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In Italia circolano troppi "libri rossi"

Creato il 14 aprile 2011 da Wordsinsound
Fonte di riferimento: "La Repubblica"
In Italia ci sono troppi libri di storia comunisti. E non è una battuta del Premier che sui comunisti ci ha già costruito una bella carriera fondamentalmente basata su una grossolana e demenziale ironia da bar di provincia. La questione dei "libri rossi" ha scosso il Pdl:

"Gettano fango su Berlusconi, si crei una commissione"

Sono passati appena una trentina di minuti dall'approvazione del processo breve ed ecco che il miracolo Italiano si ripete e questa volta non c'è stato nemmeno il tempo di ingoiare anche questo boccone che sa tutto di rancido, di qualcosa di trito e ritrito; è l'ennesimo soffocamento silenzioso della giustizia. Facendoci due conti in tasca possiamo renderci conto che il Governo ha ancora un conto in sospeso con la scuola Italiana: è stato sì modificato l'assetto strutturale di quest' istituzione (dicono) pubblica ma restano ancora da togliere da mezzo tutti i professori che, è cosa nota, sono solo "dei comunisti". E si sa, comunista vecchio fa buon brodo ma dato che per un piccolo impedimento costituzionale non è possibile bollire gli insegnanti "rossi", tanto vale screditarli e screditare anche i loro libri di testo. Il provvedimento da prendere è semplice: è necessario istituire una commissione Parlamentare d'inchiesta "sull'imparzialità dei libri di testo scolastici". Che equivarrebbe a dire: "ti diciamo noi cosa leggere".
Qui va fatta una precisazione. La scuola Italiana è strutturalmente marcia: vecchi metodi di studio, vecchi insegnanti, vecchie idee insomma una vecchia soffitta polverosa che utilizza, è il caso di dirlo, libri di testo non sempre appropriati. Ma dal ritenere UN libro di testo non idoneo all' istituzione una Commissione che si occupi di visionare (e molto probabilmente revisionare) TUTTI i libri di testo in circolazione nei licei italiani c'è una grossa differenza. La Gelmini prende le dovute distanza pur mostrandosi favorevole all'iniziativa:
"Quello dei libri di testo è un tema che ricorre spesso, io penso che, in generale, nei libri di testo non debba entrare la politica ma una visione oggettiva dei fatti e soprattutto degli eventi storici"La risposta dell'Unione degli Studenti non tarda ad arrivare:
"La chiara allusione di una proposta del genere ad una censura de facto che ricalca lo stile delle dittature fasciste viene liquidato dicendo che questi libri non saranno messi al rogo, ma verranno segnalati agli autori i quali se non li correggeranno subiranno il ritiro dei testi dal mercato."
L'oggettività dei fatti non è mai garantita in quanto qualunque analisi di tipo storico - culturale finirà sempre per essere influenzata dalla penna di chi redige il lavoro. Ma pur non considerando questa sorta di indagine psicologica sul "chi scrive cosa" sarebbe opportuno garantire a noi studenti non tanto UN libro di testo che tenta di ricreare la Storia così come essa si è svolta realmente ma TANTI libri di testo che ci permettano di creare una nostra mappa del mondo, una nostra visione strutturale e complessiva dei meccanismi che ci circondano. Bisogna garantire un terreno fertile alla formazione di una propria coscienza. Quella sì che sarebbe una rivoluzione.
E mi ritorna in mente il romanzo di George Orwell "1984":

« Quasi inconsciamente (Winston) scrisse con le dita sul tavolo coperto di polvere: 2+2 = 5 »

In Italia circolano troppi

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