In attesa di notizie inattese

Allegorie raffinate: Rembrandt - Il banchetto di Berlushazzar
Il dito di fuoco è quello della Merkel

Continua il dissanguamento ferragostano della città. Probabilmente presto mi ridurrò come un Olandese Volante in versione mutandara, sul balcone maledetto a scrutare come da un cassero il quartiere svuotato e le ortensie dei dirimpettai che vanno a ingiallirsi. Ieri non ho potuto pubblicare perché internet non funzionava, ma oggi sembra che si sia riattivato e mi affretto a postare quello che avevo scritto nel diario di bordo. Domani, o oggi per voi che leggete, chiude anche la biblioteca e questo punto dovrò veramente mettermi a leggere i fasci di fotocopie assortite che ho trascinato a casa in questi giorni.

Sui giornali appare Tremonti che con la solita voce chioccia annuncia le misure del governo, misure che curiosamente coincidono con quelle della bara che preparano per noi e per quel che resta della middle-class di questo paese. Non si può far pagare la crisi ai pensionati tuona uno, ma neanche ai ceti produttivi, rimbecca quell’altro. Allora rimangono, i precari, i disoccupati e i soliti extracomunitari che però di solito lavorano in nero in quanto le leggi xenofobe di questo paese rendono difficile ottenere il permesso di soggiorno. Insomma tanto per cambiare nessuno vuole pagare e io già immagino i soliti aumenti di bolli, benzine e ticket per mettere una toppa su tutto e andare avanti qualche altro mese. L’idea di governare non sembra sfiorare nessuno, tantomeno me che sono disoccupato e devo urgentemente cercarmi un secondo lavoro per settembre.