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“In nome del Papa Re”

Creato il 08 novembre 2010 da Cinemaleo

1977: In nome del Papa Re di Luigi Magni

“In nome del Papa Re”

A quasi 10 anni di distanza dall’exploit de L’anno del Signore, secondo capitolo della serie che ha visto protagonista la Roma ottocentesca e che ha reso famoso Luigi Magni.

 

Vincitore di numerosi premi, elogiato dalla critica (“…il sodalizio Magni-Manfredi ha funzionato ancora”, il Morandini; “Certamente il film migliore di Magni”, Il Tempo; “Magni compie di nuovo, nell’ambito della sua Roma, opera di appassionato ancorchè smaliziato filologo”, Il Messaggero), premiato al botteghino, In nome del Papa Re (1) conferma ancora una volta la vocazione anticlericale (non antireligiosa però…) del regista ma soprattutto la sua maestria nel sapersi destreggiare tra dramma, commedia, farsa, romanzo d’appendice… generi diversissimi difficili da amalgamare. In nome del Papa Re (meno corale, più intimista de L’anno del Signore) emoziona e diverte, commuove e coinvolge, indigna e fa riflettere (il richiamo alle tematiche politiche proprie dell’epoca in cui il film fu realizzato, gli anni Settanta…, è evidente).

Coadiuvato splendidamente da illustri collaboratori (tutti meritevoli di menzione: Danilo Desideri per la fotografia, Ruggero Mastroianni per il montaggio, Armando Trovaioli per le musiche, Lucia Mirisola per la scenografia) Luigi Magni (2) ci ha regalato due ore di intrattenimento intelligente e stimolante: mirabile affresco di un periodo importante della nostra storia (Luca Bagatin giustamente osserva che la vera epidemia del nostro tempo è la perdita di memoria”), riflessione non banale sul rapporto genitori-figli, struggente ritratto di un uomo dibattuto tra dovere responsabilità crisi di coscienza…

Il film si caratterizza comunque per essere un show personale di Nino Manfredi, un Manfredi di ineguagliabile bravura. Giusto riportare quanto scrisse Gian Luigi Rondi: “…interpretazione straordinaria di Nino Manfredi nelle vesti di don Colombo: in equilibrio perfetto fra l’umorismo più sottile e l’eco tragica, quando indulgente e comprensivo, quando rustico e burbero (ma sempre dall’interno in modo solo implicito), portato in taluni momenti quasi a giocare coi sarcasmi, in altri a salire sui coturni. Senza l’errore di una nota, senza un vuoto, un eccesso. Un grande “ritratto”. Che resterà memorabile nel cinema italiano”.

note

(1) Il film è liberamente ispirato al libro “I segreti del processo Monti e Tognetti” (ed. Sanvittore, Milano, 1869)

(2) Luigi Magni non dirige più dalla scomparsa nel 2004 del suo attore preferito, Nino Manfredi. Ha scritto Gabriel Pisanti: “Se si esclude Mario Monicelli con Il marchese del Grillo, nessun altro regista italiano ha affrontato tematiche come il Potere temporale, che in realtà rappresenta il potere in generale, come forma di dominio dell’uomo sull’uomo, di come esso sfrutta l’ignoranza della gente”.

scheda 

premi e riconoscimenti

sito ufficiale

trailer

 


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