debiti superiori a 120 mila euro.

Analizzando gli allegati del dettaglio debiti emerge quanto segue: eliminando dal totale i soli interessi di mora, pari ad euro 11.553 euro circa, rimane un importo pari a euro 115 mila e rotti euro. Siamo al disotto dei 120 mila euro necessari alla pignorabilità dell'unica casa di proprietà. Inoltre vengono conteggiati, nell'importo di cui sopra, euro 620 per l'iscrizione ipotecaria e altre 200 euro per sua eventuale cancellazione. Di compensi per riscossione coattiva troviamo 9.200 euro. Sempre analizzando il dettaglio debiti emerge che, nel 2012 al signore Enzo vengono notificati i debiti per gli anni 2005 e 2006, prescritti. Nel 2014 debiti per altre imposte sempre del 2006. altrettanto prescritti.

Si dice che la legge non ammette ignoranza, ma se è vero come lo è che esiste la prescrizione per i debiti non riscossi si dovrebbe con legge imporre ad Equitalia di eliminarli automaticamente dall'iscrizione a ruolo, in quanto le opposizioni, gravano economicamente sui contribuenti. Chi vive un momento di difficoltà al punto di finire debitore con il fisco, difficilmente, avrà i soldi per sostenere le spese legali. Nel giro di soli 2 anni e mezzo sono caduti sulle spalle di Enzo 126.800 euro di debiti, avrebbe potuto beneficiare della rateizzazione fino a 120 mesi, alla modica cifra di mille e più euro al mese, quando ha un reddito annuo lordo solo di 20 mila euro, oppure, mettersi nelle mani di un legale per non meno di 5 mila euro, perchè di avvocati a gratuito patrocinio, pagati quando lo Stato se ne ricorda, c'è carenza. Ricordiamo che tra contributo unificato e marche da bollo, una opposizione, costa circa 600 euro.

Riguardo alla dichiarazione della Orlandi, "se il contribuente non paga le tasse c'è poco da discutere", andrebbe detto che quando si impongono tasse al di sopra della capacità contributiva di ogni singolo cittadino contribuente, è il caso di parlare di estorsione e diventa quindi un dovere, civico, morale e politico, discuterne.

Perchè al signore Enzo solo nel 2012 sono state notificate le prime cartelle per debiti risalenti al 2005/2006? Forse andrebbe per prima riformata l'Agenzia delle Entrate. Forse è tempo che qualcuno si scusi con le vittime del fisco: per i dirigenti abusivi che hanno firmato le loro condanne a morte; per non aver saputo creare un sistema che imponesse di pagare le tasse, ma proporzionate al reddito di ogni contribuente. Quando l'AE ti invia un avviso per accertamento od altro, non si preoccupa di stabilire la difficoltà momentanea del contribuente e di attuare per lui misure proporzionate alla sua forza reddituale. Invia la cartella ad Equitalia come L'INPS e ogni altro Ente che fungono da procacciatori per la stessa Equitalia. Per questi tecnici, burocrati e politicanti è sempre più comodo dire che agli italiani non piace pagare le tasse, agli italiani non piace fare sacrifici, privarsi di una pizza il sabato. Gli italiani sono biologicamente evasori. Non amano lo Stato, le banche, il fisco, non amano lavorare! Forse per questo tra la società civile troviamo un tasso di disoccupazione pari al 30% della popolazione e invece tra i figli dei tecnici, burocrati e politicanti il tasso di disoccupazione è pari allo zero? Probabilmente sono esseri superiori, oppure, al di sopra della legge.


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