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IN BARBA A PUTIN | Conchita Wurst trionfa all’Eurovision Song Contest 2014

Creato il 24 giugno 2014 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

conchita_wurstdi Lillo Portera

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Talvolta radersi o non radersi può davvero fare la differenza. Soprattutto per una Drag Queen, e specie se la fantomatica rasatura mancata viene eccezionalmente a coincidere con un’esibizione canora in eurovisione, di fronte a milioni di telespettatori. Lo sa bene l’austriaca Conchita Wurst, all’anagrafe meglio conosciuta come Thomas (Tom) Neuwirth, che alla femminilità del pizzo ha osato abbinare la virilità del pizzetto (ebbene sì, non abbiam saputo resistere al giochino di parole, ma rende perfettamente l’idea). Tutto studiato a tavolino, più che in camerino, complice una sapiente regia e un gioco di luci gradualmente rivelatore: dalla silhouette tranquillizzante della figura intera in castigato abito da sera allo shock straniante, a tratti perturbante, del primissimo piano. Barbetta ben curata di tre o quattro settimane e impeccabile maquillage da soubrette, nulla di più stridente e antitetico, eppure in Conchita a ben guardare non stona più di tanto: bisogna saperli vestire i panni di un gender-neutral. Lo stesso abbinamento su un’altra tipologia di Drag Queen avrebbe sortito tutt’altro risultato.

Conchita la barbuta non è né patetica né ridicola, e né tantomeno brutta, è caso mai quel che si direbbe un “tipo” (e va da sé che con dei tratti somatici così eleganti e delicati anche un po’ di peluria fa la sua bella figura). Con il brano Rise like a Phoenix (risorgere come una fenice), in perfetto stile pop-romantico un po’ Celine Dion un po’ Barbra Streisand, Conchita ha fatto trionfare l’Austria all’Eurovision Song Contest 2014 (non accadeva dal 1966). Se non l’abbiamo ancora detto lo diciamo ora: Conchita ha davvero una gran bella voce (a questo proposito, sulla rete è visionabile una sua interpretazione di My heart will go on, un brano non proprio nelle corde maschili, che Conchita dimostra di saper eseguire magistralmente). La vittoria all’Eurovision, per altro ben meritata, è stata accolta con giubilo sia dal pubblico generalista sia dalle numerosissime comunità LGBT europee e non solo, ma ovvio non sono mancate le polemiche, diciamo anzi che tutta l’operazione-barbetta era finalizzata a sollevare polemiche (politiche, sociali, religiose…). Gli attacchi omofobi più pesanti sono arrivati, manco a dirlo, dalla Russia e dalla Bielorussia, in particolare dal vicepremier Dmtrij Rogozin e dai politici Vitalij Milonov e Vladimir Zirinovskij; a tutta questa violenza (verbale e quindi propagandistica), specchio di una barbarie culturale e religiosa istituzionalizzata difficile da estirpare, la dolce Conchita ha risposto diplomaticamente facendo spallucce: lei la sua rivoluzione sa di averla già fatta, non mettendosi il rossetto ma, genialata, rinunciando al rasoio.

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Sull’importanza politica di queste performance non si insisterà mai abbastanza, e talvolta fanno più rumore di chilometri e chilometri di discutibili parate arcobaleno. Comunque, alla faccia di Milonov, Rogozin, Zirinovskij e altre bacchettone, Rise like a Phoenix è risultato per settimane il singolo più scaricato dal canale russo di iTunes (e anche qui da noi in Italia, sebbene per poco, è entrato in top ten). Che ne sarà ora di Conchita? La vedremo cimentarsi in un disco tutto suo? Si farà crescere la barba più lunga del mondo per entrare nel guinness dei primati? Si farà crescere qualcos’altro per innescare una nuova polemica? Battute a parte, dal punto di vista strettamente artistico e professionale la sua posizione non è ancora molto chiara, e per ora sappiamo solo che aprirà i concerti di Lady Gaga nel tour mondiale Artrave: The Artpop Ball (di meglio non avrebbe potuto chiedere, almeno per il momento). Il debutto pre-Conchita di Tom Neuwirth risale al 2006, e precisamente nel talent show austriaco Starmania; seguono anni di studi nel campo della moda (altra grande passione di Miss Wurst) sia a Graz che in giro per l’Europa. Nel 2011 partecipa al reality “La grande Chance” e lo vince; l’anno dopo, anche sull’onda della notorietà acquisita, riesce a classificarsi seconda (con il brano autobiografico That’s what I am) alla selezione nazionale austriaca per l’Eurovision Song Contest 2012.

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Nel 2013, instancabile, un vero e proprio fiume in piena, partecipa con successo ad altri due popolarissimi reality show e, a sorpresa, viene scelta da un’apposita commissione per rappresentare l’Austria all’edizione 2014 dell’Eurovision Song Contest. Nella vita privata Conchita Wurst si veste indifferentemente sia da donna, sia da uomo, sia da entrambi, a seconda dell’umore: non a caso ama definirsi gender-neutral. Da diversi anni è sposata con il ballerino di boylesque Jacque Patriaque. Se non abbiamo ancora svelato il mistero del significato del curioso nome d’arte Conchita Wurst è semplicemente perché volevamo riservarcelo per il gran finale: “Conchita” non è che un nome cubano dal suono morbido e seducente, e “Wurst” nel gergo austriaco-tedesco sta per “Non me ne frega niente”.

Lillo Portera

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