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In Afghanistan sale la voglia di chirurgia estetica sotto il burqa

Creato il 13 dicembre 2012 da Mariodini @profmdini

Recentemente ho letto che alcune donne afghane sotto il burqa si sentono tanto attratte dai canoni della bellezza femminile da sfidare dogmi e tabù pur di ottenere un intervento di chirurgia estetica in una delle poche cliniche di Kabul che ne offre la possibilità. Sino a pochi anni fa operazioni di questo tipo erano focalizzate sulla riduzione di ferite di guerra o di cicatrici prodotte da violenze domestiche. Ora, l’attenzione di concentra soprattutto su interventi di rinoplastica anche se lifting, impianti di silicone al seno e ridimensionamento delle labbra stanno salendo nella lista delle richieste.

Dieci anni fa i chirurghi di Kabul lavoravano principalmente su cicatrici deturpanti. Oggi le pazienti chiedono operazioni cosmetiche per apparire più belle. Shaida è una donna poliziotto del gruppo etnico hazara che ha deciso di rifarsi il naso. La sua famiglia l’ha aiutata e adesso condivide la sua felicità. Era il suo sogno riuscire a fare questo intervento e apparire una persona normale.

Per tagliare i costi, la maggior parte degli interventi vengono eseguiti con anestetici locali mentre per le rinoplastiche, invece del silicone, i chirurghi modellano la cartilagine di una costola. Un’operazione può arrivare a costare oltre un mese di stipendio ma dopo il rovesciamento del regime talebano 11 anni fa, massicci flussi da miliardi di dollari in aiuti internazionali hanno fatto emergere una classe media in espansione. La chirurgia plastica resta un peccato mortale per la maggioranza della società afghana ma le cliniche non riescono a rispondere alla crescente domanda.


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