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Importante sentenza della corte di cassazione sui licenziamenti collettivi

Da Pps @ppsposato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1722/2011, ha chiarito un aspetto importante sulla legittimità del comportamento datoriale nelle dichiarazioni ed individuazione dei dipendenti, da far rientrare nei licenziamenti collettivi.
La sentenza riguarda il caso in cui le aziende debbano attuare una riduzione del personale estesa a tutta l'azienda e che, con l'accordo dei sindacati, sia stato scelto come criterio di scelta dei dipedenti da porre in mobilità, l'accesso alla pensione.
Premesso che compito del giudice é valutare il nesso causale tra le ragioni dei licenziamenti collettivi e i singoli provvedimenti di recesso, il datore di lavoro, a livello procedurale, può limitarsi a segnalare il numero complessivo di dipendenti da porre in mobilità, seppure suddivisi tra i diversi profili professionali presenti in azienda, senza dovere identificare i reparti e le unità di provenienza.
E' necessario porre attenzione a questo aspetto, poiché, se da un punto di vista legale la sentenza mette il datore di lavoro al riparo da eventuali impugnazioni del recesso, dall'altro, una insufficiente analisi strategica può, dopo i licenziamente collettivi, produrre problemi organizzativi a macchia di leopardo


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