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In auto a Cuba

Creato il 11 agosto 2013 da Patrickc

Tutto (o quasi) quel che c’è da sapere per guidare sull’isola caraibica con flemma tropicale. E molta prudenza.

Cuba road (HDR)

foto di Cristian Viarisio, da Flickr
(creative commons attribution-non commercial)

Va bene, andiamo a Cuba. Ma come ci spostiamo? E’ stata una delle prime decisioni da prendere e si è risolta anche rapidamente. Io l’auto non la amo troppo, lo ripeto sempre. Senza contare che a Cuba l’auto a noleggio è carissima e comporta pure qualche rischio (lo vedremo dopo), ma quasi subito abbiamo deciso per questa opzione. I bus Viazul che percorrono l’isola in lungo e in largo sono riservati ai turisti (quindi viene meno la possibilità di chiacchierare con la gente locale tipica dei mezzi pubblici) e non capillari e comodi come avrei voluto. Mentre i taxi o le auto private non sarebbero state poi molto più economiche, a fronte di una libertà molto minore.

Il viaggio, lo chiarisco subito, è stato stupendo e lo racconterò nei post successivi. Per ora però scrivo come è andata con l’auto, visto che sapere tutto questo prima mi sarebbe stato molto utile.

auto americane a cuba

Vecchie signore degli anni ’50. Queste, tenute benissimo, sono taxi per turisti
(foto di Patrick Colgan)

Primo (non) problema, la patente a Cuba

Basta la patente italiana in corso di validità: non serve la patente internazionale.

bollino patente

Il bollino che certifica il rinnovo
(da Addio Bollino, MxPress)

Peccato che a due settimane dal viaggio una sera mi fermi la polizia municipale per un normale controllo. E’ in quell’occasione che scopro con orrore che il bollino che dovrebbe certificare il rinnovo della patente è completamente sbiadito e logoro: non si legge nulla. Il vigile si limita a farmi una ramanzina, ma i problemi che si affollano nella mia mente sono altri e riguardano il mio ormai imminente viaggio a Cuba. La patente illeggibile e in questo stato deplorevole appare scaduta da cinque anni, vai a spiegare che è rinnovata al poliziotto cubano. Le leggi nel frattempo sono cambiate e a chi rinnova la patente ora arriva una patente nuova con la data di scadenza stampata, ma chi ha rinnovato anni fa ha e si trova nella mia situazione due possibilità: rifare la patente o farsi mandare un nuovo bollino. La prima opzione è scartata (servono oltre tre mesi – forse più mi comunica un’inespressiva impiegata della motorizzazione – e intanto ti rifilano un foglio per guidare che all’estero non si può usare). Vado subito all’Aci di Bologna per sapere come fare.  E’ il 17 di giugno, mancano 14 giorni esatti alla partenza. “Magari facendo la patente internazionale risulterà la data di scadenza ‘vera’ della patente”, penso. Ma non è così semplice, figuriamoci.”Il bollino serve comunque – mi spiegano -, noi non abbiamo alcun modo di fornirle un documento che attesti che la sua patente è rinnovata. Proviamo a chiamare al numero verde del ministero dei trasporti di Roma”. L’uomo dell’Aci fa due, tre, quattro tentativi senza troppa convinzione all’800232323, ma non prende mai la linea. “Ci provi lei, noi non possiamo farci nulla”, dice sconsolato. Scopro che il dannato bollino (un minuscolo adesivo rosa) è l’unico modo di attestare il rinnovo. Arrivo a casa e provo a chiamare incessantemente il numero verde. Alla fine, dopo aver ascoltato varie versioni della voce registrata che mi annuncia con giri di parole che ho pochissime speranze di parlare con una persona fisica, mi risponde inaspettatamente qualcuno. Spiego il problema e l’impiegata è inaspettatamente rassicurante: “Le invio subito il nuovo bollino, ci vogliono in genere 10-15 giorni“. Tiro un sospiro di sollievo. “Se davvero servono dieci-quindici giorni posso farcela”, penso. Ma la sensazione di sollievo non arriva: sono in mano a un ufficio romano. E’ uno stillicidio. Ogni giorno che passa attendo la benedetta busta, mentre la mia compagna di viaggio minaccia di strozzarmi. Richiamo più volte Roma, sono disposto addirittura a scendere nella capitale per recuperarlo a mano (ma non è possibile). Ogni volta che riesco a conquistare la linea mi risponde una voce diversa e anche le risposte sono differenti e incongruenti, unite solo dall’incertezza: “Abbiamo già spedito il tagliando”, oppure “E’ in corso di stampa” o ancora “Ora è stato tutto trasmesso a Postel, noi non c’entriamo più niente, aspetti e abbia fiducia”, così come le previsioni sui tempi di consegna “Arriverà entro venti giorni, ma a volte, non sappiamo perché, non arrivano mai” è, la più terrorizzante. Alla fine il tagliando, con mia grande sorpresa e sollievo, ci mette dieci giorni esatti per arrivare in una semplicissima busta di cosiddetta ‘posta prioritaria’. Ritrovo la fiducia nello Stato e nella burocrazia, per la quale ho uno slancio quasi amoroso, come una sindrome di Stoccolma. Incollo il maledetto trasferello sul retro patente con grande cautela (ho il terrore di sbagliare casella) e poi avviluppo tutto in una bustina di plastica. Questa è fatta.

Noleggiare un’auto a cuba

Deplorable roads near Trinidad (Cuba 2006)

Guidando non ho potuto fare molte foto, questa è di Paul Arps, da Flickr
(creative commons-attribution)

C’è un paragrafo della guida Marco Polo che  mi terrorizza: in caso di incidenti con feriti – non importa quanto gravi – la legge cubana prevede l’obbligo di restare sull’isola fino al processo e non fa differenza se si ha chiaramente ragione. E, diversamente che in Italia, la legge ci va giù dura,  con pene fino a dieci anni se ci sono morti o feriti. In un Paese dove la sicurezza generale è molto buona, almeno per i turisti, gli incidenti gravi sono invece un pericolo ben presente. Sono frequenti perché le auto sono  in pessime condizioni e sulle strade piene di buche gira di tutto, dai cavalli ad auto americane anni ’50 pesantemente modificate, fino a enormi camion sovietici perennemente avvolti da nuvole nere di fumo pestilenziale.  Inutile dire che le condotte di guida sono spesso assurde: può capitare di trovare gente parcheggiata in corsia di sorpasso in autostrada, campesinos venditori di formaggio che bloccano le auto per fare assaggiare le loro specialità o addirittura guajiros (cowboy locali) che inseguono mucche mulinando il lazo, tutto contromano si intende.

Il risultato è che i casi di stranieri trattenuti per incidenti sono molti, anche se in tutti i casi più clamorosi sono molto particolari: la vicenda più nota è di un 18enne canadese, Cody LeCompte  – che non aveva l’età per guidare,  21 anni – e che è rimasto a Cuba sei mesi. Ma anche il governo americano sconsiglia ai suoi concittadini di guidare a Cuba. Detto questo, conosco un sacco di gente che ha noleggiato un’auto a Cuba. E io stesso ho guidato in molti Paesi e so di essere allo stesso tempo sia prudente che spericolato (un ossimoro solo apparente). Decido di andare avanti.

Lavori stradali! Cayo Santa Maria

Lavori stradali! (foto di Patrick Colgan)

Su consiglio di amici decidiamo di prenotare l’auto dall’Italia, quindi ci affidiamo a un’agenzia per le prime pratiche: visto, biglietto aereo, auto a noleggio e hotel dei primi due giorni. Sono anni che non uso agenzie di viaggi (in realtà  mi sono rivolto a Blufreccia l’anno scorso per andare alle Olimpiadi con grande soddisfazione, ma è un’eccezione) e mi sorprende il ricarico molto pesante sul biglietto aereo (ben il dieci per cento). Ma l’agenzia ha anche i suoi punti a favore: la possibilità di pagare in più tranche col saldo la vigilia della partenza, meno pensieri e tutti i voucher in anticipo. C’è un unico intoppo: l’orario che mi viene proposto in un primo momento per il prelievo dell’auto alle 12 tre giorni dopo l’arrivo e do l’assenso.  Cambio subito idea, quel giorno avremo un lungo viaggio da fare e chiedo di anticipare, ma risulta praticamente impossibile: l’agenzia mi dice che comunicare con Cuba è un impazzimento e che farò prima a contattarli una volta sul posto e a spiegare il problema. Proprio il genere di grane che speravo di evitare con l’agenzia.

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La strada per Cayo Santa Maria è bellissima

Ritirare l’auto a L’Avana

All’Avana le principali agenzie che noleggiano l’auto sono all’aeroporto o in centro, sul Paseo del Prado. Mi presento all’agenzia Rex - che è all’interno di un grande albergo – il giorno prima e spiego il problema. L’impiegato mi dice che non c’è problema e si raccomanda giusto di venire il prima possibile l’indomani. Il consiglio è valido, scopriamo. Perché quando arriviamo il giorno seguente – e c’è una coppia già davanti a noi – constatiamo, a dire il vero senza sorpresa, che le pratiche per il ritiro dell’auto sono lunghe, estenuanti. Si forma rapidamente una coda e ci sono alcuni turisti dietro di noi esageratamente impazienti e un po’ aggressivi che non si rassegnano a dover attendere, come se chi è davanti a loro si stesse divertendo o stesse sommergendo il noleggiatore di auto di richieste astruse, mentre è solo alle prese con burocrazia e flemma tipicamente tropicali. Finalmente arriva il nostro turno e l’impiegato della Rex, gentilissimo, ci fa capire in italiano che c’è stato qualche problema, che è stato avvertito solo la sera prima eccetera. Ma alla fine la macchina salta fuori: è una Seat Ibiza familiare blu. L’assicurazione è completa e copre qualsiasi danno o furto. Ci viene ben indicata la ruota di scorta (scoprirò poi perché) e i numeri d’emergenza da chiamare. E ci viene spiegato per filo e per segno come imboccare l’autostrada, che non è segnalata in alcun modo (sarà una costante). La cosa particolare è che la macchina non va riconsegnata col pieno: si paga il pieno alla partenza e si riconsegna l’auto senza benzina. Una cosa, se ci pensi, naturalmente impossibile (quando l’auto è senza benzina si ferma, è ovvio). Ed è pure rischioso spostarsi con poca benzina a Cuba, dove è estremamente difficile fare i calcoli sul carburante. In alcune zone i distributori sono rarissimi…  La nostra macchina, come se non bastasse, ‘beve’ solo la gasolina especial a 94 ottani, più difficile da trovare. Tutta la benzina che avanza alla riconsegna è, naturalmente, guadagno per l’agenzia. Un trucchetto cubano come molti altri, qui l’arte di arrangiarsi e conquistare piccoli margini di profitto extra è fondamentale.

Altre informazioni utili: il chilometraggio per noi era illimitato, un guidatore aggiuntivo costa 10 cuc (non al giorno, totali) e anche la consegna in aeroporto non è costosa.

Guidare a Cuba

A Cuba ci sono due cose in abbondanza, tempo e parcheggio (citazione tratta a memoria da Danilo Manera, Viaggio a Cuba)

Questi parcheggi sono solo per gli stranieri, i cubani non hanno niente da parcheggiare (anziano passante, a Santa Clara)

Enormi autostrade a sei corsie senza la traccia di un’auto per chilometri. Folle di autostoppisti accampati sotto i ponti e finti poliziotti che tentano di elevare multe altrettanto finte ai turisti. Ancora, voragini che si aprono in mezzo all’asfalto. Vecchie Cadillac degli anni ’50 che sferragliano, tenute in piedi da misteriosi equilibri meccanici, enormi camion sovietici sbuffanti, carri stracolmi di gente, gauchos su cavalli al galoppo, biciclette arrugginite. Le strade di Cuba sono un caleidoscopio di mezzi di trasporto, immagini surreali, pericoli. Le auto, invece, sono relativamente poche e concentrate nelle città.

A Remedios

Calesse e ciclotaxi a Remedios, la varietà di mezzi di trasporto sulle strade cubane è impressionante (foto di Patrick Colgan)

Per guidare a Cuba ci sono due regole da rispettare: prudenza e occhi aperti, sempre, perché la buca che ti distrugge la gomma può arrivare in qualsiasi momento e i 100 chilometri orari di limite sull’autostrada sono decisamente teorici; secondo punto, mai guidare col buio. Se il centro dell’isola fra L’Avana, Trinidad, i Cayos del nord, Santa Clara, Trinidad e Cienfuegos sono tutto sommato accettabili, nell’ovest la situazione peggiora nettamente. Ho attraversato punti, non scherzo, in cui per alcune decine di metri c’erano più buche che asfalto. Ho percorso 200 chilometri senza vedere un distributore di benzina, in un capoluogo (Pinar del Rio) ho peregrinato fra cinque distributori prima di trovarne uno che avesse il carburante giusto per la nostra auto. Cerca sempre di mantenere un’autonomia dell’auto sufficiente. E non rimandare mai un rabbocco… il benzinaio che ha il carburante potrebbe averlo esaurito il giorno dopo.

I cartelli stradali a Cuba

In auto a Cuba

Foto di Celine Massa (da Flickr)

Perdersi qualche volta è praticamente inevitabile a meno di non avere una mappa molto dettagliata. La segnaletica è confusa e quando c’è spesso sparisce senza preavviso. O… compare alle vostre spalle. Non scherzo, magari vi immettere in una grande strada e vi trovate subito a un incrocio. Ma qui i cartelli sono… in anticipo! All’interno di una rotonda, per esempio non ci sono mai le indicazioni, sono tutte prima, mentre ci si immette. Serve anche memoria.

Ci sono in abbondanza solo i grandi cartelli propagandistici. Tutto il resto è carente. Possibile che dall’autostrada più importante del Paese (la A1) non sia indicata l’uscita dell’aeroporto? Possibilissimo, anche perché fino a poco tempo fa i cubani l’aeroporto non lo usavano proprio. La viabilità ha inoltre slanci surreali. Faccio un esempio. Per andare da Santa Clara verso Sancti Spiritus bisogna imboccare l’autostrada verso L’Avana, poi entrare alla prima area di servizio, fare inversione e quindi prendere lo svincolo che si prende solo in quel verso. Tutto senza alcuna segnaletica, andando a ‘naso’ e chiedendo. Bisogna armarsi di pazienza. E non dimenticare di affidarti anche al tuo orientamento. Come se non bastasse, alcuni ‘furboni’, specie nei pressi di alcune località turistiche (come Vinales) cancellano le frecce che indicano la direzione da prendere ai bivi. Se ti fermi comparirà una folla di persone che nel migliore dei casi chiederà un passaggio, nel peggiore insisterà per portarti a una casa particular di sua scelta, a volte addirittura fingendo che sia proprio quella che hai prenotato tu (e per questo alcuni gestori ti inviano la loro foto via email!).

Le gomme

Vanno controllate e tenute gonfie, falle controllare. Noi abbiamo bucato e ci siamo messi a cambiare la gomma sotto un sole cocente in mezzo al nulla. Non ce ne sarebbe stato bisogno, ma due poliziotti si sono fermati ad aiutarci e a controllare che non fossero stati gettati chiodi sulla strada (pare che capiti). Naturalmente è stato difficilissimo parlare con qualcuno di Rex per sapere come fare a procurarsi un’altra gomma. Non avremmo certo potuto finire il viaggio col ‘ruotino’ di riserva e senza una ulteriore gomma di scorta. Alla fine qualcuno ha risposto e ci è stato detto di andare in qualsiasi officina e provare a riparare la gomma lesionata, altrimenti ci avrebbe inviato una gomma nuova (non è chiaro come). La sera dormivamo a Cienfuegos e fortunatamente c’era una filiale Rex. Ci siamo presentati e un impiegato molto gentile ci ha sostituito la gomma occupandosi di tutto (e meritandosi una mancia, non richiesta ma che ha assai gradito). E’ la soluzione più semplice.

Il parcheggio a Cuba

Ci sono vari parcheggi ‘ufficiali’ a pagamento che costano circa un Cuc (un dollaro) al giorno. Ma molte case particular indicano a chi rivolgersi per farsi tener d’occhio la macchina. A volte, dopo aver parcheggiato anche per poche decine di minuti, spunta qualcuno che dice di averti guardato la macchina e pretende una mancia. Sei libero di darla o meno, in genere bastano pochi spiccioli, che è importante sempre avere in tasca.

Meteo a Cuba

Nella stagione umida (che comprende la nostra estate) è meglio guidare di mattina, visto che tipicamente nel pomeriggio può piovere. Può piovere molto o moltissimo: la pioggia tropicale è incredibilmente abbondante e violenta e questo ha ripercussioni su visibilità e sicurezza di guida. E non sempre la pioggia dura poco. Alle volte prosegue a lungo. Quindi tieniti sempre un buon margine.


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