Visto che di solito non ne ho mai l’occasione, oggi volevo parlarvi del cibo giapponese, che magari non conoscete. A Questo proposito vi consiglio la pagina sulla cucina giappa di wikipedia che torna sempre utile, soprattutto in questo caso nel quale chi ha scritto l’articolo non si e’ perso in pippe mentali sulla storia della cucina ma ha schiaffato li’ foto e descrizioni. Ok.
Allora, la cucina giapponese secondo me e’ una figata, perche’ a dispetto degli stereotipi che si sentono in giro ("mangiano solo pesce crudo", "cucinano i cani", "ingoiano tutto") e’ in realta’ una cucina molto varia. Per dire, degli stereotipi sopra elencati ("mangiano solo pesce crudo", "cucinano i cani", "ingoiano tutto") solo il terzo e’ vero, ma vale solo per le giappine.
Se devo dire una cosa, e qui Tonari mi cazziera’, l’unica cosa cui peccano qui e’ che i dolci fanno cagare, nel senso che si chiamano dolci ma dovrebbero chiamarsi piuttosto "dolciastri", in quando di solito sono tipo tortine di riso ripiene di fagioli dolci. Capirete, non stiamo parlando di bomboloni alla crema, voglio vedervi a pucciare i fagioli dolci sul caffellatte.
A dispetto di questo, e qui arrivo al punto, ho notato che gli italiani nei confronti della cucina giappa si pongono in due modi, anzi in tre.
Il primo modo e’ quello dello schizzinoso che e’ poi tipico o della persona che non si fida e che anche a casa sua mangia sempre le stesse cose. Queste persone mediamente non si trovano bene in Giappone. Capirai, metti salsette strane o ancor peggio del pesce crudo sotto il naso a una di queste persone, non mangera’ mai se non costretto. Questa di solito e’ la gente che torna a casa e critica la cucina giappa, ne conosco e quando parlano di cucina secondo me avrebbero fatto meglio (a) a restare a casa loro e naturalmente (b) ad andarsene affanculo invece di venire a criticare le cucine altrui.
Poi ci sono quelli che amano il Giappone alla follia e che conoscono tutte le ricette ancora prima di mettere piede in terra nipponica. Quelli mi stanno ancora piu’ sulle palle, anzi dovrei usare il femminile perche’ nel 99.9% dei casi si tratta di femmine, le quali inondano i ristoranti di gridolini eccitati quando arrivano loro i piatti, e tutte convulse cercano nella borsetta la digicamera per fare le foto ai piatti.
Infine, il terzo gruppo. Quello degli emigranti, naturalmente. E in questo caso, che tu sia del gruppo 1 o del gruppo 2 non cambia niente, nel lungo periodo va a finire che mangi tutto, provi tutto, trovi i tuoi piatti preferiti e capisci sul serio la cucina giapponese. Cosa estremamente positiva sia per gli uni, che magari sono diventati meno malfidenti provincialotti e puzzasottoilnaso, e sia per gli altri, che l’hanno finita una buona volta di scodinzolare e inondare i ristoranti di gridolini e sbrilluccicare dalla felicita’ mentre fanno le loro foto ai piatti quando il cameriere glieli serve in tavola.