C’è un angolo d’Africa, in Kenya, dove il cielo e la terra ogni mattina e ogni sera si saldano insieme. C’è un ospedale che non solo cura e salva migliaia di persone, ma è diventato una piccola “città della gioia", fonte di amore, di speranza e anche di lavoro per tanti.
C’è un medico che da diciotto anni, giorno dopo giorno, ora dopo ora, spesso senza soluzione di continuità, neppure di notte, dedica tutto se stesso, fino allo sfinimento estremo, al servizio dei suoi ammalati in ciascuno dei quali ravvisa il volto di Cristo.
Quell’angolo è prossimo all’equatore, l’ospedale è quello di Chaaria, quattrocento chilometri a nord di Nairobi, il medico è Beppe Gaido della comunità dei Fratelli di San Giuseppe Cottolengo.
Tutto e tutti sono avvolti da una “polvere rossa” che quasi non lascia respirare, a volte, diventa una nebbia fittissima.
Arriva dalla terra, dai campi, dove i contadini lottano per strappare alla siccità i raccolti che garantiscono la sopravvivenza. S’insinua fra la pelle e gli abiti delle persone che camminano, nelle strade per ore e ore, s’impasta con i loro capelli, penetra ovunque, si deposita su ogni superficie. E’ diventata il simbolo di una condizione umana, di un popolo, di un’epopea meravigliosa.
Per questo gli autori, Beppe Gaido e Mariapia Bonanate, hanno voluto intitolare il nuovo libro, che parla di quell’angolo d’Africa, di quel medico e di quell’ospedale “Polvere rossa” (ed. San Paolo).
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)