Magazine Diario personale

In fondo sognavo solo una bicicletta

Da Mauronick @mauronick

Da piccolo, negli anni 60', i sogni infantili erano diversi dai quelli dei bimbi di oggi. Erano i tempi di Felice Gimondi che vinceva il tour de France e per vederlo si andava nei bar dove c'era la televisione, non tutti ne avevano una a casa, esattamente come il bagno. Bisognava andare fuori per trovare queste "comodità".
Mentre le bimbe erano impegnate nel giocare a mondo, così si chiamava, disegnando numeri con gessetti o pezzi di mattone rosso, per poi salvarci sopra, noi maschi ci sfidavamo in infinite battaglie nei prati, a quel tempo erano subito dietro casa, sparando elastici ricavati dalle camere d'aria vecchie, e tese da bastoni con una molletta da panni, montata a fare da grilletto.

L'immediata periferia di Milano, a quel tempo, era molto diversa da quella attuale. Percorrendo, in autobus, la strada che costeggia il naviglio grande, dal capoluogo lombardo sino a Gaggiano, si potevano vedere molte più campagne che non palazzi e costruzioni industriali.

Ê rimasto, invece, più o meno invariato i tratto da Gaggiano a Rosate, la mia destinazione di quei tempi, é li che ho vissuto gli indimenticabili anni 60. Di recente mi è capitato di ripercorrere quelle strade, non in macchina, distratto dalla radio, il telefono e tutti gli accessori di cui una vettura di oggi dispone, ma in bicicletta!
Metro dopo metro della mia pedalata , i pensieri cambiavano tempo e dimensione, sino a riportare in superficie, amici, ricordi , avvenimenti, strade e tutto quello che era il piccolo mondo in cui vivevo in quegli anni. in qualche modo la bicicletta si stava trasformando in una macchina del tempo.
Moltissimi dei momenti dell'infanzia riaffioravano uno dopo l'altro. I bagni nei fossi come fosse il mare, gare in bicicletta per le vie del paese, i tornei serali di calcio e l'odore del l'olio di canfora.
La maestra delle elementari e quindi molti dei compagni, che non mancherò di cercare sui network sociali, ovvio.
Una curva secca a destra e si materializza la zona precisa dove la mia infanzia si è consumata. Il tabaccaio dove mio padre i mandava a prendergli le sigarette. Il salumiere del panino con il prosciutto della merenda, quello buono, è ancora li! Anche l'oratorio e l'asilo sono al loro posto e con loro i profumi, i sapori ed i colori di quel tempo. I sogni di noi ragazzi di quel tempo erano generati, probabilmente, da una realtà che andava a migliorare giorno per giorno. L'Italia si muoveva verso il boom economico, e lo avvertivamo anche noi bimbi, ogni anno che passava, BabboNatale era sempre più generoso!
In quegli anni era radicato lo sport nella mente di tutti, in particolare il calcio e subito dopo il ciclismo. La grande Inter di Helenio Herrera, il Cagliari di Gigi Riva, si andava verso Mexico '70 e le memorabili imprese della Nazionale di Valcareggi.
Ricordo che le figurini Panini non erano adesive, ovviamente, ma vere e proprie mini fotografie da incollare all'album, potessi ritrovarne uno di quei tempi! .

Ma non era solo calcio, tutta l'Italia era magnetizzata dai grandi de ciclismo, da Mercks a Hanquetil, da Gimondi a Vittorio Adorni. Il giro d'Italia ed il tour de France erano l'apoteosi di questo sport. Era normale, quindi, per noi piccoli tifosi, scimmiottare le gesta dei nostri eroi sui campi di calcio improvvisati nei prati e negli oratori, e sulle strade poco trafficate con improbabili bici rimediate.
A rafforzare l'amore per il ciclismo dei Rosatini, c'era la Castelli Sport, che aveva sede proprio li, casa che vestiva i corridori, compresi quelli in maglia Rosa ed in Maglia Gialla! Ed eccoli i sogni più comuni, scarpette da calcio e bicicletta da corsa in cima alla lista! Questi erano i nostri desideri. Il secondo l'ho realizzato di recente, dopo ben 41 anni.


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