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Importanza del progresso scientifico-culturale in periodo di crisi: ricordando albert einstein

Creato il 10 dicembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
I recenti tagli al sistema culturale hanno minato una grandezza italiana, fatta di eredità acquisite e di patrimoni da incentivare e far conoscere al mondo.
Cultura estesa trasversalmente su più campi, su più arti e su varie discipline. E' culturale, infatti, tutto ciò che serve all'uomo per non sentirsi casuale nell'universo intero.
Con la cultura l'essere umano ha sottomesso parte delle avversità presenti nel mondo, raggiungendo e ragionando su traguardi importanti in grado di semplificare la vita della stessa umanità.
A rigor di logica, più tempo passa più è lecito aspettarsi traguardi importanti per la cultura e per il progresso, generalmente inteso. La sfida da vincere è sottostare alle regole umane, senza farsi "influenzare" troppo dal cambiamento delle condizioni al contorno imposte dal modificarsi delle necessità sociali.
Esempio concreto potrebbe essere, infatti, quello di poter curare il campo della ricerca scientifico-culturale anche in tempo di rigida ed inevitabile crisi economica.
A prescindere dalle condizioni storiche, il rapporto tra vita umana e progresso è ben sigillato e contenuto in un frammento di pensiero appartenente ad Albert Einstein:
"[...] Tutto quello che la razza umana ha fatto e pensato è volto a soddisfare i bisogni e placare il dolore.
Lo si deve sempre ricordare se si vogliono capire i movimenti spirituali ed il loro sviluppo. [...]"
Soddisfare bisogni e semplificare esigenze sono le prime istanze del progresso tecnologico e dell'approccio ingegneristico nei confronti di un mondo esterno all'uomo, da decifrare.
Universo che da esterno deve diventare per l'uomo complementare, in quanto facente parte di quell'unica realtà che l'essere umano deve/dovrebbe sentire come parte integrante di sè.
E' lecito, in tempo di crisi, sforbiciare a tutte quelle forze trainanti che permettono di far avanzare a gran giornate il progresso scientifico, la cultura e quindi lo stato di benessere dell'umanità stessa?
In linea di principio, fedelmente alla linea base del ragionamento, assolutamente no.
Traendo piena forza dalla linfa economica, dovrebbe essere sbagliato liquidare con meno fondi il progresso scientifico, o la cultura parimenti intesa.
Tale congettura non trova, però, purtroppo alcun riscontro nelle congiunture del mondo.
Limitandoci alla realtà italiana, basti pensare allo sfacelo imposto alla sfera culturale e scientifica italiana dalle più e meno recenti manovre aggiusta bilancio.
Evidenziando la cultura come fattore casuale e non fondamentale, è possibile giungere a quello che lo stesso Einstein identificava come "triste condizione della scienza" nel suo capolavoro filosofico "Il mondo come io lo vedo".
Citando dagli scritti lasciati dal grandissimo scienziato, sembra che non sia passata nessuna goccia d'acqua sotto i ponti del tempo:
"[...] In tempi di crisi la gente è generalmente ignara di tutto quello che è fuori dalle sue immediate necessità. Pagherà solo per attività che siano direttamente produttive per la sua ricchezza materiale. Ma la scienza, se deve prosperare, non deve mirare a scopi pratici. [...]"
L'arduo compito della scienza è quello di coniugare approccio teorico a sperimentazione pratica, per poter conseguire risultati preziosi su entrambi i piani: riscontri positivi od, almeno, indizi di pericolosi precedenti da evitare per fare progredire quel pilastro che si identifica sotto il nome di metodo sperimentale.
In parole povere, è lecito e giusto finanziare la scienza, la cultura ed il progresso tecnologico anche se non lasciano immediati risultati e positivi riscontri? Stando alle parole dello scienziato, la risposta è assolutamente affermativa:
"[...] Come regola generale, il sapere e i metodi che crea perseguono gli scopi pratici solo indirettamente e, in molti casi, non prima che siano trascorse diverse generazioni. [...]"
A cosa conduce il trascurare l'aspetto scientifico e l'approccio sperimentale indotto dalla ricerca stessa?
Giunge a ricordarlo lo stesso Einstein: "[...] Trascurare la scienza porta alla susseguente povertà di intellettuali capaci, in virtù dell'indipendenza della loro visione e del loro giudizio, di illuminare nuovi percorsi per l'industria o di adattarsi alle nuove situazioni. [...]"
Perdendo ruolo, presenza e peso di intellettuali, sarà inevitabile la dispersione dei propulsori fondamentali di una società:
"[...] Laddove la ricerca scientifica viene bloccata, la vita intellettuale della nazione si inaridisce, il che significa il prosciugamento di tante possibilità di futuro sviluppo. Ecco quello che dobbiamo prevenire. [...]"
La missione preponderante, confermata anche in questi aridi tempi moderni, è quella di prevenire l'inaridimento morale e culturale di una nazione intera. Avvallando carenze in un fragile campo come questo si potrebbe, non a troppo torto, commettere un genocidio culturale per tutta quell'Italia che verrà negli anni a venire.
Indebolendo uno Stato, i rischi che si corrono sono troppo grandi per poter essere stimati nel breve tempo:
"[...] Ora che lo Stato viene indebolito da cause non politiche, tocca ai membri della comunità economicamente più forti venire direttamente in aiuto per prevenire la rovina della vita scientifica.
Uomini lungimiranti con una chiara comprensione della situazione hanno fondato istituzioni grazie alle quali il lavoro scientifico di qualsiasi genere viene mantenuto in vita [...]. Aiutate a rendere tali sforzi un vero successo. [...]"
Alimentare il progresso scientifico investendo parti consistenti di quello che l'ottica capitalistica vede come profitto da incrementare potrebbe essere una soluzione per migliorare la condizione della ricerca?
Come sempre, contributo e ringraziamento più grandi vanno nei confronti delle future generazioni:
"[...]In verità sembra che la nostra situazione disastrosa abbia di fatto accelerato l'attaccamento a beni non materiali. Ovunque la gente lavora con ardente entusiasmo nelle circostanze più ardue.
Badate a che la forza di volontà e il talento della gioventù d'oggi non periscano sotto la dolorosa ferita dell'intera comunità."
Crisi allora, crisi oggi. Se la storia è fatta di corsi e ricorsi, l'essere umano ha il sacro dovere di imparare qualcosa per sbagliare meno delle volte precedenti.
IMPORTANZA DEL PROGRESSO SCIENTIFICO-CULTURALE IN PERIODO DI CRISI: RICORDANDO ALBERT EINSTEIN

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