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In arrivo la Riforma del Codice della Strada, ma prima si pensa alla ciclabilità

Creato il 27 novembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Si punta ad una mobilità meno veloce, ma più sicura. L’intento è quello di ridurre incidenti e di tutelare le utenze più “deboli” della strada.

Una fotografia dal sito andreariscassi.wordpress.com

Una fotografia dal sito andreariscassi.wordpress.com

“La riforma del Codice della Strada è partita: è in Parlamento e proprio oggi ci sarà un altro incontro in IX Commissione Trasporti, quindi l’iter è finalmente avviato. Il 2014 sarà l’anno del Codice della Strada, ma prima del Codice arriverà un decreto ministeriale che chiarirà molti aspetti e soprattutto potenzierà l’offerta di ciclabilità, settore importante e in crescita: negli ultimi due anni, dopo 50 anni, l’acquisto delle biciclette ha superato l’acquisto delle automobili, segnale che gli italiani sono più avanti della politica”. Così all’Adnkronos il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis, a margine dell’incontro di oggi “Una velocità nuova per la sicurezza” organizzato da Rete Mobilità Nuova presso la sede Aci di Roma.

Ogni anno perdono la vita in Italia quasi 4.000 persone a causa degli incidenti stradali. Secondo l’ultimo rapporto Aci Istat, distrazione ed eccesso di velocità sono i principali responsabili degli incidenti che si verificano sulle strade. La riduzione della velocità è il principale strumento utilizzato a livello internazionale per ridurre la mortalità sulle strade. Una misura, senza controindicazioni, che tutela sia gli utenti vulnerabili come pedoni e ciclisti, sia chi usa veicoli a motore.

Di riforma del codice della strada e delle misure da adottare per ridurre il numero di incidenti stradali gravi si è parlato questa mattina a Roma al convegno organizzato dalla Rete Mobilità Nuova, coalizione che raggruppa circa 200 sigle nazionali e locali. Al centro dell’incontro le proposte avanzate in tema di mobilità dalle associazioni, in particolare proprio quella relativa al limite dei 30 km orari in città previsto dalla proposta di legge presentata dalla Rete, sostenuta da una petizione che ha raccolto 90mila firme.

“Le nostre richieste fondamentali sono quelle sulla sicurezza e sull’istituzione di zone 30 in area urbana, eccetto viabilità principale, una norma che non ha controindicazioni e che si comporta come un “ombrello” che protegge non solo ciclisti, ma tutte le utenze deboli della strada – spiega all’Adnkronos Valeria Pulieri di Rete Mobilità Nuova – Una proposta fondamentale per adeguarci a un panorama europeo dove le zone 30 sono diffuse e portano moltissimi benefici anche economici perché favoriscono l’economia locale, la fruizione del territorio, la condivisione degli spazi. Vogliamo che le zone 30 - conclude Valeria Pulieri – diventino lo strumento attraverso il quale innescare un’inversione di tendenza nella mobilità ad oggi rappresentata quasi esclusivamente da quella automobilistica. Oggi ribadiamo l’importanza di adeguarsi a questa nuova tendenza che ha visto aumentare i numeri della ciclabilità in Italia e che necessita soprattutto di nuove regole per essere favorita, incentivata e protetta”.

La proposta delle zone 30 che si adegua alla logica che ha spinto il Parlamento Europeo ad adottare la risoluzione del 27 settembre 2011 con la quale raccomanda “fortemente alle autorità responsabili di introdurre limiti di velocità di 30 km/h in tutte le aree residenziali e sulle strade a corsia unica in aree urbane che non hanno corsie ciclabili”. Anche l’Oms segnala che la velocità è una delle priorità da affrontare e stima che una riduzione del 5% della velocità media sarebbe in grado di ridurre di un terzo i morti sulle strade. (Adnkronos).

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