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In Champions niente di nuovo

Creato il 21 marzo 2014 da Calcioromantico @CalcioRomantico

L’exploit iniziale del Bate Borisov, la bella sorpresa Malaga e il Borussia Dortmund che sin dal girone eliminatorio mostra un gioco superiore in qualità ed efficacia del City di Mancini e del Real di Mourinho. Il tutto unito a una partecipazione di Juventus e Milan che non sa di comparsata. I motivi per cui nella stagione 2012/13 calcioromantico ha seguito più da vicino l’evolversi della Champions League vanno forse cercati qui.
E come biasimare questa scelta alla luce dei risultati avuti negli ottavi di finale dell’edizione 2013/14? Le otto vincenti dei gironi sono tutte passate ed è la prima volta che questo accade. Alcune hanno mostrato una superiorità addirittura imbarazzante; nell’aggregate, per dirlo come appare nelle sovraimpressioni tv, il Real Madrid ha vinto 9-2 contro lo Schalke (e Cristiano Ronaldo con 13 reti in 8 match è arrivato a un solo gol dal record di Altafini 1962/63 e Messi 2011/12), il Paris Saint Germain di Ibrahimović 6-1 contro il Bayer Leverkusen.

Robin-van-Persie-Manchester United-Olympiacos-Champions-League
Già nel turno d’andata, giocato fuori dalle future qualificate, si sono registrate 6 vittorie esterne su 8! Anche il big match Manchester City-Barcellona si è dimostrato sin da subito meno big. Il fallo di Demichelis che ha provocato il rigore dello 0-1 a Manchester (gol di Messi) era sì fuori area, ma il secondo tempo ha mostrato  la superiorità (almeno a livello di tenuta psicologica) dei blaugrana e lo 0-2 finale ci sta tutto.
Solo il Chelsea e il Manchester United hanno dovuto attendere il ritorno per essere sicuri del passaggio del turno. Ma per i londinesi il 2-0 contro il Galatasaray è stato una passeggiata, anche in virtù dell’1-1 dell’andata  e del gol iniziale di Eto’o, mentre le uniche vere emozioni ce le ha riservate la sfida dell’Old Trafford. L’Olympiakos aveva meritatamente vinto all’andata con i gol di Domingues e Campbell, ma lo United negli ultimi minuti si era divorato più volte il gol del 2-1. Così al ritorno ha fatto una fatica doppia, perché, mentre Robin Van Persie si procurava un rigore (generoso, a dir poco) e lo realizzava, incornava di testa uno splendido cross di Rooney e trasformava una punizione dal limite, De Gea era costretto a compiere miracoli su Domingues e compagni. Ne è uscita una nottata che i tifosi inglesi ricorderanno, visti gli attuali problemi per la squadra di Moyes, e che servirà probabilmente a poco, visto che nei quarti i red devils sono attesi dal Bayern Monaco.

La mano di Luis Figo al sorteggio di Nyon (ma guarda un po’!) ha fatto sì che Barcellona e Real Madrid si evitassero ed evitassero anche Paris Saint Germain e Chelsea, chiamate ad una sfida molto incerta. Per le merengues la concreta occasione della rivincita col Borussia, apparso meno incisivo dello scorso anno. Per i blaugrana il più insidioso l’Atlético Madrid, l’unica vera sorpresa a questo punto della Champions.

L’argomento Atlético ci consente di passare ad esaminare il comportamento delle italiane. Il Milan attuale, Seedorf o Allegri, Galliani o non Galliani, ha fatto pure troppo: eliminato l’Ajax nei gironi, anche grazie a un inesistente rigore concesso a Balotelli in pieno recupero ad Amsterdam, è rimasto in corsa per la qualificazione per un match e mezzo, prima di cadere sotto i colpi di Arda Turan, Diego Costa e Raul García. La Juventus, dopo le sconcertanti prestazioni a Copenaghen e in casa contro il Galatasaray, si è ritrovata fuori dagli ottavi perché la testa di serie era il Real Madrid e non il Chelsea amorfo della fine del 2012 e perché a Istanbul in una partita può succedere di tutto. Persino che non spalino la neve nell’area di rigore in cui devi attaccare tu nella ripresa.

Ferrara, mano UEFA nei sorteggi dell'Europa League

Ferrara, mano UEFA nei sorteggi dell’Europa League

Così bianconeri si sono ritrovati in Europa League, che quest’anno si assegna allo Juventus Stadium. E allora arrivare in fondo è quasi un obbligo, a cui il recalcitrante Conte pare pian piano abituarsi. Basta confrontare il match di andata e quello di ritorno contro la Fiorentina: Mauricio Isla in campo in entrambi e Lichtsteiner in panchina, ma Giovinco-Osvaldo davanti a Torino e Tevez-Llorente a Firenze e, soprattutto, una gestione da partita di campionato a Torino e una da partita di coppa a Firenze. Il rammarico più grande è quello che questa sfida sia valsa solo un ottavo di finale, visto che quella di Montella è una signora squadra.

Ultima considerazione sul Napoli. Ottimo comportamento nell’impossibile girone di Champions, ma qualificazione persa per la poca personalità mostrata in casa di Arsenal e Borussia Dortmund, partite in cui non ha mai dato la sensazione di poter strappare anche un pareggio. E la sua fragilità esterna è costata l’eliminazione anche in Europa League da parte del Porto.
La coppa che stanca più e vale molto meno della Champions è anch’essa arrivata ai quarti e quattro delle otto rimaste in lizza (le già citate Porto e Juventus, il Basilea e il Benfica) sono state ripescate a dicembre e sono state spalmate dalla sapiente mano di Ciro Ferrara in quattro quarti differenti: AZ-Benfica, Olympique Lione-Juventus, Basilea-Valencia, Porto-Siviglia. Guardando cosa successo lo scorso anno, non resta che attendere una finale tra ripescate.

federico


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